"Formazione professionale 2040 – prospettive e visioni": la formazione professionale non deve diventare una seconda scelta!
Rimanere forti in un mondo in cambiamento
La formazione professionale di base deve affrontare in modo più attivo le proprie sfide. Abbandoni, problemi di immagine e giovani in difficoltà sono tre ambiti problematici che richiedono reazioni coraggiose. Tra queste rientrano un miglior rapporto con gli apprendisti, l’integrazione delle lingue straniere in tutte le formazioni, setting di apprendimento più innovativi e campagne di immagine. Tutti i partner istituzionali sono chiamati a impegnarsi.
L’oggetto misterioso e la trasformazione digitale
Ciò dipende dal fatto che la formazione professionale di base si è adagiata troppo a lungo sui suoi punti di forza e sui suoi successi?
Ho assolto la mia formazione professionale di base all’inizio degli anni ’90 in un’azienda grafica. La transizione verso la produzione digitale e l’elaborazione delle immagini era già iniziata, e i primi grandi scanner a tamburo erano arrivati sul mercato. Il mio formatore aziendale era un esperto nella produzione analogica, un vero artista nell’uso di fotocamere, pellicole e prodotti chimici per lo sviluppo e il fissaggio delle immagini. Era considerato una “star”, perché era in grado di creare fotomontaggi tramite ricopiatura e sovrapposizione che all’epoca non avevano eguali. Quando Crosfield Electronics lanciò un computer che permetteva l’elaborazione digitale delle immagini, mi fu subito chiaro che molto presto non avremmo più avuto bisogno di pellicole. Il mio formatore non era tuttavia convinto della nuova tecnologia. Di fatto, la qualità delle prime scansioni era in effetti ancora difettosa e insufficiente. Così cercò di dimostrare che la produzione digitale poteva essere fermata grazie a un lavoro analogico ancora migliore e di alta perfezione. Come sappiamo oggi, si trattava di un tentativo disperato. Si rifiutò di imparare la tecnologia digitale e così, alcuni anni dopo, fu licenziato perché non poteva più essere impiegato nella produzione.
Quanto accaduto nel mio piccolo ambiente, è del resto qualcosa che si è verificato più volte, su piccola e grande scala, per interi secoli. Un esempio del passato: i costruttori di velieri reagirono all’emergere della navigazione a vapore montando vele aggiuntive, così da raggiungere una velocità superiore a quella dei piroscafi. Un esempio dei nostri tempi: il gruppo finlandese Nokia, un tempo leader di mercato, ha mancato l’ingresso nella tecnologia degli smartphone perché è rimasto troppo a lungo legato alla strada che aveva inizialmente intrapreso, e non credeva a ciò che pure era possibile intuire già anni prima della produzione del primo iPhone.
Anche la formazione professionale di base si trova oggi di fronte ad analoghe prove. Essa integra i giovani, apre prospettive alle persone migranti e fornisce risorse all’economia: la sua forza in Svizzera è indiscussa. Eppure, allo stesso tempo, sta evidentemente perdendo attrattività. Molti giovani abbandonano la formazione professionale di base, nel 2025 circa 10.000 posti di apprendistato sono rimasti vacanti, e gli apprendisti parlano di toni rudi e stress psicologico. Ciò dipende dal fatto che la formazione professionale di base si è adagiata troppo a lungo sui suoi punti di forza e sui suoi successi?
Ambiti problematici: quali sono i mali odierni della formazione professionale di base
Immagine e attrattività – specialmente nelle città e nella Svizzera romanda
La richiesta di otto settimane di vacanza e le reazioni negative dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri a riguardo, lasciano concludere che i punti di vista siano qui del tutto divergenti.
La formazione professionale di base è tuttora spesso considerata a livello internazionale come una “seconda scelta” (Cedefop 2024). In Svizzera, questa tendenza si riscontra in particolare nelle aree urbane e in alcune parti della Svizzera romanda. Nel Cantone di Basilea Città, un numero di giovani superiore alla media sceglie il liceo rispetto a quanto avviene nei Cantoni rurali, dove più giovani completano una formazione professionale di base. Ciò dimostra che in città l’immagine della formazione professionale è peggiore, e che vengono preferiti i percorsi formativi di carattere accademico. Proprio qui è necessario un lavoro mirato sull’immagine della formazione professionale per rendere visibile il percorso duale come equivalente.
