Sondaggio tra gli apprendisti in Svizzera, seconda parte: come vivono gli apprendisti la propria formazione?
Molti si trovano a dover affrontare sfide, ma pochi ne vengono sopraffatti
La formazione professionale di base è un elemento centrale del sistema formativo svizzero e, per la maggior parte dei giovani, essa costituisce il primo passo nel mondo del lavoro. Come vivono tuttavia gli apprendisti la propria formazione in prima persona? È questa la domanda centrale dello studio “Salute psichica degli apprendisti nella formazione professionale di base”. I suoi autori ne riassumono i principali risultati in quattro contributi, tutti pubblicati da Transfer. Il secondo testo è dedicato alle sfide che i giovani si trovano ad affrontare durante la propria formazione professionale di base, a ciò che li rafforza e a ciò che li pone sotto stress.
Oltre a ciò, la maggior parte di essi riferisce di trovare la formazione professionale di base in generale avvincente, di essere fiera di lavorare nella propria azienda formatrice e di avere la sensazione di svolgere un lavoro utile. Quasi il 90% degli apprendisti si dichiara soddisfatto della professione scelta.
La formazione professionale di base è complessivamente percepita in modo positivo dalla grande maggioranza degli apprendisti: tre quarti di essi affermano infatti di trovarsi in essa bene o molto bene. Il 56% raccomanderebbe la propria azienda formatrice senza riserve. Le ragioni più frequentemente citate a questo proposito sono un team che li supporta (48%), una piacevole atmosfera di lavoro (25%) e un luogo di formazione di buona qualità (17%). Al contrario, il 33% degli apprendisti raccomanderebbe la propria azienda formatrice solo con riserve e l’11% non la raccomanderebbe affatto (maggiori informazioni sui motivi sono riportate di seguito). Oltre a ciò, la maggior parte di essi riferisce di trovare la formazione professionale di base in generale avvincente, di essere fiera di lavorare nella propria azienda formatrice e di avere la sensazione di svolgere un lavoro utile. Quasi il 90% degli apprendisti si dichiara soddisfatto della professione scelta. Si tratta insomma di risultati incoraggianti.
Informazioni sullo studio
Nell’ambito dello studio «Salute mentale degli apprendisti in formazione professionale. Biografia, stress, crescita e fattori di successo degli apprendisti nella formazione professionale duale in Svizzera», nell’inverno 2024/25 sono stati intervistati circa 45 000 giovani provenienti da tutte le regioni linguistiche, creando una base di dati unica in termini di partecipazione e approfondimento. Sono state raccolte informazioni su come gli apprendisti vivono la loro formazione, cosa li motiva e li rafforza, ma anche cosa li stressa. Inoltre, è stato chiesto agli intervistati come valutano la loro salute mentale e sono stati indagati i fattori familiari, sociali o scolastici correlati a essa. Lo studio è stato condotto da WorkMed AG, un centro per il lavoro e la salute mentale che si occupa di tali argomenti nella pratica e nella ricerca.
Ulteriori informazioni metodologiche sono disponibili nel primo articolo pubblicato su Transfer.
L’inizio della formazione
La grande maggioranza degli apprendisti ha scelto consapevolmente la professione per la quale svolge attualmente una formazione di base, sentendosi pronta e desiderosa di iniziare. Solo per il 18% l’attuale formazione costituisce una soluzione di ripiego. Le ragioni più comuni per il desiderio di svolgere la formazione sono:
- desiderio di guadagnare denaro (88%)
- possibilità di svolgere un’attività interessante (83%)
- acquisizione di autonomia e responsabilità (81%)
- fare qualcosa di utile (81%).
Oltre al desiderio di cominciare, molti provano tuttavia anche delle preoccupazioni, le più frequenti delle quali sono:
- ritrovarsi con eccessivi compiti scolastici (63%)
- orario di lavoro e ferie (63%)
- mancanza di comprensione in caso di errori o di difficoltà (60%).
