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Partecipazione digitale delle persone con disabilità nella formazione professionale

Potenziali non sfruttati

I media digitali possiedono un grande potenziale per l’integrazione delle persone con disabilità nella formazione professionale. Come dimostra uno studio della Scuola di lavoro sociale della Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale (FHNW), questo potenziale è tuttavia in gran parte non sfruttato. Ciò conferma l’impressione che, a nove anni dalla sua ratifica, l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità lasci ancora a desiderare. Il presente documento identifica le principali sfide alla partecipazione digitale delle persone con disabilità nella formazione professionale – quali in particolare la mancanza di consapevolezza sulla loro inclusione, le barriere digitali e la mancanza di strutture organizzative nelle organizzazioni educative.


La non discriminazione e l’inclusione delle persone con disabilità nel settore della formazione si fondano in Svizzera sullo stesso diritto costituzionale e sulla Legge sui disabili.

A seguito del progresso tecnico e della digitalizzazione, sempre più formati digitali stanno diventando prassi comune nella formazione. La preparazione di informazioni e di materiali didattici, così come la comunicazione, avvengono sempre più in forma digitale e, al più tardi a partire dalla pandemia di coronavirus, le offerte digitali si sono ampiamente affermate come complemento agli insegnamenti in presenza. I media e le tecnologie digitali offrono alle persone con disabilità nuove opportunità di accesso e di utilizzo delle informazioni e della comunicazione in base alle loro esigenze individuali, il che può avere un effetto positivo sulla loro inclusione sia scolastica sia professionale (Bühler 2012).

Affinché le persone con disabilità possano partecipare alla formazione, tuttavia, gli stessi formati digitali devono essere privi di barriere. L’accessibilità comprende infatti, da un lato, il soddisfacimento delle esigenze eterogenee delle persone con disabilità nel senso di un “Design for All” e, dall’altro, la realizzazione di adattamenti individuali necessari in singoli casi per poter garantire l’usabilità individuale e, quindi, la partecipazione di tutti (Drolshagen & Klein 2014:29).

La non discriminazione e l’inclusione delle persone con disabilità nel settore della formazione si fondano in Svizzera sullo stesso diritto costituzionale (Costituzione federale, art. 8, cpv. 2 e 4) e sulla Legge sui disabili (LDis). Il diritto all’accessibilità è altresì sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD), che la Svizzera ha sottoscritto nel 2014 impegnandosi a “eliminare gli ostacoli che incontrano i disabili, a proteggerli dalle discriminazioni e a promuoverne le pari opportunità e l’integrazione nella società civile.” (edi.admin.ch). Sebbene la partecipazione digitale non vi sia esplicitamente menzionata, essa è inclusa in diversi principi di pari opportunità di partecipazione (cfr. Kempf 2013). Secondo il rapporto aggiornato, l’attuazione dell’UNCRPD non viene tuttavia perseguita in Svizzera in modo coerente: a nove anni dalla sua ratifica, manca ancora un sistema di formazione professionale inclusivo (Hess-Klein & Scheibler 2022). Alle stesse conclusioni conducono i risultati iniziali del progetto “Partecipazione digitale delle persone con disabilità nella formazione professionale”.

Descrizione del progetto

I risultati presentati in questo articolo si basano su un’indagine qualitativa, che ha analizzato i punti di vista a riguardo di allievi con disabilità e di professionisti del settore.

Il progetto NFP77 “Partecipazione digitale delle persone con disabilità nella formazione professionale” (2020-2024) si svolge presso la Scuola di lavoro sociale della FHNW.[1] Nell’ambito del progetto viene studiato, fra l’altro, cosa promuove e cosa ostacola la partecipazione digitale alla partecipazione professionale di allievi, studenti e partecipanti alla formazione con disabilità (di seguito “allievi con disabilità”).[2] A tal fine, vengono prese in considerazione le diverse prospettive delle persone con disabilità, delle organizzazioni e dei professionisti della formazione e della formazione continua professionale. I risultati presentati in questo articolo si basano su un’indagine qualitativa[3], che ha analizzato i punti di vista a riguardo di allievi con disabilità e di professionisti del settore. In modo da tenere in considerazione l’eterogeneità del gruppo target, sono stati presi in considerazione 27 allievi con disabilità visive, uditive, fisiche, mentali e cognitive provenienti da diverse organizzazioni educative e da corsi di formazione professionale e continua in tutta la Svizzera. Inoltre, sono stati intervistati dieci professionisti che nel loro lavoro quotidiano si occupano di disabilità o di formazione professionale. Il presente articolo esplora le sfide alla partecipazione digitale degli allievi con disabilità nelle organizzazioni educative sulla base di questi risultati.

