Studio dell'Università di Berna
Scelta della professione: non sempre i genitori consigliano i figli in forma neutra rispetto al genere
Nessuno ha tanta influenza sulle scelte professionali dei giovani quanto i loro genitori. Purtroppo, come dimostra una ricerca, il peso del genere gioca a riguardo un ruolo ancora molto importante. Se spesso le ragazze sembrano essere adatte a svolgere anche professioni maschili, i genitori raccomandano spesso ai figli maschi professioni tipicamente maschili.
Quante giovani donne scelgono una professione in cui la quota femminile è pari almeno al 75% e quanti giovani uomini scelgono una professione tipicamente maschile?
Nel 2022, circa una ragazza su cinque ha intrapreso una professione di questo tipo, in confronto a un ragazzo su tre. Ciò significa che i giovani uomini che scelgono una professione tipicamente maschile sono più numerosi delle giovani donne che scelgono una professione tipicamente femminile. Ancora più importante della scelta di professioni stereotipate dal punto di vista del genere è il fatto che più il profilo di una professione è legato alla matematica, meno risulta scelta dalle ragazze. Questo è chiaramente visibile in professioni come quelle di informatico, di elettricista o di operatore in automazione, in cui la percentuale maschile è superiore al 90%.
Questa immagine è cambiata negli ultimi anni?
A malapena. La percentuale di ragazze che intraprende professioni tipicamente femminili è perfino in aumento. E anche le nuove professioni sono soggette a differenziazioni in base al genere: gli informatici, per esempio, o gli operatori sociosanitari, anche se certamente nessuno aveva concepito queste professioni come specifiche per un certo genere.
Quindi le campagne per incoraggiare le ragazze a intraprendere professioni tecniche o scientifiche sono fallite?
Sì e no. Gli oltre 700 programmi degli ultimi vent’anni hanno forse fallito in quanto il tasso di accesso delle giovani donne a professioni tipicamente maschili è rimasto limitato. Tuttavia qualcosa è cambiato nella mente delle persone, come dimostra il nostro ultimo studio.
Che cosa?
Abbiamo chiesto a circa 6000 persone adulte quale fra due professioni di pari valore consiglierebbero al figlio o alla figlia se ne fossero il padre o la madre. Il risultato è che alle figlie viene consigliato di scegliere professioni tipicamente femminili con la stessa frequenza di quelle tipicamente maschili – e ciò è probabilmente dovuto alle campagne. Ai figli maschi viene invece consigliata una professione tipicamente maschile nel 60% dei casi. A consigliare professioni tipicamente maschili anche alle figlie sono soprattutto i padri e le persone con una formazione di livello accademico. Le persone con un titolo di formazione professionale danno alle loro figlie consigli abbastanza neutri, mentre a quasi due terzi dei loro figli maschi consigliano una professione tipicamente maschile.
Ci sono buone ragioni per consigliare professioni tipicamente maschili?
Personalmente, credo che molti genitori abbiano ancora difficoltà ad accettare o a raccontare ai propri conoscenti che il proprio figlio sta imparando una professione “femminile”.
È vero che le professioni con elevati contenuti matematici promettono anche salari più alti, ma non sembra essere questa la spiegazione della preferenza per le professioni maschili. Sebbene il salario sia certamente rilevante per la scelta della professione, ci devono essere altre ragioni che spingono i genitori a consigliare professioni tipicamente maschili ai propri figli. In questa ricerca possiamo escludere potenziali cause di questo comportamento, ma per il resto possiamo soltanto formulare ipotesi. Personalmente, credo che molti genitori abbiano ancora difficoltà ad accettare o a raccontare ai propri conoscenti che il proprio figlio sta imparando una professione “femminile”.
Che ruolo hanno i genitori nelle scelte professionali dei figli?
I genitori sono le persone di riferimento più importanti. Questo vale in modo implicito, in quanto molti giovani hanno una percezione positiva di ciò che i genitori si aspettano da loro, ma anche in modo esplicito, in quanto i genitori non solamente danno chiari consigli ma, a volte, impongono un vero e proprio veto su determinate scelte professionali.
Qualche tempo fa, lei ha scritto che le scelte professionali di ragazze e ragazzi differiscono anche perché i loro interessi sono diversi. Gli ultimi risultati mettono in discussione questa tesi?
No. Nel progetto di allora avevamo mostrato che quanto più una professione presenta aspetti di carattere sociale, tanto maggiore è il numero di donne che la intraprendono. Al contrario, il numero di uomini aumenta in quelle professioni che comportano principalmente il lavoro con oggetti – quali macchine, computer o attrezzature. Se in una certa professione aumenta la quota di lavoro con gli oggetti a scapito di quella con le persone, aumenta anche il numero di uomini che la intraprendono. Ciò suggerisce che le preferenze degli uomini e quelle delle donne per certe forme di attività lavorativa devono essere diverse. Per rispondere alla domanda: le due ricerche si completano a vicenda. Esse dimostrano che quando le donne evitano certe professioni tipicamente maschili, non è a causa dei loro genitori, ma delle loro preferenze.
Non potremmo tuttavia metterci l’anima in pace, e accettare che ci sono professioni tipicamente maschili e altre tipicamente femminili?
Certamente, ma da un punto di vista individuale ed economico, occorre cercare di ottimizzare l’allocazione dei talenti. Dovremmo cioè evitare che certe persone rinuncino a intraprendere una certa professione per la quale sono effettivamente portate solamente perché è scelta prevalentemente da persone di sesso opposto. Se ragazze di talento non aspirano a svolgere una professione MINT perché non sono interessate o non vogliono lavorare in un settore dominato dagli uomini, non possiamo ovviamente obbligarle a farlo. Ciò che mi pare semmai importante è che la scelta della professione abbia luogo in un ambiente in cui tanto gli uomini quanto le donne non escludano certe professioni fin dall’inizio.
Il fatto che una professione venga scelta per ragioni legate al genere aggrava le disuguaglianze sociali tra uomini e donne?
Per spiegare le disuguaglianze sociali in generale, a essere più decisivi della scelta della professione sono tuttavia altri fattori – quali le interruzioni dell’attività lucrativa, le aspirazioni di carriera o il grado di occupazione.
Nel Rapporto sul sistema educativo svizzero 2023 abbiamo analizzato le retribuzioni della coorte PISA 2012 subito dopo aver concluso l’apprendistato. Abbiamo riscontrato un divario salariale pari a circa il 5% tra uomini e donne, che può essere interamente spiegato dal fatto che le ragazze evitano le professioni che richiedono forti competenze matematiche. Per spiegare le disuguaglianze sociali in generale, a essere più decisivi della scelta della professione sono tuttavia altri fattori – quali le interruzioni dell’attività lucrativa, le aspirazioni di carriera o il grado di occupazione.
Su cosa dovrebbero incentrarsi nuove campagne sul tema del genere?
Se si vuole perseguire l’obiettivo di una migliore allocazione dei talenti, tutti devono attivarsi. Soltanto quando i ragazzi si interesseranno anche per professioni tipicamente femminili, anche le ragazze si interesseranno per professioni tipicamente maschili. Diversamente dal passato, le nuove campagne dovranno rivolgersi tanto agli uomini quanto alle donne.
Lo studio, redatto in inglese, è disponibile sul sito dell’IZA, Istituto di Economia del Lavoro. Questo articolo è apparso per la prima volta su “Alpha”, Tages-Anzeiger.
Citazione
Fleischmann, D. (2024). Scelta della professione: non sempre i genitori consigliano i figli in forma neutra rispetto al genere. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 9(9).