Formazione professionale in ricerca e pratica
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Studio pilota della SUPSI

La diffusione di una cultura della sostenibilità attraverso la formazione continua

Nella formazione continua universitaria, così come nella formazione professionale, assistiamo sempre più ad una spinta verso pratiche più sostenibili. Il tema è infatti di grande attualità, sia nel dibattito politico, sia nella letteratura scientifica. Le istituzioni scolastiche di tutti i livelli sono considerate attrici chiave per promuovere il cambiamento di mentalità che deve accompagnare la diffusione di una cultura della sostenibilità. Nel 2022, in occasione della pubblicazione del suo primo rapporto di sostenibilità, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) ha lanciato uno studio pilota per investigare lo stato dell’arte dei contenuti e delle pratiche relative alla sostenibilità nella formazione continua. Lo studio, oltre a fornire una fotografia della situazione attuale, aveva anche uno scopo formativo: intendeva infatti incoraggiare i responsabili e le responsabili dei programmi di formazione continua a promuovere ulteriormente una cultura della sostenibilità attraverso il contenuto e la progettazione di un corso. Infatti, i professionisti e le professioniste che seguono la formazione continua, grazie al loro legame con organizzazioni e aziende del territorio, favoriscono la diffusione di una cultura della sostenibilità innescando un effetto a cascata nell’intera società.


Il ruolo delle scuole universitarie nella diffusione di una cultura della sostenibilità

La transizione verso una società più sostenibile, come ampiamente promosso dall’Agenda 2030 e i suoi 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals SDGs), richiede una profonda riflessione sul ruolo della formazione e delle competenze richieste per attuare tali obiettivi. La scuola svolge infatti un ruolo fondamentale nella formazione di persone consapevoli e impegnate che parteciperanno al raggiungimento degli SDGs (Leal Filho et al., 2019).

In tal senso, il contributo che possono apportare le scuole universitarie è duplice:

  1. possono sviluppare soluzioni per affrontare le sfide esistenti legate alla sostenibilità e
  2. costituiscono dei “laboratori viventi” in cui sono incoraggiate la sperimentazione di innovazioni e l’influenza dei comportamenti della comunità (Swissuniversities, 2021).

Pertanto, le scuole universitarie dovrebbero andare oltre la loro funzione di trasferimento delle conoscenze sullo sviluppo sostenibile e diventare attrici chiave nella diffusione delle innovazioni e nella promozione di una cultura della sostenibilità (Zamora-Polo & Sánchez-Martín, 2019). Una recente rassegna bibliografica ha analizzato le buone pratiche delle scuole universitarie per implementare gli SDGs a livello di governance, insegnamento e ricerca (Gonçalves Serafini et al., 2022). Nell’ambito dell’insegnamento, molte iniziative riguardano l’integrazione degli SDGs nei nuovi curricula e in quelli già esistenti. Nonostante alcuni progressi, ci sono ancora diversi curricula in cui gli SDGs non sono affatto considerati (Chaleta et al., 2021; Ramos Torres, 2021). Inoltre, questa integrazione è spesso il risultato degli sforzi di insegnanti particolarmente sensibili e impegnati/e nella causa, e non di un processo istituzionale di diffusione della sostenibilità nei contenuti di insegnamento (Ramos Torres, 2021).

Per questi motivi, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) ha inserito lo sviluppo sostenibile nella strategia 2021-24 e ha presentato il suo primo rapporto di sostenibilità[1] nel 2022. Queste misure si basano su una concezione di sostenibilità “forte” (Daly, 1990), che riconosce i limiti nella disponibilità delle risorse del pianeta e vede la sostenibilità a livello ambientale come fondamento e prerequisito della sostenibilità a livello economico, culturale e sociale.

Il rapporto di sostenibilità SUPSI fornisce un’istantanea delle iniziative a favore della sostenibilità economica, sociale, culturale e ambientale della SUPSI e definisce le priorità d’azione. Inoltre, esso ha dato l’opportunità di presentare agli stakeholder esterni, come le organizzazioni e le imprese del territorio, le tendenze delle future professioni che dovranno implementare gli SDGs nei loro luoghi di lavoro e di fornire la formazione adeguata a futuri professionisti e professioniste (SDSN Italia e RUS, 2021). È in questo contesto che è stato lanciato uno studio pilota (Sauli, Belfiore, Bregoli & Assi, articolo accettato per pubblicazione) per indagare in che misura i principi della sostenibilità vengono trasmessi nella formazione continua (FC). Presentiamo qui di seguito i risultati principali.