Interruzioni della formazione: un segnale d’allarme
In Svizzera, circa il 24% dei contratti di tirocinio viene interrotto anticipatamente; nel 2019 tale percentuale era del 24,3% (UST 2023). È allarmante notare che il 62% delle interruzioni avviene durante il primo anno. Questi sono segnali del fatto che il sistema è strutturalmente a rischio – per esempio a causa di una scelta professionale errata, culture aziendali inadeguate, mancanza di supervisione o, molto semplicemente, stress eccessivo. Potrebbe essere che le aziende non si siano adattate a sufficienza alle esigenze dei giovani di oggi? La richiesta di otto settimane di vacanza e le reazioni negative dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri a riguardo, lasciano concludere che i punti di vista siano qui del tutto divergenti.
Difficoltà psicosociali e mancanza di sostegno
Le difficoltà psicologiche e l’eccessivo stress – spesso uniti a problemi privati – aumentano senza sosta, e tutti questi fattori influenzano l’abbandono della formazione (SUFFP 2022). Molti giovani, provenienti da contesti familiari protetti, si ritrovano all’età di 15 o 16 anni catapultati in un mondo del lavoro spesso rude, e ne vengono semplicemente sopraffatti. In molte aziende manca un sostegno sistematico, né esso è facilmente accessibile nelle scuole professionali. Stiamo forse chiedendo troppo ai nostri giovani? O forse il percorso liceale è semplicemente più comodo?
Soluzioni: come la formazione professionale di base può rimanere forte
Il ruolo chiave della cultura aziendale
Nelle aziende e nelle scuole vale lo stesso principio: dove dominano paura, gerarchia e pressione, non cresce la fiducia – e l’innovazione viene meno. Gli apprendisti hanno bisogno, oltre che di istruzioni, anche di partecipazione, feedback, sostegno e spazi di libertà. Le aziende e i settori che rendono ciò possibile riducono gli abbandoni e aumentano la propria attrattività (SUFFP 2022). Troppo spesso gli apprendisti sono ancora impiegati come manodopera a basso costo, addetti alle pulizie o manovali. L’attenzione alla loro formazione e la valorizzazione del loro lavoro rimangono purtroppo aspetti secondari. Anche le aziende formatrici hanno del resto il diritto di esigere prestazioni, nella misura in cui assolvono al loro compito centrale di luogo di apprendimento per la formazione pratica.
Gestire in modo attivo l’immagine
Soprattutto nei centri urbani, la formazione professionale di base duale deve acquisire più visibilità e la sua attrattività deve essere messa in risalto. Ciò può avvenire, per esempio, tramite eventi di rete, conferenze da parte di persone di riferimento o cooperazione con licei e scuole universitarie. Un campo finora ampiamente trascurato sono i genitori dei giovani. Se non si conosce il sistema, lo si affronta con diffidenza. Le campagne dovrebbero rivolgersi sia ai giovani sia ai loro genitori nelle città e negli agglomerati urbani in modo da rendere visibile il sistema duale come percorso di carriera e da mostrare possibili alternative di studio nella formazione professionale superiore e nelle scuole universitarie professionali.
Le lingue come fattore di attrattività
Al contrario, le aziende dovrebbero promuovere le lingue come parte integrante della formazione – riconoscendo il fatto che esse sono un fattore di creazione di valore e una fonte di innovazione.
La Svizzera è un paese plurilingue – con quattro lingue ufficiali e sempre più spesso l’inglese come lingua commerciale. Le competenze linguistiche sono pertanto decisive nella quotidianità lavorativa. Programmi come Erasmus+ o Movetia, pur consentendo soggiorni all’estero e promuovendo competenze linguistiche e interculturali, non vengono attivamente incoraggiati da molti attori della formazione professionale di base. La maggior parte delle aziende si concentra sull’apprendimento pratico – senza concedere spazio a componenti formative aggiuntive nell’ambito linguistico, delle competenze trasversali o di altre competenze avanzate. Al contrario, le aziende dovrebbero promuovere le lingue come parte integrante della formazione – riconoscendo il fatto che esse sono un fattore di creazione di valore e una fonte di innovazione. Naturalmente, ciò comporta ulteriori oneri. L’alternativa, tuttavia, è un ulteriore aumento della carenza di personale qualificato – e ciò avrà conseguenze ben più gravi rispetto alla decisione strategica di investire maggiormente nella formazione dei giovani.
