Formazione professionale in ricerca e pratica
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La formazione professionale svizzera in primo piano

Bilancio dopo 20 anni di legge sulla formazione professionale

La nuova legge sulla formazione professionale (VPETA) è stata introdotta in Svizzera nel 2004. La nuova base giuridica è riuscita a rendere la formazione professionale adatta alle esigenze del XXI secolo. Tuttavia, ci sono anche delle sfide. Tre esempi: La percentuale di giovani immigrati con qualifiche post-obbligatorie è ancora troppo bassa. È inoltre necessario discutere su come promuovere le qualifiche professionali per gli adulti. Infine, il finanziamento è un problema: alla luce del fatto che il governo federale determina i principali capisaldi della formazione professionale, questa percentuale è troppo bassa. Secondo il principio dell’equivalenza fiscale, la quota federale dovrebbe essere maggiore.


Caratteristiche fondamentali del sistema della formazione professionale del 2004

La Svizzera è considerata in tutto il mondo all’avanguardia nella formazione professionale. La combinazione di formazione scolastica e in azienda è alla base del sistema svizzero di formazione professionale. La struttura duale consente alle persone in formazione di acquisire conoscenze teoriche a scuola e di metterle direttamente in pratica sul posto di lavoro. Questa spiccata attenzione per la vicinanza alla prassi e per le competenze professionali specifiche rende particolarmente efficace la formazione professionale svizzera. L’ampia offerta di formazione professionale, che abbraccia vari settori e industrie e circa 250 apprendistati, permette di soddisfare gli interessi individuali e le esigenze del mercato del lavoro. Il sistema svizzero della formazione professionale prevede standard qualitativi elevati, garantiti dal riconoscimento statale e dagli esami finali.

Il sistema svizzero della formazione professionale. Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI), il ministero svizzero dell’istruzione. Scarica il grafico qui

La formazione professionale in Svizzera prevede tre livelli:

  • Tirocinio (certificato federale di formazione pratica CFP, 2 anni / attestato federale di capacità AFC, 3 o 4 anni): il tirocinio è il fondamento della formazione professionale svizzera. Dura due, tre o quattro anni e impartisce conoscenze e competenze teoriche e pratiche relative a una determinata professione.
  • Maturità professionale (MP): la maturità professionale poggia sul tirocinio. Può essere frequentata durante (MP1) o dopo una formazione professionale di base (MP2). L’impegno corrisponde circa a un anno scolastico. Consente ai diplomati di accedere a ulteriori offerte formative presso le scuole universitarie professionali. Con una passerella i maturandi professionali possono inoltre qualificarsi anche per gli studi universitari.
  • Formazione professionale superiore (FPS): la formazione professionale superiore comprende un’ampia offerta di formazione e perfezionamento permanente al livello terziario, che si basano su un tirocinio della durata di tre o quattro anni e a cui si può accedere anche senza maturità professionale. È funzionale alla formazione e al perfezionamento permanente orientato alla pratica nonché alla qualifica dei professionisti.

L’introduzione della nuova legge sulla formazione professionale (LFPr) ha rappresentato una pietra miliare nel processo grazie al quale il sistema svizzero della formazione professionale è stato modernizzato e reso più flessibile.

L’introduzione della nuova legge sulla formazione professionale (LFPr) ha rappresentato una pietra miliare nel processo grazie al quale il sistema svizzero della formazione professionale è stato modernizzato e reso più flessibile. La LFPr è stata varata nel 2004 per adeguare il sistema della formazione professionale agli sviluppi in corso, in particolare al progresso tecnologico e alle nuove esigenze del mondo del lavoro. In seguito all’entrata in vigore della nuova legge, tutte le ordinanze in materia di formazione sono state quindi riviste e i contenuti formativi sono stati aggiornati e, non da ultimo, orientati alle competenze operative.

