Dissertazione pubblicata da Chronos Verlag
Dall’apprendista alla persona in formazione
Chronos Verlag ha recentemente pubblicato la dissertazione Vom Lehrling zum Lernenden (“Dall’apprendista alla persona in formazione”): un lavoro che esamina come i giovani che frequentano una formazione professionale si siano trasformati, nel periodo compreso fra il 1950 e il 1970, da apprendisti laboriosi e conformisti a persone consapevolmente impegnate nella propria formazione e capaci di battersi per i propri diritti. Nel presente articolo, l’autrice delinea il ruolo fondamentale svolto da questi giovani per l’economia e la società, gettando luce su alcuni aspetti della ricerca sulla formazione professionale.
Il libro suggerisce risposte a domande centrali, quali: chi erano gli apprendisti? Come e dove venivano formati? Qual era la situazione delle donne nella formazione professionale?
Il libro Vom Lehrling zum Lernenden (“Dall’apprendista alla persona in formazione”) invita ad approfondire la percezione pubblica della figura dell’apprendista secondo una prospettiva storica[1]. In esso vengono presi in esame gli anni dal 1950 al 1970, che rappresentano un periodo particolarmente significativo per lo sviluppo della formazione professionale svizzera. In questo arco di tempo hanno avuto luogo, fra l’altro, la revisione della prima legge sulla formazione professionale (che era in vigore dal 1965), un forte ampliamento della componente scolastica nella formazione professionale di base e la creazione delle scuole medie professionali e tecniche.
Il libro suggerisce risposte a domande centrali, quali: chi erano gli apprendisti? Come e dove venivano formati? Qual era la situazione delle donne nella formazione professionale? Come trascorrevano il loro tempo libero i giovani in formazione professionale? In che modo la percezione pubblica della figura dell’apprendista è cambiata nel corso di questi vent’anni?
L’analisi del discorso ha consentito di individuare tre immagini di apprendista socialmente costruite attraverso questo arco di tempo: i giovani che frequentano una formazione professionale si sono evoluti dapprima da conformisti e seri lavoratori a soggetti bisognosi di protezione e di integrazione e quindi a persone consapevolmente impegnate nella propria formazione e capaci di battersi per i propri diritti.
Il presente contributo non intende tanto riprodurre i contenuti del libro, quanto seguire il suo obiettivo principale di porre le persone in formazione al centro dell’attenzione. Esso approfondisce due aree tematiche:
- L’irrinunciabile ruolo svolto dalle persone in formazione nel sistema di formazione professionale e nella società
- Il confronto scientifico con la realtà degli apprendisti nella ricerca storica e delle persone in formazione nel contesto attuale degli studi sulla formazione professionale
Le persone in formazione e il loro ruolo chiave nella formazione professionale svizzera
Ruolo centrale degli apprendisti già ai tempi delle corporazioni
Già nel sistema delle corporazioni gli apprendisti occupavano in Svizzera un ruolo chiave. Lo sviluppo e la stabilità delle professioni artigianali e la trasmissione delle tecniche tradizionali di produzione dipendevano in larga misura dalla formazione di nuove leve – anche se l’assolvimento di una formazione professionale di base all’interno di una corporazione era riservato solo a pochi figli di maestri artigiani o a giovani uomini provenienti da famiglie relativamente agiate. I maestri artigiani formavano gli apprendisti secondo il principio del “mostrare e fare ripetere”, trasmettendo loro direttamente le conoscenze professionali, le tecniche e i procedimenti di produzione nonché le stesse regole della formazione. In tal modo, gli apprendisti erano messi in grado di esercitare autonomamente il proprio mestiere.
Il ruolo chiave delle persone in formazione è rimasto
Accanto al luogo di formazione rappresentato dall’azienda si è sviluppato progressivamente anche l’insegnamento scolastico (a partire per esempio dal 1750 nel caso delle scuole di disegno).
Le strutture e i luoghi di formazione della formazione professionale di base si sono da allora profondamente trasformati. I giovani non vengono più formati all’interno di comunità familiari e non vivono più nell’economia domestica del maestro artigiano (Wettstein, 2020). Accanto al luogo di formazione rappresentato dall’azienda si è sviluppato progressivamente anche l’insegnamento scolastico (a partire per esempio dal 1750 nel caso delle scuole di disegno). Nonostante questa evoluzione verso un sistema duale (o triale), le persone in formazione, come vengono chiamate dall’ultima revisione della legge, continuano a rappresentare il cuore pulsante del sistema svizzero della formazione professionale. È grazie a loro che il sistema trova la propria legittimazione.