Sfide quotidiane alla partecipazione digitale delle persone con disabilità nella formazione

La partecipazione digitale delle persone con disabilità comprende sia il potenziale dei media e delle tecnologie digitali allo scopo di ampliare le loro opportunità di partecipazione, sia la stessa accessibilità digitale. La prima può essere realizzata solo se viene garantita la seconda. I nostri risultati indicano come una comprensione completa della partecipazione digitale richieda una prospettiva multidimensionale. Da un lato, il successo della partecipazione digitale dipende da diversi attori; dall’altro, sono importanti i fattori sociali, organizzativi, sociali e socioeconomici. La seguente panoramica delle sfide quotidiane alla partecipazione digitale nella formazione delle persone con disabilità mostra come le potenzialità offerte dal digitale vengano inibite da diversi fattori all’interno delle organizzazioni educative – in particolare la mancanza di consapevolezza, le barriere digitali e la mancanza di strutture organizzative.

Mancanza di consapevolezza

La consapevolezza del fatto che l’inclusione degli allievi con disabilità è parte del loro mandato formativo non è ugualmente sviluppata nelle diverse organizzazioni. Gli intervistati concordano sul fatto che il tema della partecipazione (digitale) degli allievi con disabilità è ancora poco sentito nel panorama educativo svizzero in generale. Un professionista si esprime a riguardo come segue:

«Penso che [l’inclusione digitale] sia ancora raramente tenuta in considerazione […]. C’è da chiedersi pertanto quanto fermamente una scuola professionale sia consapevole che l’inclusione rientra fra i suoi compiti. Ho l’impressione che […] la consapevolezza che la formazione professionale debba essere inclusiva prima che digitale non sia ancora radicata ovunque.»

Secondo i professionisti intervistati, la maggior parte di loro non è ancora pronta a fornire un’offerta di formazione accessibile. Un altro professionista ha detto quanto segue:

«[Di norma nelle scuole] si riscontra ancora una certa resistenza passiva o una mancanza di comprensione o di motivazione a rendere davvero accessibile l’insegnamento […].»

Un’allieva con disabilità motoria ha detto a riguardo:

«Le barriere sono soprattutto nella testa.»

Secondo gli intervistati ciò è motivato dal timore che l’inclusione di allievi con disabilità causi del lavoro aggiuntivo. A questo riguardo sono particolarmente esplicative le problematiche dell’accessibilità digitale – che vengono di seguito affrontate – e la mancanza di strutture organizzative nelle organizzazioni educative.

Barriere digitali e potenzialità digitali (inutilizzate)

Ciò che viene percepito come una barriera da una persona dipende in larga misura dalla natura e dall’entità delle sue disabilità. Di seguito viene fornita una breve panoramica delle sfide che gli allievi con disabilità devono affrontare nella loro formazione quotidiana digitalizzata.

Gli allievi con disabilità visive spesso menzionano la mancanza di accessibilità dei PDF, che – se non sono privi di barriere – non vengono riprodotti in linguaggio sintetico dagli screen reader e risultano loro illeggibili. Un allievo con disabilità visiva descrive questo problema come segue:

«Un problema minore è rappresentato dai documenti PDF […]. A volte può accadere che il testo sia in realtà un’immagine. E allora non risulta leggibile dall’output vocale.»

Anche la mancanza di alternative testuali nelle illustrazioni e nei grafici rappresenta un ostacolo.

Dal canto loro, gli allievi con disabilità uditive intervistati lamentano il fatto che spesso i contenuti audio non sono offerti in forma alternativa testuale, con sottotitoli o in video in lingua dei segni. Un allievo con disabilità uditiva riassume questo problema così:

«Ciò che è importante sono i sottotitoli. Senza sottotitoli non capiamo niente.»

Gli strumenti online possono rappresentare un problema per le persone audiolese nell’insegnamento a distanza, in quanto perdono rapidamente la cognizione di chi sta parlando a causa della comunicazione nella lingua dei segni con più persone presenti. In un contesto online, anche l’intervento di interpreti scritti si rivela particolarmente dispendioso in termini di tempo.

Dal loro canto, per gli allievi con disabilità cognitive, molti strumenti digitali sono contenutisticamente e graficamente sovraccarichi – oltre a non essere offerti in un “linguaggio facile”. Anche il costante cambiamento tecnologico associato alla digitalizzazione rappresenta per loro un problema.

Gli intervistati con disabilità psichiche o motorie affermano in ogni caso di trarre beneficio dall’insegnamento online perché si trovano ad affrontare meno ansie oppure perché non devono fare lunghi viaggi per raggiungere la sede didattica. Questo è un esempio del potenziale posseduto dalle tecnologie digitali per la partecipazione nella formazione di allievi con disabilità – ma anche delle conseguenti possibilità di compensare le loro limitazioni funzionali. Per molti allievi con disabilità, la disponibilità digitale dei contenuti didattici rappresenta di per sé un grande miglioramento dell’accessibilità. Tuttavia, spesso rimangono utilizzate tecnologie grazie alle quali i contenuti didattici potrebbero essere resi accessibili con uno sforzo relativamente ridotto.