Sono stati inoltre integrati tutti i settori della formazione professionale, in particolare i settori della sanità, degli affari sociali e dell’arte, di competenza normativa dei Cantoni prima del 2004, nonché le professioni agricole e forestali. La nuova legge sulla formazione professionale offre anche nuovi percorsi di formazione professionale differenziati. Nello specifico, è stato introdotto il tirocinio biennale con certificato federale di formazione pratica (CFP), che ha sostituito la precedente formazione empirica e che, sulla base di un certificato di formazione pratica, consente di ultimare dopo altri due anni un tirocinio ordinario e conseguire l’attestato federale di capacità (AFC). Infine, con la nuova legge sulla formazione professionale il precedente sistema di sovvenzionamento basato sui costi, in cui la Confederazione rimborsava le spese dei Cantoni, è stato sostituito da un sistema di finanziamento imperniato sulle prestazioni, che prevede il versamento di importi forfetari ai Cantoni. La quota di partecipazione della Confederazione ai costi pubblici della formazione professionale è stata gradualmente aumentata da un quinto a un quarto.

La formazione professionale è gestita in Svizzera dai cosiddetti partner della formazione professionale: Confederazione, Cantoni e organizzazioni del mondo del lavoro (oml) in rappresentanza dell’economia. La Confederazione è responsabile delle basi legislative, le oml dei contenuti della formazione professionale e i Cantoni dell’attuazione, in particolare nelle scuole professionali. La gestione centralizzata a livello nazionale da parte della Confederazione tiene conto del fatto che la formazione professionale deve formare giovani in grado di essere mobili su tutto il mercato del lavoro svizzero e internazionale. L’attuazione a livello cantonale assicura un adeguamento ai mercati del lavoro regionali e garantisce l’interazione con la scuola obbligatoria e i licei, che sono organizzati a livello cantonale.

Tra i partner della formazione professionale, il termine oml indica gli organi responsabili della formazione professionale di base. Si tratta di associazioni professionali, organizzazioni di categoria, parti sociali, altre organizzazioni e operatori della formazione professionale. Anche i sindacati possono assumere il ruolo di oml. Partecipano così allo sviluppo delle ordinanze in materia di formazione. Organizzano inoltre corsi per formatori professionali per sostenere le persone in formazione in azienda e in questo modo contribuiscono a garantire la qualità della formazione professionale. Il sostegno alle persone in formazione in azienda da parte dei formatori professionali e degli altri collaboratori rappresenta uno dei fattori chiave per una buona qualità della formazione professionale di base.

In Germania, la formazione duale è di norma equilibrata tra la formazione in azienda e la scuola professionale. […] La formazione professionale di base in Svizzera è maggiormente orientata verso la formazione in azienda.

In Germania, la formazione duale è di norma equilibrata tra la formazione in azienda e la scuola professionale. Le persone in formazione trascorrono circa la metà del tempo in azienda e l’altra metà alla scuola professionale. La formazione professionale di base in Svizzera è maggiormente orientata verso la formazione in azienda. Le persone in formazione trascorrono più tempo in azienda, mentre la scuola professionale ha una funzione di supporto e viene frequentata per uno o al massimo due giorni la settimana.

L’interazione dei tre luoghi di formazione

Il sistema duale di formazione professionale in Svizzera si caratterizza per un’eccellente interazione tra i tre principali luoghi di formazione. Questi tre luoghi – l’azienda, la scuola professionale e i corsi interaziendali (CIA) – sono strettamente collegati tra loro e pongono le basi per una formazione orientata alla prassi. L’azienda è il luogo primario della formazione pratica. Qui le persone in formazione hanno la possibilità di applicare direttamente le conoscenze acquisite alla scuola professionale e di approfondirle nel mondo reale del lavoro.

La scuola professionale completa questa formazione pratica fornendo conoscenze tecniche teoriche. Qui le persone in formazione acquisiscono una base teorica solida, che approfondisce le esperienze pratiche maturate in azienda. Oltre all’insegnamento di competenze specifiche, anche l’insegnamento di cultura generale (ICG) è un elemento importante della scuola professionale. La stretta collaborazione tra azienda e scuola professionale assicura il coordinamento della formazione sui due livelli, al fine di garantire un processo di apprendimento esauriente ed equilibrato.

Un’altra componente importante del sistema duale sono i corsi interaziendali (CIA), che offrono alle persone in formazione un’ulteriore piattaforma per la formazione specialistica e le esercitazioni pratiche che non possono essere svolte direttamente in azienda. L’obiettivo dei corsi interaziendali è promuovere le competenze trasversali, facilitare gli scambi tra apprendisti di aziende diverse e fornire una prospettiva più ampia del settore.