Di seguito mi propongo di delineare l’importanza centrale che avevano un tempo gli apprendisti e che hanno oggi le persone in formazione per il sistema della formazione professionale e per la società nel suo insieme.
- Lo sviluppo, l’immagine e la stabilità a lungo termine delle professioni per le quali è prevista una formazione – in particolare nel caso di rare professioni artigianali come la liuteria o l’arte della doratura – dipendono in larga misura dall’entusiasmo dei giovani. La loro scelta professionale contribuisce alla trasmissione delle tradizioni formative alle generazioni future (Controllo federale delle finanze, 2024).
- Le prospettive e le esperienze delle persone in formazione hanno fornito e continuano a fornire un contributo importante allo sviluppo delle formazioni professionali e della loro qualità. Già negli anni ’60 del secolo scorso gli apprendisti cominciarono a reclamare, accanto alla formazione pratica, anche una solida formazione scolastica, analoga a quella ricevuta dai loro coetanei di liceo. Queste rivendicazioni vennero recepite a livello politico, dando origine a dibattiti sul rafforzamento dell’insegnamento scolastico a loro destinato – si ricordi per esempio la Conferenza di Liestal del 1970 (cfr. Freidorfer, 2025, p. 168). Ancora oggi la voce delle persone in formazione viene tenuta in considerazione. La Legge sulla formazione professionale (LFPr 2002, art. 10) prevede esplicitamente “diritti di partecipazione delle persone in formazione” tanto in azienda quanto a scuola. Anche per quanto riguarda il potenziamento dell’attrattività della formazione professionale, la loro voce è considerata indispensabile (USI, 2025). Analogamente, esse possono fare valere le proprie istanze in diversi contesti pratici aziendali – per esempio all’interno di “consigli del personale” (Schweizerhof, 2025) o tramite moduli di feedback a scuola (p. es. Uri, 2025).[2]
- Il fenomeno della carenza di personale qualificato e quello dei posti di formazione che restano vacanti interessano anche la Svizzera. Nel 2024, una carenza di personale specializzato si è manifestata, per esempio, nei seguenti ambiti professionali: capicantiere, elettricisti, capimuratori, polimeccanici e specialisti nel settore della sanità (The Adecco Group & Istituto di sociologia dell’Università di Zurigo, 2024, p. 45; Controllo federale delle finanze, 2024). Le persone in formazione, con la loro disponibilità a intraprendere una formazione professionale di base e a parteciparvi attivamente, forniscono un contributo essenziale nel garantire il ricambio di personale qualificato e nel rafforzare il potenziale della forza lavoro.
- Le persone in formazione contribuiscono all’immagine del sistema svizzero della formazione professionale e alla valorizzazione della formazione professionale stessa – per esempio attraverso la partecipazione a concorsi professionali (SwissSkills e WorldSkills). Ai recenti WorldSkills di Lione del 2024, gli apprendisti svizzeri hanno vinto sette medaglie d’oro in diverse professioni.
- Con le loro competenze professionali esse contribuiscono in modo determinante alla competitività economica della Svizzera.
Persone in formazione oggi e ieri nella ricerca sulla formazione professionale
Persone in formazione nella ricerca attuale sulla formazione professionale
Anche se le persone in formazione rappresentano un elemento imprescindibile della formazione professionale, esse non vengono spesso tenute in considerazione nella ricerca svizzera contemporanea sulla formazione professionale come soggetti con le loro esperienze, attitudini e valori.
Anche se le persone in formazione rappresentano un elemento imprescindibile della formazione professionale, esse non vengono spesso tenute in considerazione nella ricerca svizzera contemporanea sulla formazione professionale come soggetti con le loro esperienze, attitudini e valori. Questioni relative alla loro soddisfazione, alla loro salute psichica o alla loro resilienza hanno in ogni caso trovato spazio in due ampie indagini (Yousty, 2023; Schmocker et al., 2024). Oltre a ciò, sono state condotte ricerche sullo sviluppo della loro identità professionale – per esempio nel settore del commercio al dettaglio (Duemmler et al., 2017; Felder et al., 2020). Le persone in formazione sono state oggetto di studio anche nell’ambito di contesti più ampi, per esempio in relazione all’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale o della motivazione all’apprendimento. Tuttavia, in quanto soggetti, restano per lo più in secondo piano – e domande come le seguenti sembrano ricevere poca attenzione: chi sono gli apprendisti di oggi? Qual è la loro percezione di sé? Come trascorrono il loro tempo libero?