La formazione continua come ponte tra scuola e azienda

La formazione continua universitaria si rivolge principalmente a professionisti e professioniste sul mercato del lavoro da diversi anni che hanno acquisito una notevole competenza nella loro professione. Spesso occupano posizioni dirigenziali o sono futuri manager.

Queste persone, grazie alla posizione nel mercato del lavoro e alle loro relazioni sul territorio, possono svolgere un ruolo preponderante nella diffusione della sostenibilità nell’intera società. I programmi FC costituiscono un’opportunità per rendere i professionisti e le professioniste maggiormente consapevoli del loro ruolo attivo sul mercato del lavoro locale, stimolando un approccio al management caratterizzato da una cultura di leadership, gestione e partecipazione sostenibili (García-Feijoo et al., 2020). Infatti, indipendentemente dal programma scelto, i partecipanti e le partecipanti alla formazione continua diventano attenti e attente nella loro pratica quotidiana e analizzano l’impatto che le loro scelte, le loro azioni e i loro metodi di gestione possono avere sulla protezione e la valorizzazione dell’ambiente, delle persone e della cultura. In maniera diversa ma simile, anche la formazione professionale, grazie al suo stretto legame con il mondo del lavoro, può agire quale facilitatrice nella diffusione di pratiche sostenibili.

Consapevoli di questo potenziale impatto su professionisti, professioniste e manager di vari settori, è stato lanciato uno studio pilota con i seguenti obiettivi:

  • Indagare il grado di applicazione dei principi di sostenibilità nei programmi FC.
  • Avere un impatto trasformativo incoraggiando i responsabili e le responsabili dei programmi FC a riflettere su come meglio promuovere e diffondere una cultura della sostenibilità nel loro pubblico.
  • A lungo termine, stimolare lo sviluppo sociale, economico, culturale e ambientale del territorio attraverso i programmi FC e la diffusione di modelli di leadership responsabile.

Lo studio pilota di autovalutazione della sostenibilità nell’offerta di formazione continua

Metodologia: diciannove responsabili di corso hanno valutato i rispettivi programmi di formazione continua (CAS, DAS e MAS) in vari settori (informatica, sanità, lavoro sociale, arte, economia e commercio, edilizia, ecc.) grazie a una checklist. I responsabili e le responsabili di corso sono delle figure chiave nella progettazione e nella gestione dei programmi FC. La checklist era suddivisa secondo le quattro dimensioni della sostenibilità – ambientale, sociale, economica e culturale – e 31 parole chiave ad esse correlate (ad esempio, per la sostenibilità sociale, “Promozione delle pari opportunità e di modelli di gestione della diversità” oppure “Equità intragenerazionale ed intergenerazionale”). Per ogni parola chiave, veniva chiesto al responsabile o alla responsabile di corso di:

  • Valutare la pertinenza rispetto al tema del corso (pertinente vs. non pertinente). Per misurare la pertinenza, è stato assegnato un punto a ciascuna parola chiave rilevante per il programma FC e zero punti per quelle non rilevanti. La somma di questi punti ha restituito un punteggio per ogni programma FC. Più il punteggio si avvicinava a 31, ovvero il numero totale di parole chiave, più i contenuti di sostenibilità erano trattati in un programma FC.
  • Valutare l’ampiezza del trasferimento, misurata su una scala da 0 a 6: “Il trasferimento avviene attraverso: 0= nessun trasferimento; 1 = una testimonianza; 2 = una lezione, seminario, webinar, conferenza, rivista/articolo; 3 = un workshop, laboratorio, evento; 4 = un modulo; 5 = un progetto finale; 6 = l’intero CAS/DAS/MAS”.
  • fornire una breve descrizione dei contenuti trasferiti: questa informazione è stata incrociata con l’ampiezza del trasferimento quale ulteriore verifica.

Due incontri in plenaria tra il gruppo di ricerca e i partecipanti e le partecipanti allo studio sono stati realizzati prima (kick-off) e dopo l’attività (follow-up). Il primo incontro serviva a spiegare gli obiettivi e la procedura dello studio pilota. Il secondo mirava a discutere i risultati. Questi momenti di scambio sono stati utili per innescare una riflessione su come meglio introdurre i principi della sostenibilità nella progettazione e nei contenuti dei corsi.