La stretta interazione tra questi tre luoghi di formazione crea le premesse per una formazione professionale di alta qualità e promuove la collaborazione tra le aziende, la scuola professionale e le organizzazioni di categoria. Questa collaborazione assicura che la formazione sia sempre in linea con le esigenze attuali del mercato del lavoro e offra agli apprendisti un’ampia gamma di prospettive professionali.

Formazione professionale e insegnamento di cultura generale

Inoltre, è interessante notare che la tendenza verso la formazione generale non è proseguita nel 2022 e nel 2023.

Anche in Svizzera c’è un acceso dibattito sulla scelta dell’ulteriore percorso formativo dopo la scuola dell’obbligo. La formazione professionale di base rimane l’opzione scelta con maggiore frequenza dopo la scuola obbligatoria. Secondo l’Ufficio federale di statistica (UST), nel 2023 circa il 65 percento delle persone tra i 25 e i 29 anni ha completato una formazione professionale di base. Circa il 35 percento, invece, ha un diploma di formazione generale e di questi circa il 19 percento una maturità liceale e circa il 15 percento una maturità specializzata. Negli ultimi anni, la suddivisione tra formazione generale e formazione professionale è cambiata. Nel 1990, oltre il 70 percento aveva concluso la formazione professionale di base mentre meno del 30 percento aveva scelto il percorso di formazione generale. Nonostante il cambiamento, in Svizzera la formazione professionale è ancora considerata alla pari dell’insegnamento di cultura generale. Inoltre, è interessante notare che la tendenza verso la formazione generale non è proseguita nel 2022 e nel 2023. Le giovani donne, in particolare, sono tornate a scegliere in misura crescente la formazione professionale, anche se nel complesso optano più dei giovani uomini per l’insegnamento di cultura generale.

Ci sono tuttavia differenze notevoli tra le regioni linguistiche. Nella Svizzera tedesca la formazione professionale è molto più importante che nella Svizzera francofona e italofona, dove il sistema educativo è influenzato dai sistemi educativi di impronta accademica presenti in Francia e in Italia. Qui la formazione professionale è vista talora solo come una seconda scelta e viene intrapresa solo se il percorso di formazione generale non è adatto a un allievo.

Effetti positivi della formazione professionale

La formazione professionale è accettata a livello sociale in Svizzera ed è appoggiata da tutti gli attori politici. Gli studi indicano che la formazione professionale contribuisce a mantenere su livelli molto bassi la disoccupazione giovanile e aiuta a combattere la carenza di personale qualificato nei vari settori. La formazione professionale si è anche dimostrata solida e flessibile, soprattutto nell’adattarsi costantemente al mercato del lavoro. La formazione professionale contribuisce anche in modo importante alla coesione sociale, perché produce un’ampia gamma di opportunità formative e si è dimostrata efficace nell’integrare gruppi target diversi.

La formazione professionale svizzera ha notevoli effetti formativi positivi, in particolare per quanto riguarda la crescita e le prospettive dei giovani. La formazione duale, che impartisce sia conoscenze teoriche che competenze pratiche, offre numerose opportunità professionali agli apprendisti e allo stesso tempo rafforza l’economia. Molti giovani ricavano grandi benefici dalla formazione professionale che è il primo passo della loro carriera lavorativa. La vicinanza alla prassi non solo consente di identificarsi fin da subito con il settore professionale che si è scelto, ma facilita anche la transizione al mondo del lavoro.

Ci sono comunque delle differenze di tipo socioeconomico rispetto alla formazione liceale generale. Le persone svantaggiate dal punto di vista socioeconomico tendono a scegliere molto più spesso un tirocinio rispetto a una formazione liceale. Il liceo è considerato tradizionalmente un’istituzione formativa superiore e a livello sociale si percepisce una differenza di prestigio tra una formazione di tipo accademico e una di tipo professionale. Questo può causare disuguaglianze sociali. Tuttavia, è importante sottolineare che la formazione professionale rappresenta un’opzione altrettanto valida e rispettata, che favorisce talenti e competenze diverse. Promuovere la reputazione della formazione professionale aiuta a ridurre queste differenze di percezione.

