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Studio sulla formazione continua non formale orientata al lavoro nel settore edifici

Le offerte di formazione continua tengono il passo con gli obiettivi energetici e climatici?

La Svizzera si è posta l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Al settore edifici spetta in questo ambito un ruolo chiave: circa un terzo delle emissioni di CO₂ in Svizzera è infatti causato dal parco immobiliare. Uno studio condotto da Interface mostra quanto i professionisti del settore siano preparati ad affrontare questo compito. I risultati evidenziano l’esistenza di un’offerta di formazione continua relativamente ampia riguardo alle “energie rinnovabili” e all'”utilizzo di materiali ed elementi vantaggiosi”, mentre in altri ambiti, quali la “riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti” o la “riduzione dei rifiuti”, ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Lo studio formula altresì una serie di raccomandazioni – per esempio l’ampliamento dell’offerta relativa ai cosiddetti “Soft Skill”.


In Svizzera, circa un terzo delle emissioni di CO2 è infatti causato dal parco immobiliare.

Il settore degli edifici riveste un ruolo chiave per la protezione del clima: in Svizzera, circa un terzo delle emissioni di CO2 è infatti causato dal parco immobiliare. Per ridurre queste emissioni, sono necessarie figure professionali e quadri dirigenti in numero sufficiente e con una solida formazione. Con le loro conoscenze e competenze, tali persone possono contribuire in maniera determinante a garantire che la pianificazione, la costruzione, l’esercizio e la demolizione degli edifici avvengano nel rispetto dell’ambiente.

È in questo contesto che gli operatori del settore edifici, gli istituti formativi e la Confederazione hanno lanciato congiuntamente l’offensiva formativa del settore edifici, elaborando una roadmap comprendente un ampio catalogo di misure – fra le quali la preparazione degli operatori del settore alle sfide attuali e future attraverso formazioni continue orientate al lavoro (formazione non formale) e il rafforzamento della collaborazione intersettoriale.[1]

Come contributo all’offensiva, l’Ufficio federale dell’energia (rappresentato da Christoph Blaser) e l’Ufficio federale dell’ambiente (rappresentato da Mirjam Tubajiki) hanno avviato un progetto comune, a cui hanno partecipato otto associazioni del settore edifici, sotto l’egida di SvizzeraEnergia.[2]

Lo scopo del progetto consisteva anzitutto nel fornire una panoramica sull’offerta di formazione continua non formale disponibile per il settore edifici. Tale offerta è stata quindi confrontata con i requisiti (competenze attese) attualmente richiesti agli specialisti del settore. A seguito di un’analisi delle lacune (confronto tra requisiti richiesti e offerte esistenti), sono state quindi formulate proposte su come sviluppare ulteriormente la formazione continua non formale nel settore edifici in relazione ai temi dell’energia, dell’ambiente, della protezione del clima e del consumo di risorse.

Di seguito vengono descritti anzitutto l’approccio metodologico seguito per realizzare l’analisi delle lacune; successivamente vengono presentati i risultati centrali dell’indagine.[3]

Metodologia per l’analisi dell’attuale offerta di formazione continua non formale nel settore degli edifici

In collaborazione con gli attori coinvolti nel progetto sono state identificate, in una prima fase, quattro categorie tematiche in cui si concretizzano le questioni relative all’energia, al clima, all’ambiente e al consumo di risorse nel settore degli edifici. Queste sono:

  • l’ottimizzazione della tecnica della costruzione e degli involucri edilizi,
  • la progettazione degli ambienti degli edifici,
  • la prevenzione la riduzione di emissioni e rifiuti, e
  • gli aspetti metodologici e sociali del lavoro nei cantieri.

Le quattro aree sopra menzionate sono state concretizzate attraverso 13 gruppi tematici, comprendenti un totale di 43 temi. Per ciascuno di essi sono state formulate le competenze attese – vale a dire le competenze di cui i gruppi target dovrebbero idealmente disporre nelle aree definite come rilevanti per l’ambiente e l’energia.