Persone in formazione nella ricerca storica sulla formazione professionale
Anche nella ricerca storica ci sono attualmente solo approfondimenti marginali sui giovani impegnati in una formazione professionale. Tra i pochi lavori a riguardo si annovera quello di Esther Berner (2019), che affronta la figura dell’apprendista dal punto di vista del discorso giuridico svizzero. Anche Lorenzo Bonoli (2017) ha trattato questa tematica nell’ambito delle sue ricerche, descrivendo gli apprendisti nel loro multiplo ruolo di giovani lavoratori, persone in formazione, minorenni e persone in fase di crescita. Ancora, Emil Wettstein, nei suoi numerosi scritti dedicati alla storia della formazione professionale in Svizzera, si è occupato più volte dei giovani impegnati in una formazione professionale (Wettstein, 2020), analizzando peraltro in modo approfondito anche le dimensioni semantiche del termine tedesco Lehrling (Wettstein, 2010).
Gli apprendisti come oggetto di ricerca prima dell’inizio dell’attuale millenio
Nel periodo esaminato, vale a dire dal 1950 al 1970, gli apprendisti furono ripetutamente al centro di indagini e relazioni scientifiche. A mettere per iscritto le proprie esperienze e osservazioni non erano soltanto ricercatori, ma anche responsabili della formazione professionale (quali responsabili degli Uffici della scuola professionale o docenti). Fra le altre, spicca la figura di Erwin Jeangros, giurista, pedagogista ed ex direttore dell’Ufficio cantonale per la formazione professionale di Berna. Nei suoi scritti, Jeangros si occupò della situazione degli apprendisti in Svizzera (1934), della loro “educazione alla professione” (1950), del loro comportamento in gruppi giovanili e con altri apprendisti (1953) nonché delle loro abitudini di lettura (1954). Numerose indagini sugli apprendisti sono altresì dovute a Hans Chresta, psicologo sociale ed ex direttore dell’Ufficio della scuola professionale del Cantone di Zurigo. Questi svolse, fra l’altro, ricerche sul comportamento degli apprendisti nei confronti del cinema e della televisione (1958), sull’organizzazione del loro tempo libero e sul loro comportamento all’interno di gruppi giovanili (1970).
Negli anni settanta del secolo scorso, la ricerca sugli apprendisti vide un’intensa attività di studio sulla formazione della loro personalità. Aspetti come la promozione delle competenze sociali o il rafforzamento del loro entusiasmo verso la formazione continua acquisirono sempre più importanza. A partire dagli anni otttanta, quindi, la ricerca sugli apprendisti conobbe un vero e proprio rilancio. A determinare tale fenomeno furono, tra l’altro, gli sforzi compiuti “a partire dal 1970 per l’affermazione della ricerca sulla formazione professionale ovvero di una ricerca sulla pedagogia della formazione professionale” (Freidorfer, 2025, p. 31). Di fatto, presso l’Ufficio della scuola professionale del Cantone di Zurigo esisteva già dal 1970 un Istituto per la ricerca sulla formazione e per la pedagogia della formazione professionale (Institut für Bildungsforschung und Berufspädagogik). Oltre a ciò, Chresta si impegnò per l’affermazione di una ricerca che si occupasse anche della “psicologia degli apprendisti” (Freidorfer, 2025, p. 31). Nel 1972, infine, fu fondato l’Istituto Svizzero di Pedagogia per la Formazione Professionale (ISPFP), tra i cui ambiti di competenza figurava anche la ricerca in materia di formazione professionale.
Esemplare per la molteplicità dei lavori di ricerca pubblicati negli anni ottanta è quello di Anthamatten et al. (1981). Nella loro indagine gli autori si occuparono delle condizioni di vita e di formazione degli apprendisti dell’Alto Vallese, somministrando a 809 persone un questionario con domande sulla loro soddisfazione in azienda e a scuola, l’organizzazione del loro tempo libero e i loro interessi politici. Nel lavoro di Fritschi & Wyss (1981) al centro dell’attenzione si trovavano le questioni della formazione professionale e della personalità degli apprendisti. In modo analogo, Kraft et al. (1985) si occuparono della situazione degli apprendisti e dei cambiamenti della loro personalità nel corso della formazione. Ancora, Steiner e Villiger (1986), con il loro progetto “Education et vie active”, svolsero ricerche sullo sviluppo della personalità degli apprendisti durante la formazione professionale di base, occupandosi altresì delle loro carriere. Uno dei loro principali obiettivi consisteva nel creare basi per il miglioramento della formazione stessa.