Nel 2016, la Confederazione e i Cantoni hanno definito l’obiettivo della politica formativa secondo il quale il 95 percento dei giovani fino ai 25 anni dovrebbe conseguire un diploma di livello secondario II. Può trattarsi di un tirocinio, di un liceo o di una scuola media specializzata. Nel 2023, la percentuale di diplomati al livello secondario II era del 91 percento. Negli ultimi anni è leggermente aumentata. Nel 1990, la percentuale di diplomati era ancora inferiore all’85 percento.

Differenze di genere

In Svizzera ci sono delle differenze specifiche di genere nella scelta della formazione professionale. Le donne sono generalmente meno propense a optare per il percorso di formazione professionale. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica (UST), nel 2023 il 68 percento degli uomini e il 63 percento delle donne hanno completato una formazione professionale di base. Il tasso di conclusione della formazione professionale di base è quindi leggermente superiore per gli uomini che per le donne. Non si tratta però di una differenza molto grande. Le differenze tra le singole professioni sono invece considerevoli.

In Svizzera uomini e donne continuano a scegliere formazioni professionali di base diverse. Gli uomini tendono a preferire le professioni tecniche, le donne quelle sociali o creative. Queste differenze si sono leggermente ridotte negli ultimi anni, ma esistono ancora.

Fonte: I 10 apprendistati più scelti per genere, gfs.bern, Barometro della transizione, agosto 2023. Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI).

Le sfide per la formazione professionale svizzera

In Svizzera la formazione professionale deve affrontare svariate sfide, che spaziano dai cambiamenti sociali al progresso tecnologico e alle tendenze globali. Nel 2016, la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI), il ministero svizzero dell’istruzione, ha avviato un processo insieme ai partner della formazione professionale per sviluppare una strategia a lungo termine per la formazione professionale che, a distanza di un anno, è sfociata nell’iniziativa «Formazione professionale 2030». Questa iniziativa ha prodotto un programma per la strategia a lungo termine. Ne sono derivate misure per l’ulteriore sviluppo della formazione professionale e sono stati avviati progetti, ad esempio per ottimizzare i processi, e incentivi nel processo di formazione professionale. In sostanza, l’obiettivo è quello di affinare e ottimizzare vari aspetti della formazione professionale, senza puntare a un cambiamento radicale di direzione. Le sfide attuali sono:

Cosa è più importante tra imparare il francese – una competenza da non sottovalutare nella Svizzera multilingue – e approfondire le competenze professionali in un settore professionale?