Gli apprendisti si sentono auto-efficaci
Considerando il grande cambiamento e la conseguente incertezza, simili preoccupazioni appaiono comprensibili e “normali”. Nonostante questi timori, secondo il sondaggio, gli apprendisti affrontano la nuova situazione molto bene: quasi tutti (90%) pensano di poter gestire abbastanza bene o molto bene le sfide che la propria formazione comporta, sentendosi in tal modo auto-efficaci. Anche l’”auto-efficacia professionale” è valutata positivamente. Oltre l’80% degli apprendisti concorda in parte o completamente con l’affermazione di essere all’altezza delle esigenze e di possedere le competenze richieste. Tali dati indicano chiaramente che la grande maggioranza di essi possiede una forte resilienza. La sensazione di autoefficacia cresce peraltro nel corso della formazione stessa.
Inoltre, un gruppo notevolmente più piccolo (ma non trascurabile) di apprendisti riferisce di affrontare le proprie difficoltà nella formazione con minore serenità e di fidarsi meno delle proprie capacità di risoluzione dei problemi.
Si notano in ogni caso delle differenze di genere: gli uomini mostrano valori più elevati sia riguardo all’autoefficacia sia riguardo alla sensazione di controllo rispetto alle donne. Inoltre, un gruppo notevolmente più piccolo (ma non trascurabile) di apprendisti riferisce di affrontare le proprie difficoltà nella formazione con minore serenità e di fidarsi meno delle proprie capacità di risoluzione dei problemi.
Le aziende formatrici possono fare molto per promuovere il senso di fiducia negli apprendisti: un accompagnamento durante il primo giorno, per esempio, facilita l’inizio della nuova fase della loro vita. Gli apprendisti ritengono altresì utili un giorno di benvenuto e un programma fisso di introduzione. Circa un terzo di essi ha partecipato a un evento insieme ai propri genitori, anche se non sempre con entusiasmo: gli eventi dedicati ai genitori sono considerati come i meno utili in assoluto. Qui si nota una discrepanza tra la prospettiva degli apprendisti e quella dei formatori in azienda. Per i formatori in azienda, i genitori e le altre persone di riferimento sono infatti particolarmente importanti, soprattutto quando nel corso della formazione professionale emergono delle difficoltà: di fatto, una maggiore presenza e un maggiore sostegno da parte dei genitori è il bisogno che esprimono più frequentemente (Schmocker et al., 2022).
Sviluppo personale molto forte grazie alla formazione professionale di base
Uno dei risultati più importanti, che in questa misura era francamente inaspettato, è il forte, ampio e positivo sviluppo personale che gli apprendisti sperimentano durante la propria formazione professionale di base. Circa l’80-90% di essi si sente più responsabile, più diligente, più ambizioso, più socialmente e generalmente competente rispetto a prima. Oltre a ciò, una grande maggioranza riferisce di un miglioramento nella propria perseveranza. Ciò che è altresì impressionante è che circa la metà degli apprendisti si sente più motivata ad alzarsi la mattina rispetto a quando andava a scuola, anche se per la maggior parte di essi la sveglia suona prima. Il ritmo di vita dei giovani cambia: si addormentano più tardi alla sera e desiderano dormire più a lungo al mattino (Liamlahi, Hug & Benz, 2019) – e questo risultato esprime chiaramente la loro motivazione. Dei 15 possibili progressi indicati, gli apprendisti riscontrano in media (grandi) progressi in 12 aree. I risultati sottolineano insomma come la formazione professionale di base rappresenti un’enorme opportunità per i giovani, permettendo loro di crescere non soltanto dal punto di vista professionale, ma anche da quello personale. Già Basler e Kriesi (2022) avevano del resto indicato come gli apprendisti traggano beneficio dalla frequenza di una formazione professionale di base anche per lo sviluppo della persona.
I risultati mostrano che gli apprendisti possiedono una convinzione di poter controllare le situazioni (55% negli uomini e 72% nelle donne) molto più bassa rispetto al complesso della popolazione svizzera.