Conclusioni
Le persone in formazione apportano un contributo importante al mantenimento delle tradizioni professionali e alla stabilità delle professioni in generale, garantendo il ricambio di personale qualificato e sostenendo l’innovazione e la competitività della Svizzera. Il loro benessere, il loro entusiasmo nell’apprendere una professione e il loro impegno nel formarsi sono altrettanti fattori di “salute” di un sistema di formazione professionale.
Il libro qui presentato analizza, con uno sguardo retrospettivo, la realtà dei giovani in formazione professionale, il modo in cui vengono percepiti a livello sociale e la loro evoluzione nel periodo compreso tra il 1950 e il 1970.
Il libro qui presentato analizza, con uno sguardo retrospettivo, la realtà dei giovani in formazione professionale, il modo in cui vengono percepiti a livello sociale e la loro evoluzione nel periodo compreso tra il 1950 e il 1970. Le conoscenze acquisite durante tale periodo possono peraltro contribuire a interpretare e comprendere meglio gli sviluppi odierni. Di fatto, le seguenti domande appiono ancora oggi centrali nella ricerca e nella pratica della formazione professionale:
- Cosa sappiamo sulle persone in formazione?
- Quale è il loro livello di benessere, soprattutto considerando il loro continuo alternarsi tra il mondo scolastico e quello lavorativo, nonché l’applicazione dei contenuti appresi a scuola nella realtà pratica del lavoro?
- Sono soddisfatte della loro formazione e della loro vita?
- Percepiscono come significativo il tempo da loro trascorso in formazione?
- Avvertono riconoscimento e apprezzamento da parte della società e provano un senso di appartenenza?
Bibliografia
- Anthamatten, R., Finger, M., & Jäger, S. (1981). Vom Lehrling zum Leerling? Eine repräsentative, wissenschaftliche Durchleuchtung des Lehrlingsalltages in einem wirtschaftlichen Randgebiet. Heinz Weber.
- Berner, E. (2019). Der «Lehrling»: Qualifizierung einer Kategorie im schweizerischen Rechtsdiskurs (1870–1930): Die «Economie des conventions» in der Bildungsforschung. In C. Imdorf, R. J. Leemann, & P. Gonon (Hrsg.), Bildung und Konventionen: Die «Economie des conventions» in der Bildungsforschung. (1., S. 311–340). Springer Fachmedien Wiesbaden.
- Berufs- und Weiterbildungszentrum (bwz) Uri (2025). «Lernende».
- Bonoli, L. (2017). An Ambiguous Identity. The figure of the apprentice from the XIX century up to today in Switzerland. In F. Marhuenda (Hrsg.), Vocational Education beyond Skill Formation. VET between Civic, Industrial and Market Tensions. (S. 31–49).
- Bundesgesetz über die Berufsbildung (Berufsbildungsgesetz, BBG) (2004).
- Chresta, H. (1958). Moderne Formen der Jugendbildung. Literatur. Film. Radio. Fernsehen. Artemis.
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- Duemmler, K., Caprani, I., & Felder, A. (2017). Berufliche Identität von Lernenden im Detailhandel: Studienergebnisse und Schlussfolgerungen für die Berufsbildung. Ein Ratgeber für Lehrpersonen und Berufsbildner/-innen. Eidgenössisches Hochschulinstitut für Berufsbildung.
- Eidgenössische Finanzkontrolle (EFK) (2024). Querschnittsprüfung der Massnahmen gegen Fachkräftemangel in ausgewählten Berufen.
- Felder, A., Caprani, I., & Duemmler, K. (2020). Die Bedeutung der betrieblichen Berufspraxis. Wie berufliche Identität im Betrieb gefördert wird. Transfer, Berufsbildung in Forschung und Praxis, 1.
- Freidorfer, L. (2025). Vom Lehrling zum Lernenden. Zur Wahrnehmung Jugendlicher in beruflicher Ausbildung im Zuge der Transformation der beruflichen Bildung in den Jahren von 1950 bis 1970. Chronos.
- Fritschi, W., & Wyss, H.-R. (1981). Ausformen statt einschleifen. Ein Modell für die Berufs- und Persönlichkeitsbildung. Rentsch.
- Jeangros, E. (1934). Unsere berufliche Jugend. Verlag für Berufsbildung.
- Jeangros, E. (1950). Lehrtochter und Lehrling in der Erziehung zum Beruf. Kantonalen Amtes für berufliche Ausbildung Bern.
- Jeangros, E. (1953). Um die Jugend- und Lehrlingsgruppen. Kantonales Amt für berufliche Ausbildung Bern.
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Citazione
Freidorfer, L. (2025). Dall’apprendista alla persona in formazione. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 10 (14).