  • Specializzazione e generalizzazione: tra i partner della formazione professionale, le organizzazioni del mondo del lavoro (oml), in quanto associazioni economiche e di categoria, sono responsabili dei contenuti della formazione professionale di base. C’è una situazione di tensione tra il mercato del lavoro, le cui esigenze tendono a una sempre maggiore specializzazione all’interno di un settore professionale o addirittura portano a nuove professioni, e il mandato formativo a favore di una formazione di base ampia e generalista. Nel campo professionale dell’involucro edilizio, è stata recentemente introdotta una sesta professione con l’«installatore/installatrice di impianti solari AFC», anche se questa specializzazione avrebbe potuto essere incorporata in una professione già esistente. Più aumenta la mobilità del mercato del lavoro e più si cambiano professioni o addirittura settori, più aumenta la necessità di una formazione di vasto respiro anche nella formazione professionale.
  • Competenze professionali e insegnamento di cultura generale: cosa è più importante tra imparare il francese – una competenza da non sottovalutare nella Svizzera multilingue – e approfondire le competenze professionali in un settore professionale? La discussione sul giusto rapporto tra insegnamento di cultura generale (ICG) e insegnamento professionale non è nuova, ma ha assunto maggiore importanza negli ultimi anni, anche alla luce di una tendenza all’accademizzazione. Rispetto alle scuole di formazione generale, come i licei, la percentuale di insegnamento di cultura generale nelle scuole professionali è significativamente ridotta. Visto che i datori di lavoro sono responsabili del contenuto della formazione, ci si concentra molto sulle conoscenze professionali. In linea di principio questo non è sbagliato, ma complica la possibilità di collegarsi con il livello terziario della formazione. Servono quindi buone soluzioni che soddisfino entrambe le esigenze. Il programma quadro di insegnamento per l’ICG è attualmente in fase di revisione. In particolare, si intende rafforzare la promozione delle competenze linguistiche.
  • Contenuti: In linea di principio, con la legge sulla formazione professionale, la Svizzera si è data il compito di verificare ogni cinque anni che i propri programmi di formazione professionale siano aggiornati. Nonostante la validità degli strumenti si tratta di un compito non sempre facile da assolvere: le aspettative delle aziende sono elevate ma il numero delle lezioni resta sempre lo stesso e c’è poca disponibilità a togliere dei contenuti. In più si aggiungono nuovi temi nel contesto della sostenibilità: il personale qualificato del futuro deve essere sensibilizzato rispetto alle sfide ecologiche, sociali ed economiche. Il programma «Formazione professionale 2030» si concentra per questo sull’integrazione delle competenze inerenti alla sostenibilità nei piani di studio, al fine di promuovere una responsabilità intergenerazionale nei confronti dello sviluppo sostenibile.
  • Percentuale di successo: negli ultimi anni il numero di risoluzioni del contratto di tirocinio ha superato il 20 percento. Anche se circa l’80 percento delle persone interessate trova rapidamente un nuovo posto di tirocinio, la tendenza indica che le sfide sono in aumento. I cambiamenti sociali, la sofferenza psicologica e le difficili costellazioni familiari possono ostacolare il completamento di una formazione. Sebbene l’obiettivo del 95% sopra indicato sia stato raggiunto per i cittadini svizzeri, la percentuale di qualificazione per gli immigrati è significativamente più bassa, anche se hanno frequentato la scuola obbligatoria in Svizzera. La situazione relativa all’immigrazione è insoddisfacente e impone nuove soluzioni.
  • Carenza di personale qualificato: la crescente mancanza di personale qualificato determina un maggiore interesse da parte delle aziende a formare esse stesse le loro nuove leve. Il mercato dei posti di tirocinio non è più caratterizzato dalla mancanza di posti, come era invece negli anni Novanta del secolo scorso, ma dalla penuria di candidati interessati. Questo però non vale allo stesso modo per tutte le professioni. Alcune di esse hanno sempre maggiori difficoltà a coprire i posti di tirocinio e, in alcuni casi, non ricevono nemmeno più candidature per i posti disponibili. I settori sono quindi chiamati ad aumentare la propria attrattiva e a pubblicizzarla. Un esempio è il settore della ristorazione, in cui alcuni ristoranti hanno introdotto una settimana di quattro giorni lavorativi per il personale di cucina, con lo stesso numero di ore settimanali.
  • Qualificazione professionale degli adulti: in Svizzera, circa 500 000 persone non hanno un titolo di formazione professionale. Anche se gran parte di loro ha un’occupazione, misure di formazione adeguate potrebbero avvicinare un maggior numero di persone al mercato del lavoro e offrire prospettive a chi ha una bassa qualifica professionale. All’interno di un pacchetto di misure introdotte dal Governo svizzero nel 2019 per promuovere il potenziale di manodopera residente, i partner della formazione professionale hanno sviluppato attività per consentire a un numero maggiore di adulti di conseguire una qualifica professionale. Il numero di adulti che ottengono un titolo di formazione professionale di base è aumentato del 40 percento tra il 2014 e il 2022, ma il livello resta basso. Inoltre, il 60 percento di questi titoli sono seconde qualifiche, il che significa che le persone interessate già avevano una qualifica professionale. In realtà, non esiste evidentemente una singola misura che garantisca il successo. Il fatto che un adulto consegua o meno una qualifica professionale dipende da una combinazione di molti fattori. Un ostacolo importante, ad esempio, è rappresentato dai costi indiretti della formazione, se il salario durante la formazione è significativamente più basso rispetto a quello che si percepisce lavorando. La sfida è sfruttare meglio questo potenziale, soprattutto alla luce della crescente carenza di lavoratori qualificati e di forza lavoro.

I 20 anni della legge sulla formazione professionale – un bilancio

La legge sulla formazione professionale (LFPr) entrata in vigore il 1° gennaio 2004 ha ampiamente modernizzato la formazione professionale in Svizzera. Il bilancio dopo 20 anni di LFPr è prevalentemente positivo. Tuttavia, ci si deve chiedere in quali ambiti siano necessari degli ulteriori sviluppi.