Anche il “locus of control” per come viene percepito dagli apprendisti è stato oggetto dell’indagine. Con ciò, si intende il grado in cui una persona crede che l’accadere di un evento nella propria vita dipenda dal proprio comportamento (Rotter, 1966). Più tale convinzione è sviluppata, più forte è la fiducia della persona nella sua capacità di plasmare la vita secondo le proprie intenzioni e meno significativo l’impatto in termini di stress psicologico. Al contrario, le persone si sentono maggiormente in balia degli eventi e impotenti quando credono che ciò che fanno non abbia importanza (tanto non cambierà comunque niente), con la conseguenza di subire maggiormente lo stress psicologico. I risultati mostrano che gli apprendisti possiedono una convinzione di poter controllare le situazioni (55% negli uomini e 72% nelle donne) molto più bassa rispetto al complesso della popolazione svizzera (20%, Schuler et al., 2016). Ciò non sorprende, in quanto gli apprendisti, rispetto agli adulti, hanno meno esperienza nel prendere decisioni e nell’agire in modo autonomo, in quanto molte delle decisioni che li riguardano sono ancora prese dai loro genitori, insegnanti o formatori. Nella formazione professionale di base, a seconda della situazione, si muovono inoltre in un ambiente più o meno gerarchico e con un limitato margine di manovra. Questa dipendenza dagli altri, così come il concetto di sé ancora in via di sviluppo, può portare gli apprendisti a valutare come inferiori le proprie possibilità di influenzare gli eventi, e quindi a possedere un indice di controllo più basso.
La formazione può essere dura
Da un lato, gli apprendisti riferiscono molto spesso di avere un’esperienza estremamente positiva della propria formazione professionale di base; dall’altro anche di preoccupazioni, paure o problemi psicologici. Alla domanda riassuntiva su come la formazione influenzi complessivamente il loro benessere, la metà di essi riferisce di effetti positivi, un terzo di effetti negativi e il 15% di non notare alcuna influenza. Che cosa si nasconde dietro a tutto ciò? Le nuove richieste che si trovano a dover soddisfare una volta iniziata la formazione (nuovi orari in presenza, inserimento nel “mondo degli adulti” e nel nuovo ruolo, nuove esigenze di auto-organizzazione, aspettative e requisiti nei diversi luoghi di formazione), insieme alla riduzione del tempo libero, costituiscono per gli apprendisti elementi significativi – e ciò spiega forse la percezione negativa della formazione sul loro benessere. Oltre la metà di essi dedica diverse volte a settimana parte del proprio tempo libero allo svolgimento di compiti scolastici, quali lo studio o la stesura di lavori scritti. Rispetto a prima dell’inizio della formazione, circa il 40% degli apprendisti riduce la proprie attività durante il tempo libero.
Circa la metà degli intervistati ha pensato almeno una volta di interrompere la formazione. Le cause di ciò sono soprattutto il fatto di sentirsi sopraffatti e di avere la sensazione (che viene talora loro trasmessa) di non essere capaci a fare nulla.
Circa la metà degli intervistati ha pensato almeno una volta di interrompere la formazione. Le cause di ciò sono soprattutto il fatto di sentirsi sopraffatti e di avere la sensazione (che viene talora loro trasmessa) di non essere capaci a fare nulla. Un altro importante motivo è costituito dalle difficoltà interpersonali: problemi con i formatori in azienda, gli insegnanti o un basso livello di benessere nel team o nella classe. Quanti si sentono supportati dai propri formatori in azienda prendono in considerazione l’idea di interrompere la formazione professionale di base molto meno frequentemente. Ciò evidenzia l’importanza del rapporto tra i formatori e apprendisti, nonché dell’atmosfera di lavoro in generale.