Accogliere l’innovazione
I sempre più rapidi cicli di innovazione tecnologica stanno modificando molti settori professionali a grande velocità. Ciò deve essere considerato come un’opportunità, e deve essere integrato nelle situazioni di insegnamento-apprendimento. Le scuole professionali, i corsi interaziendali e le aziende dovrebbero lavorare in modo coerente con nuovi strumenti, accettare gli errori come chance di apprendimento e coinvolgere gli apprendisti nell’innovazione per aumentarne la motivazione e la maturità pratica. Nei Paesi Bassi, per esempio, presso l’Horti Garden Center di Westland, esiste una scuola professionale che coinvolge gli apprendisti nel proprio lavoro di ricerca nell’ambito dell’agricoltura sostenibile in serre high-tech. Essi vengono così introdotti alla ricerca e allo sviluppo nella pratica o nella formazione professionale di base. Oltre a ciò, vengono stimolati e sostenuti grazie al fatto che possono condurre propri, impegnativi progetti. Dovremmo magari fidarci di più dei nostri apprendisti?
Spazi di libertà, fiducia e intelligenza collettiva
Una buona leadership crea spazi per il dialogo, la sperimentazione, la riflessione e l’apprendimento tra pari. Gli apprendisti dovrebbero essere coinvolti fin da subito, come collaboratori a pieno titolo, nei processi e nelle discussioni nelle aziende, nei centri di corsi interaziendali o nelle scuole professionali. Chi è coinvolto si sviluppa più rapidamente di chi non lo è. In altre parole: i giovani hanno bisogno di compiti che li facciano crescere, di modelli a cui si possano ispirare e di team in cui si sentano proprio agio.
Visione 2040 – la formazione professionale di base come motore dell’innovazione e dell’integrazione
Se ciò avverrà, gli apprendisti non percepiranno il percorso duale come una scelta di seconda categoria, ma lo sceglieranno consapevolmente in quanto capace di offrire prospettive nel mondo del lavoro, riconoscimento e formazione continua.
Le tendenze già oggi riconoscibili sono destinate a rafforzarsi da qui al 2040. Se non riusciremo a contrastarle e a svilupparci ulteriormente, la formazione professionale di base perderà terreno.
Per le aziende e le associazioni di categoria è pertanto fondamentale adattarsi a tali tendenze e sviluppi. Se ciò avverrà, gli apprendisti non percepiranno il percorso duale come una scelta di seconda categoria, ma lo sceglieranno consapevolmente in quanto capace di offrire prospettive nel mondo del lavoro, riconoscimento e formazione continua – e tutto ciò in un’atmosfera lavorativa orientata alla loro formazione e in grado di valorizzarli. Se le aziende, i corsi interaziendali e le scuole professionali cooperano, garantiscono una buona cultura dell’apprendimento e promuovono la diversità linguistica e professionale, la formazione professionale di base svizzera rimarrà il motore centrale dell’integrazione, dell’innovazione e del progresso sostenibile.
Conclusioni
La formazione professionale di base è uno dei maggiori punti di forza della Svizzera: innovativa, inclusiva, vicina al mercato del lavoro. Tuttavia, la sua immagine non gode di buona salute, il numero di abbandoni è elevato e, soprattutto nelle città, essa viene percepita come poco attraente o come una seconda scelta. Una parte della soluzione risiede nello sviluppo continuo delle strutture; un’altra, importante parte nello sviluppo di una cultura della collaborazione – vale a dire culture dell’apprendimento che promuovano la fiducia, rafforzino la partecipazione, riconoscano l’apprendimento linguistico come una risorsa e coinvolgano gli apprendisti più attivamente di quanto accade oggi in spazi di sperimentazione aziendale. Tali ambienti di apprendimento renderanno la formazione continua un’offerta di prima scelta anche in futuro. Se si riuscirà a vivere questo atteggiamento, la Svizzera rimarrà un modello per la formazione duale in tutto il mondo anche nel 2040.
Riferimenti e fonti
- UFS (2023): Auflösungen von Lehrverträgen in der Schweiz
- Cedefop (2024): Improving VET image and attractiveness
- SUFFP (2022): Interruzione dei contratti di tirocinio
- Movetia (2025): Stage in Svizzera per apprendisti
- SUFFP (2024): Centro di competenza bili e lingue (CBL)
Citazione
Hüter, B. (2025). Rimanere forti in un mondo in cambiamento. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 10(11).