La formulazione delle competenze attese si è basata sui titoli professionali delle associazioni coinvolte – negli ambiti della formazione professionale di base, della formazione professionale superiore, dei certificati di formazione continua e dei titoli di scuola universitaria.

Successivamente si è proceduto a determinare quali offerte di formazione continua attualmente disponibili coprano le competenze così definite. A tal fine è stata condotta, presso le otto associazioni coinvolte nel progetto nonché presso altre organizzazioni, un’indagine sistematica e una valutazione delle offerte pertinenti. In aggiunta, sono stati condotti colloqui con esperti di formazione continua delle stesse associazioni, nonché con ulteriori specialisti, al fine di garantire la completezza delle offerte e di verificare la plausibilità delle competenze attese.

Dal confronto tra competenze attese e offerte esistenti è emerso quali competenze siano già oggi coperte dalle offerte – e dove vi siano ancora lacune. L’analisi delle lacune è stata infine discussa e perfezionata con le autorità e le associazioni coinvolte nel progetto.

Risultato dell’analisi delle lacune

I risultati dell’analisi delle lacune sono rappresentabili in modo chiaro mediante un diagramma a ragnatela (cfr. rappresentazione in basso). Ciò mostra, per ciascuno dei 13 gruppi tematici, le seguenti informazioni:

  • La copertura delle competenze attese da parte delle offerte attuali è rappresentata da una linea blu. Un valore pari a 3 indica che le offerte esistenti coprono integralmente le competenze attese in merito a un gruppo tematico; un valore pari a 0 indica che non è disponibile alcuna corrispondente offerta.
  • L’effetto potenziale è rappresentato da una linea arancione. Essa indica in che misura ulteriori offerte di formazione continua nei rispettivi gruppi tematici potrebbero contribuire alla tutela dell’ambiente, alla promozione delle energie rinnovabili e all’efficienza energetica nel settore degli edifici. La valutazione di tale effetto potenziale è stata effettuata da un totale di sei esperti.

Ora è possibile confrontare la linea arancione e la linea blu. Quanto maggiore è la differenza tra le due linee, tanto più promettente appare un ampliamento dell’offerta di formazione continua non formale.

Effetti potenziali e offerte esistenti per gruppo tematico, per tutte le associazioni e i titoli professionali. Fonte: Rappresentazione di Interface. Legenda: 0 = valore più basso; 3 = valore più alto; Esempio di lettura: per il gruppo tematico “Produzione e impiego di energie rinnovabili” esistono numerose offerte (valore superiore a 2). L’effetto potenziale è stato stimato a 2,4. In questo gruppo tematico, il potenziale esistente è cioè già ampiamente sfruttato tramite l’offerta attuale.

L’analisi delle lacune evidenzia dove esiste un potenziale di ottimizzazione della formazione continua non formale.

L’analisi delle lacune evidenzia dove esiste un potenziale di ottimizzazione della formazione continua non formale. La figura mostra chiaramente che tale potenziale è particolarmente elevato per i gruppi tematici “Riduzione delle emissioni nocive” e “Riduzione dei rifiuti”, dove la discrepanza tra il fabbisogno (potenziale) e l’offerta esistente è evidente. Lo stesso vale per i gruppi tematici “Scelta dei partner”, “Percezione del proprio ruolo sociale” e “Stimolazione dei processi di pensiero”.

Al contrario, per i gruppi tematici “Energie rinnovabili” e “Utilizzo di materiali ed elementi vantaggiosi” è già disponibile un’offerta relativamente ampia, motivo per cui il potenziale di ulteriori offerte di formazione continua è stimato come ridotto.

Alcune conclusioni tratte dall’analisi delle lacune

Sulla base dei risultati, è possibile ricavare una serie di raccomandazioni – tanto specifiche per ciascuna singola associazione nonché trasversali all’intero settore. Di seguito ci concentriamo sulle conclusioni trasversali, in quanto possono offrire spunti di riflessione anche per altri ambiti della formazione professionale.