I risultati principali: la Figura 1 mostra la pertinenza delle quattro dimensioni della sostenibilità per ciascun programma FC. Innanzitutto, si osserva che le dimensioni sono rappresentate in maniera piuttosto equa; i temi relativi alla sostenibilità ambientale sono leggermente meno presenti nei corsi FC.

Nel grafico (figura 1) possiamo notare tre tendenze:

  • Alcuni corsi toccano in maniera estesa le quattro dimensioni della sostenibilità (parte superiore del grafico). Tra questi corsi, si osserva una sovra-rappresentazione di programmi FC già dedicati alla sostenibilità (ad esempio, CAS in Responsabilità sociale delle imprese, CAS in Cooperazione e sviluppo, MAS in Cultural Management).
  • Altri programmi FC (parte centrale del grafico), quali ad esempio, CAS in Sustainable Facility Management, CAS in Sostenibilità integrata degli edifici, CAS in Sustainable Innovation in Fashion, trattano tematiche relative alle quattro dimensioni della sostenibilità, ma in maniera leggermente meno estesa.
  • Infine, in una parte di programmi FC (parte inferiore del grafico), alcune dimensioni della sostenibilità sono scarsamente o per nulla rappresentate. La dimensione ambientale è la meno rappresentata (vedi ad esempio DAS in General Management, MAS in Tax Law, MAS in Gestione sanitaria).

Figura 1. Pertinenza delle quattro dimensioni della sostenibilità secondo i programmi FC.

Nota: lo score è stato calcolato assegnando un punto a ogni parola chiave pertinente menzionata per il programma FC. I punteggi totali per dimensione e per programma FC sono indicati tra parentesi.

I dati sull’ampiezza del trasferimento, misura volta a qualificarne meglio la natura e la portata, sono presentati nella Tabella 1. I risultati mostrano che i contenuti relativi alla sostenibilità sono trasferiti attraverso i corsi FC, ma spesso lo sono ad un livello che rimane ancora troppo generale. Infatti, possiamo osservare che il metodo di trasferimento più utilizzato è quello delle lezioni, dei webinar, delle conferenze e degli articoli, che potrebbe essere considerato un trasferimento relativamente contenuto. Tuttavia, va anche rilevato che per alcuni corsi i temi della sostenibilità sono legati a un intero modulo o addirittura all’intero programma, indice di un trasferimento esteso. Infine, le testimonianze sono il metodo meno utilizzato e, per alcune tematiche relative alla sostenibilità, non c’è alcun trasferimento.

Tabella 1. Frequenze delle diverse modalità di trasferimento nei programmi FC secondo le quattro dimensioni della sostenibilità.

I risultati relativi alla pertinenza e all’ampiezza del trasferimento dimostrano che si stanno compiendo sforzi per affrontare le questioni di sostenibilità nella FC, ma non ancora in modo esteso, soprattutto per quanto riguarda la dimensione ambientale, dimensione che spesso non viene percepita come trasferibile trasversalmente.

Infine, durante gli incontri in plenaria, i responsabili e le responsabili di corso hanno discusso e riflettuto sulla presenza o meno di contenuti legati alla sostenibilità nei loro corsi e sulle condizioni fornite dall’istituzione per agire a favore di una maggiore integrazione della sostenibilità. In particolar modo, hanno proposto azioni concrete per promuovere ulteriormente una cultura della sostenibilità nella progettazione dei programmi FC. Alcune di queste azioni riguardano: la mappatura delle competenze interne sui temi della sostenibilità per poter migliorare la collaborazione tra dipartimenti, la formazione del corpo docente alle tematiche della sostenibilità, l’analisi della sostenibilità interna nella gestione dei programmi FC (p. es. in termini di mobilità, consumi, pari opportunità, ecc.), oppure la creazione di un gruppo di lavoro sulla sostenibilità nella FC.