Inclusione: finora si è riusciti solo in misura limitata a rendere accessibile la formazione professionale alle persone con disabilità.

  • Finanziamento: la Confederazione, i Cantoni e l’economia si suddividono il finanziamento della formazione professionale. L’economia investe ogni anno circa 5 miliardi di franchi. Secondo degli studi, gli investimenti effettuati dai datori di lavoro sono proficui e la formazione arreca loro un beneficio netto. Il settore pubblico spende ben 3,5 miliardi di franchi all’anno per la formazione professionale. I Cantoni, a cui compete l’attuazione della formazione professionale, si fanno carico di tre quarti di tali costi. La quota della Confederazione è solo pari a un quarto. In considerazione del fatto che la Confederazione definisce i capisaldi della formazione professionale, si tratta di una percentuale troppo bassa. Secondo il principio dell’equivalenza fiscale, la quota federale dovrebbe essere più alta.
  • Formazione a tempo pieno: la formazione professionale presuppone generalmente un impegno del 100 percento con una settimana di 5 giorni di almeno 40 ore. In Svizzera, la maggior parte dei datori di lavoro prevede una settimana di 42 ore. Questo modello di base, tuttavia, presenta dei limiti: da una parte non tutti i giovani vogliono ormai svolgere un tirocinio a tempo pieno e, dall’altro, ci sono gruppi target che non sono in grado di seguirlo. Si tratta di giovani genitori o adulti, o persone che hanno bisogno di guadagnare e a cui la retribuzione del tirocinio non basta. Se la formazione professionale vuole rappresentare un’opzione anche per questi gruppi target, è necessario allentare i tradizionali criteri applicati dalle scuole professionali e dai datori di lavoro e prevedere modelli orari diversi.
  • Inclusione: finora si è riusciti solo in misura limitata a rendere accessibile la formazione professionale alle persone con disabilità. È vero che si tratta di un obiettivo ambizioso, ma dovrebbe essere perseguito proprio in vista del target del 95 percento. Non tutte le professioni sono tali da precludere, per le loro stesse caratteristiche, un’inclusione positiva. Un progetto in corso nell’ambito del programma «Formazione professionale 2030» esamina dove vi sia il potenziale per una maggiore inclusione nella formazione professionale.
  • Permeabilità: dal punto di vista svizzero, gli sviluppi della formazione professionale superiore in Germania sono interessanti. Con la revisione della legge tedesca sulla formazione professionale (Berufsbildungsgesetzes, BBiG) del 2020, sono stati introdotti il «professional bachelor» e il «professional master». Questi titoli sottolineano l’equivalenza tra la formazione professionale e gli studi accademici e promuovono allo stesso tempo la mobilità internazionale delle persone in possesso di una qualifica professionale. Il professional bachelor corrisponde al livello 6 del Quadro europeo delle qualifiche (QEQ) e quindi equivale a un diploma di bachelor di una scuola universitaria. Il professional master corrisponde al livello 7 del QEQ e quindi a un diploma di master di una scuola universitaria. In Svizzera non esistono ancora denominazioni analoghe, anche se ci sono qualifiche simili nell’ambito della formazione professionale superiore. La Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI), competente in materia, preconizza una revisione della legge svizzera sulla formazione professionale nell’anno in corso, che preveda l’introduzione di diplomi di professional bachelor e professional master come titoli integrativi per le qualifiche della formazione professionale superiore. In tal senso ci si orienta agli sviluppi in Germania e in Austria.

Nel complesso, con la LFPr si è riusciti negli ultimi vent’anni a rendere la formazione professionale svizzera adatta alle esigenze del XXI secolo. La formazione professionale svizzera è riconosciuta a livello nazionale e internazionale e ha mantenuto la propria attrattiva per i giovani. Tuttavia, gli sviluppi demografici e la trasformazione tecnologica richiedono un continuo ulteriore sviluppo, in particolare nel campo della digitalizzazione e della collaborazione con l’industria.

Questo articolo si basa sulle seguenti fonti ed è stato in parte redatto utilizzando l’intelligenza artificiale: Rapporto sul sistema educativo svizzero 2023 del Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa (CSRE)

Riferimenti

Citazione

Marbet, P. (2024). Bilancio dopo 20 anni di legge sulla formazione professionale. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 9(6).

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