Coordinare le offerte e garantire una comunicazione comune. Una prima conclusione riguarda le misure di comunicazione delle offerte di formazione continua esistenti. Nel corso dell’analisi è emerso che l’offerta di formazione continua non formale nel settore degli edifici è molto ampia. Molte associazioni, ma anche enti e fornitori privati, sono attivi in questo mercato – e questo fatto, in linea generale, è da valutare positivamente.

Il rovescio della medaglia è che, a causa della molteplicità delle offerte, i potenziali partecipanti fanno fatica a orientarsi e a scegliere i corsi a loro adeguati. Allo stesso tempo, gli enti di formazione conoscono solo parzialmente i programmi offerti da altri enti. Ne derivano confusione e costi di ricerca più elevati. Sarebbe pertanto auspicabile che gli enti di formazione non formale coordinassero meglio le proprie offerte e le comunicassero in forma congiunta.

Ampliare l’offerta relativa ai Soft Skill. Una seconda conclusione riguarda la scarsa offerta nei settori dell’accompagnamento dei clienti, della gestione del personale e della comunicazione. I cosiddetti Soft Skill rivestono grande importanza nel settore degli edifici – come del resto anche in altri settori. Accanto alle capacità intrapersonali (quali resilienza e apertura mentale), fra essi rientrano anche competenze interpersonali quali la comunicazione, la capacità di persuasione e le competenze direttive. Il loro rafforzamento può migliorare in modo significativo l’attuazione di misure di rilievo per l’energia e l’ambiente.

Promuovere offerte interdisciplinari ai confini tra le diverse discipline. La terza conclusione riguarda la limitata offerta di corsi di formazione continua sulla collaborazione interdisciplinare. Quest’ultima è determinante per la qualità della progettazione e dell’esercizio di edifici, impianti e apparecchiature rilevanti dal punto di vista energetico e climatico. Mancano per esempio corsi dedicati al pensiero sistemico e offerte mirate alle interfacce tra le discipline – quali tra l’involucro edilizio e l’impiantistica degli edifici oppure tra installatori e specialisti di automazione degli edifici e di applicazioni informatiche. L’importanza degli approcci interdisciplinari è destinata ad aumentare in futuro – non da ultimo per effetto della crescente complessità derivante dall’interconnessione digitale.

Offerte di formazione continua interassociative per la riduzione delle emissioni di sostanze nocive e per la prevenzione dei rifiuti. Oltre alle tre conclusioni sopra illustrate, dall’analisi delle lacune emergono altresì indicazioni di contenuto. L’analisi mostra che riguardo alla riduzione delle emissioni nocive e dei rifiuti esiste una notevole lacuna nelle offerte di formazione continua, nonostante la rilevanza di entrambi i temi per quanto riguarda il consumo di risorse e di energia. Si raccomanda pertanto di sviluppare offerte formative interassociative che si orientino in modo olistico al ciclo di vita di un edificio – con l’obiettivo di promuovere la prevenzione delle emissioni e dei rifiuti affrontando nei corsi, per esempio, temi quali l’efficienza dei materiali impiegati, l’economia circolare e la gestione sostenibile delle risorse.

Riassunto e conclusioni

L’analisi ha evidenziato come nel settore del clima e dell’energia esista un’ampia gamma di offerte di formazione continua non formale. I corsi proposti dalle associazioni professionali forniscono un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali.

Tuttavia, i risultati evidenziano anche diverse problematiche. Le sfide consistono nel rafforzare la collaborazione e il coordinamento tra le associazioni nell’ambito della formazione non formale, nell’aumentare il numero di offerte comuni per promuovere i Soft Skill e nell’ampliare l’interdisciplinarità dell’offerta. Ciò consentirebbe di ridurre i costi, ampliare la portata delle offerte e aumentare la loro efficacia.