A seguito dello studio pilota…

Abbiamo potuto osservare diverse azioni nelle diverse aree dell’università. La maggior parte dei partecipanti e delle partecipanti allo studio pilota ha riposizionato il proprio corso – alcuni in modo esteso, altri in modo più mirato – ma tutti con l’obiettivo di integrare le quattro dimensioni della sostenibilità. Un altro dato interessante emerso in seguito è che gli aspetti della sostenibilità integrati nella progettazione o nella revisione del corso erano legati alle parole chiave più ricorrenti dello studio pilota. Infine, diversi suggerimenti emersi durante gli incontri in plenaria sono stati presi in considerazione e implementati alla SUPSI, come l’attivazione di un gruppo di lavoro per integrare meglio la sostenibilità nella FC.

Ci siamo rese conto che è necessario un periodo di sedimentazione e di maturazione affinché le azioni legate alla sostenibilità sortiscano degli effetti. Infatti, non abbiamo potuto osservare tali risultati al momento del follow-up, ma solo in seguito, sulla base di osservazioni e feedback raccolti per motivi non legati allo studio pilota, come il miglioramento della qualità o lo sviluppo della strategia FC.

Questi risultati dimostrano che lo studio pilota ha stimolato la curiosità, la pratica riflessiva e i comportamenti proattivi dei responsabili e delle responsabili di corso, instaurando una cultura della sostenibilità che si mantiene nel tempo. Si tratta di un’ulteriore conferma che il cambiamento delle convinzioni e delle pratiche che promuovono una maggiore integrazione della sostenibilità in una scuola universitaria è un’impresa che deve essere affrontata a piccoli e semplici passi, ma in modo sistematico a tutti i livelli dell’istituzione.

Conclusioni e prossimi passi

Lo studio ha permesso di mappare la copertura dei principi di sostenibilità nell’attuale offerta di programmi FC e di identificare potenziali aree di sviluppo. I risultati mostrano un ampio grado di applicazione dei temi legati alla sostenibilità, ma anche una tendenza a trattarli in maniera piuttosto superficiale. La dimensione ambientale è in generale la meno rappresentata.

Lo studio ha avuto anche uno scopo formativo e di sensibilizzazione, principalmente verso i responsabili e le responsabili di corso, ma indirettamente, secondo un effetto a cascata, anche verso il corpo insegnante e i partecipanti e le partecipanti ai corsi FC.

La trasversalità della sostenibilità è un tema importante emerso nelle riflessioni comuni: i partecipanti e le partecipanti allo studio sono diventati/e più consapevoli del fatto che la sostenibilità non si riferisce solo all’aspetto ambientale, ma comprende ogni sfera della vita (economica, sociale, culturale, ecc.). Inoltre, i temi della sostenibilità sono potenzialmente applicabili a ogni corso, indipendentemente dalla disciplina. Attualmente, i temi della sostenibilità sono ancora troppo ancorati alle discipline e spesso vengono trattati in modo superficiale, riducendo così il loro potenziale effetto trasformativo a livello di pratiche e di trasferimento nelle imprese e nelle organizzazioni. Questo risultato evidenzia la necessità di sensibilizzare e formare i vari attori FC (responsabili di corso, corpo insegnante) sulle competenze e abilità trasversali di cui i professionisti e le professioniste hanno bisogno per affrontare problemi sociali sempre più complessi e le questioni legate alla sostenibilità.

Un limite di questo studio riguarda una potenziale variabilità nelle risposte dovuta alle percezioni soggettive dei partecipanti e delle partecipanti nella valutazione del contenuto dei programmi e nella comprensione delle parole chiave.

Come ulteriore passo, vorremmo indagare l’applicazione dei principi di sostenibilità nella pianificazione e nella gestione dei programmi FC, come auspicato anche dai partecipanti e dalle partecipanti allo studio.

Infine, questo studio è stato realizzato nell’ambito della formazione continua universitaria. Tuttavia, grazie a caratteristiche comuni (il legame con le aziende del territorio o un insegnamento orientato alla pratica), potrebbe essere riprodotto anche nel contesto della formazione professionale.

Ringraziamenti: Desideriamo ringraziare Daniela Bruderer per il lavoro svolto nelle fasi di concezione, raccolta e analisi dei dati e tutti i responsabili e le responsabili di corso che hanno preso parte allo studio.

[1] Il rapporto è disponibile a questo indirizzo: https://www.yumpu.com/it/document/read/67221040/rapporto-di-sostenibilita-2021

Bibliografia

Citazione

Sauli, F., Belfiore, C., Bregoli, N., & Assi, J. (2023). La diffusione di una cultura della sostenibilità attraverso la formazione continua. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 8(8).

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