Perché gli apprendisti che pensano di interrompere la propria formazione professionale di base tuttavia poi non lo fanno? La grande maggioranza (81%) non vuole arrendersi. Il non voler arrendersi e il volere “portare a termine” qualcosa, è in linea di massima un atteggiamento molto positivo e un fattore centrale di resilienza. Oltre alla “propria volontà”, anche l’ambiente sociale può essere determinante. Infatti, per molti apprendisti risulta d’aiuto che qualcuno creda in loro e li incoraggi, nonché il fatto che i genitori si aspettino che continuino. Ciò vale in particolare per gli apprendisti che hanno una bassa autostima, che dubitano di sé stessi e che non si fidano delle proprie capacità.
I rapporti e l’atmosfera in azienda sono decisivi
Nello studio è emerso che, in particolare, le relazioni interpersonali e l’ambiente sociale giocano un ruolo importante nel determinare come gli apprendisti si sentano durante la propria formazione e come la vivano. In generale, i risultati sottolineano l’importanza delle buone relazioni nel contesto lavorativo: una grande maggioranza è soddisfatta dei propri formatori in azienda (81%). Ciò si manifesta soprattutto nel fatto che gli apprendisti si sentono ben supportati a livello professionale e presi sul serio. Un quadro molto simile emerge per quanto riguarda i docenti responsabili di classe nella scuola professionale. La grande maggioranza degli apprendisti (oltre l’80%) trova un ambiente di lavoro cordiale e rispettoso nelle aziende formatrici, si sente incoraggiata e percepisce un buon senso di coesione. La loro esperienza conferma così la valutazione di diversi altri studi che attestano di norma un elevato grado di motivazione e di impegno da parte dei formatori in azienda nell’accompagnare gli apprendisti (cfr. Egger et al., 2024, Schmocker et al, 2022).
Le motivazioni per cui gli apprendisti raccomandano un’azienda formatrice lo confermano. I fattori decisivi sono soprattutto un team che li supporta e l’atmosfera lavorativa. Alcune dichiarazioni esemplificative a riguardo sono: “Ottimo ambiente, tutti sono molto gentili, puoi sempre chiedere se qualcosa non è chiaro” oppure “Il formatore in azienda è molto gentile, mi spiega tutto in dettaglio e se non capisco lo ripete anche più volte.” (Testi presi dal campo a risposta libera).
Oltre ai formatori in azienda, anche gli altri collaboratori del team forniscono un contributo molto importante affinché la formazione venga vissuta dagli apprendisti in modo positivo. Come ci si rapporta all’interno del team?
Viceversa, l’azienda non viene raccomandata o viene raccomandata solo con riserve quando i suoi collaboratori sono percepiti come scortesi e aggressivi. Esempi a tal proposito sono: “Il mio capo ha forti sbalzi d’umore“, “Molti sparlano alle spalle, non ci si può fidare di nessuno” o ancora “Ambiente tossico (il capo urla, si beve alcol al lavoro, ecc.) e assunzione di molte responsabilità in fretta (troppe per una persona che sta svolgendo una formazione professionale di base).” (Testi presi dal campo a risposta libera). Oltre ai formatori in azienda, anche gli altri collaboratori del team forniscono un contributo molto importante affinché la formazione venga vissuta dagli apprendisti in modo positivo. Come ci si rapporta all’interno del team? C’è un rapporto amichevole e rispettoso? Com’è il clima lavorativo? Gli apprendisti vengono presi sul serio?