Realizzare tutto ciò non è tuttavia semplice. Alla comunicazione congiunta e alla collaborazione interdisciplinare si contrappongono infatti gli interessi particolari dei singoli enti di formazione continua non formale, che per ragioni economiche vogliono (e devono) promuovere e commercializzare in primo luogo i propri corsi.

Le discussioni condotte con le associazioni nel corso del progetto indicano tuttavia che vi è consapevolezza dei benefici legati a una maggiore collaborazione. Nessuno mette infatti in dubbio che un’attenzione più marcata alla cooperazione interdisciplinare possa rappresentare un vantaggio per tutti i soggetti coinvolti. È pertanto lecito attendersi che nei prossimi anni sorgano iniziative per sviluppare congiuntamente la formazione continua non formale nel settore dell’energia.

Lo studio è disponibile qui.

[1]     https://pubdb.bfe.admin.ch/it/publication/download/10780
[2]     SvizzeraEnergia è un programma del Consiglio federale nel settore dell’energia. Il progetto qui descritto è stato svolto da Insieme a EIT.swiss, FRECEM, APP, Involucro edilizio Svizzera, Associazione svizzera dei costruttori in legno (Holzbau Schweiz), SIA, suissetec e Swissolar. Il progetto è stato seguito, da parte del committente, da Christoph Blaser (SvizzeraEnergia/Formazione energetica) e da Mirjam Tubajiki (Ufficio federale dell’ambiente/Formazione ambientale).
[3] Lo studio completo è disponibile qui.

Studio sull’offerta di formazione di base e continua a livello di scuola universitaria nel campo professionale della pianificazione del territorio e dei trasporti

La pianificazione del territorio e dei trasporti, insieme ai sistemi di urbanizzazione e di mobilità che ne derivano, influenzano in modo determinante il consumo di risorse e i comportamenti di mobilità della popolazione. In questo contesto, su incarico di SvizzeraEnergia, Interface ha realizzato uno studio volto a identificare le offerte di formazione di base e continua a livello di scuole universitarie nel campo professionale della pianificazione del territorio e dei trasporti, esaminando in che misura le competenze necessarie al raggiungimento degli obiettivi “EUKR” (Energia, Ambiente, Clima, Risorse) siano effettivamente presenti in esse.

I risultati dello studio hanno messo in luce la necessità di formare un numero sensibilmente maggiore di specialisti nel campo della pianificazione del territorio e dei trasporti al fine di soddisfare la domanda del mercato in Svizzera. L’analisi delle lacune ha altresì evidenziato che le competenze attese in relazione agli obiettivi in materia di energia, ambiente, clima e risorse (EUKR) non risultano coperte da tutte le offerte di formazione di base e continua.  È tuttavia emerso chiaramente che non tutte le formazioni devono necessariamente trattare tutti i temi: un certo grado di specializzazione, considerate la varietà delle competenze richieste nella pratica e l’ampia gamma dei contenuti, è infatti indispensabile. In ogni caso, in base all’analisi delle lacune, nelle formazioni dedicate alla pianificazione del territorio si dovrebbe prestare maggiore attenzione alle questioni climatiche (protezione del clima e adattamento al clima) e all’economia circolare, mentre riguardo alla pianificazione dei trasporti è rilevabile un fabbisogno d’intervento in merito agli effetti delle infrastrutture e del loro utilizzo in relazione agli obiettivi EUKR (Energia, Ambiente, Clima, Risorse). Lo stesso vale per l’interfaccia con gli aspetti paesaggistici. Nel settore della formazione continua, le competenze attese risultano meglio coperte, ma mancano offerte relative alla riqualificazione urbana che si concentrino tanto sulla protezione del clima quanto sull’adattamento al clima.

Lo studio completo è disponibile qui.

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Citazione

Rieder, S., & Barileva, A. (2025). Le offerte di formazione continua tengono il passo con gli obiettivi energetici e climatici?. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 10(7).

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