Per quanto la percezione generale sia positiva, emerge un aspetto relazionale che viene valutato in modo decisamente più negativo: un quarto degli apprendisti ha la sensazione che i formatori in azienda non si interessino a come stanno (per i docenti della scuola professionale tale percentuale sale al 45%) e il 23% di essi ritiene che i formatori in azienda (per i docenti tale cifra è del 37%) non li sosterrebbero in caso di difficoltà. Quando si tratta di temi e problemi personali, insomma, le persone responsabili appaiono meno presenti. Ciò può essere collegato alle incertezze dei formatori in azienda, che si sentono spesso insicuri quando si tratta di affrontare argomenti “psicologici”, anche nel caso in cui abbiano già molta esperienza professionale (Schmocker et al. 2022). Allo stesso tempo, gli apprendisti raramente si rivolgono ai responsabili della loro formazione (nel 30% dei casi) se non si sentono bene o stanno pensando a un abbandono. Ciò significa che da entrambe le parti c’è riluttanza ad affrontare problemi di carattere personale o psicologico. C’è quindi da chiedersi se l’opinione diffusa che i “giovani” affrontino in modo completamente diverso il tema dei problemi psicologici sia davvero corretta. Almeno nel contesto della formazione e del lavoro sembra persistere una barriera a parlare di certi temi.
Impulsi per la prassi
- Inizio della formazione: stretto accompagnamento durante le prime settimane e integrazione nel team.
- Mostrare interesse: una misura preventiva che può essere applicata da tutti nella vita di tutti i giorni e che può avere un grande effetto.
- Mantenere il rispetto: prestare attenzione a un’atmosfera di lavoro amichevole. Alzare la voce è un tabù.
- Rafforzare l’auto-efficacia: incoraggiare gli apprendisti a osare, avere fiducia in loro, credere in loro, incoraggiarli a perseverare anche quando le cose si fanno difficili – restando tuttavia attenti ai segnali di carico eccessivo.
- Creare un buon clima di apprendimento: praticare una cultura degli errori aperta, mantenere la porta aperta per incertezze, problemi, domande.
Il primo contributo allo studio è disponibile qui.
Fonti
- BMBF (2024). Berufsbildungsbericht 2024. Berlin: Bundesministerium für Bildung und Forschung.
- Bundesrat (2003). Verordnung über die Berufsbildung (Berufsbildungsverordnung, BBV) vom 19. November 2003 (Stand am 1. April 2022) (Vol. SR 412.101). Bern: Bundeskanzlei.
- Bundesversammlung (2002). Bundesgesetz über die Berufsbildung (Berufsbildungsgesetz, BBG) vom 13. Dezember 2002. Bern: Bundesversammlung der Schweizerischen Eidgenossenschaft.
- Dornmayr, H. (2023). Lehrlingsausbildung im Überblick 2023: Strukturdaten, Trends und Perspektiven. Wien: ibw – Institut für Bildungsforschung der Wirtschaft.
- Ebbinghaus, M., & Dionisius, R. (2020). Betriebliche Ausbildungskooperationen: Analysen zu Kooperationsbereichen und -mustern auf Grundlage des Referenz-Betriebs-Systems (RBS). Berufsbildung in Wissenschaft und Praxis(4), 16–20.
- Gertsch, M. (1999). Der Lehrstellenbeschluss 1 – Evaluation: Ausbildungsverbünde. Bern: BBT / Koordinationsstelle für Weiterbildung der Universität Bern.
- Lachmayr, N. (2009). Chancen und Barrieren von Ausbildungsverbünden: Die Sicht österreichischer Unternehmen. BWP(3), 52–55.
- Leemann, R. J. (2019). Educational Governance von Ausbildungsverbünden in der Berufsbildung – die Macht der Konventionen. In Langer, R. / Brüsemeister, T. (Hrsg.), Handbuch Educational Governance Theorien (S. 265–287). Wiesbaden: Springer Fachmedien Wiesbaden.
- Maurer, M., Zanola, L., & Hauser, K. (2024). Ausbildungsverbünde: Zusammenarbeit im Kontext von Lehrstellen- und Fachkräftemangel. Bern: hep.
- SKBF (2023). Bildungsbericht Schweiz 2023. Aarau: Schweizerische Koordinationsstelle für Bildungsforschung.
Citazione
Schmocker, B., Anastasiou, K., Heimgartner, D., & Baer, N. (2025). Molti si trovano a dover affrontare sfide, ma pochi ne vengono sopraffatti. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 10 (12).