Gli allievi intervistati utilizzano attivamente i media digitali nella loro formazione quotidiana per accedere ai contenuti didattici. L’impiego situazionale di tali strumenti, tuttavia, si rivela un’impresa impegnativa, considerando che ci si aspetta che seguano le lezioni, pensino e prendano appunti allo stesso tempo – a scapito del tempo che possono investire nella loro formazione. Gli allievi con disabilità sono spesso disposti a fare uno sforzo immenso e a sviluppare strategie per gestire le proprie attività di formazione quotidiane in modo indipendente. Gli intervistati tendono peraltro ad addebitare spesso a sé stessi le cause di un’inclusione non riuscita, anche perché di solito non sono informati sui loro diritti. Nel complesso, i nostri dati mostrano che con l’aumento dell’accessibilità (digitale), il bisogno immediato di supporto diminuisce e l’indipendenza individualmente percepita aumenta – e ciò può rappresentare un sollievo sia per gli allievi con disabilità sia per le organizzazioni formative.

Mancanza di strutture organizzative

Un problema di base dell’inclusione digitale nella quotidianità della formazione è individuato dagli esperti nella mancanza di misure istituzionalizzate all’interno delle organizzazioni formative – quali piani e strategie che garantiscano responsabilità e processi per l’accessibilità digitale. In particolare, ciò sembra dovuto alla mancanza di tempo e di risorse finanziarie nonché alla mancanza di know-how da parte dei formatori. Anche se questi ultimi spesso affermano di sostenere individualmente gli allievi con disabilità, spesso il potenziale degli ausili digitali non è riconosciuto. Il crescente carico di lavoro digitale supplementare limita altresì la loro disponibilità a investire nell’inclusione digitale. Inoltre, gli editori di materiali didattici e gli sviluppatori di software dovrebbero assumersi la responsabilità dell’accessibilità dei loro prodotti. Per integrare con successo gli allievi con disabilità nel mondo del lavoro, anche i datori di lavoro dovrebbero infine garantire l’accessibilità della propria infrastruttura digitale.

Conclusioni

Da una prospettiva organizzativa, risulta importante indagare come migliorare partecipazione digitale degli allievi con disabilità.

Gli intervistati concordano sul fatto che una maggiore consapevolezza dei bisogni delle persone con disabilità nella società contribuirebbe a una loro migliore inclusione. L’inclusione digitale richiede pertanto la consapevolezza generale dei loro diritti di partecipazione. I nostri dati mostrano come l’impiego di media digitali accessibili nella quotidianità della formazione abbia a questo riguardo un effetto positivo, mentre le barriere digitali hanno al contrario un effetto di esclusione – oltre a comportare spesso spese aggiuntive per gli stessi allievi con disabilità. Le strutture organizzative all’interno delle organizzazioni formative sono in ogni caso di grande importanza per l’attuazione della partecipazione digitale. Da una prospettiva organizzativa, risulta importante indagare come migliorare partecipazione digitale degli allievi con disabilità. Oltre a ciò, si dovrebbero sfruttare le potenzialità associate al progresso tecnologico e all’apprendimento attraverso la multimedialità. Di fatto, quando i contenuti didattici digitali possono essere configurati in base alle esigenze individuali, le possibilità di apprendimento si ampliano notevolmente. Infine, a livello individuale, le attrezzature tecnologiche e l’affinità digitale si rivelano fattori di inclusione significativi. Nel complesso, risulta chiaro come le attuali basi giuridiche per l’inclusione delle persone con disabilità spesso non vengano applicate nella pratica. A questo riguardo, gli esperti del settore sottolineano come la promozione dei corrispondenti sviluppi sia un compito della politica.

[1] Il progetto fa parte del programma nazionale di ricerca NRP77 “Trasformazione digitale” (https://www.nfp77.ch/). Informazioni sul progetto sono disponibili sul nostro sito web inclusion-digital.ch.
[2] Nel contesto del progetto, la disabilità è intesa come il risultato di un’interazione dinamica tra problemi di salute e fattori contestuali, sulla base della Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) (OMS 2001).
[3] In termini di approccio metodologico, il progetto è orientato alla Grounded Theory allo scopo di sviluppare una teoria a medio raggio sulla partecipazione digitale delle persone con disabilità alla formazione professionale e alla formazione continua.

Bibliografia

Bühler, Christian. (2012): Sieben Fragen zur inklusiven Medienbildung. In Medienbildung im Zeitalterder Inklusion. LfM-Dokumentation, Bd. 45, Hrsg. Ingo Bosse, 27-57. Düsseldorf.

Drolshagen, B. & Klein, R. (2014): Inklusive Lehre an inklusiven Hochschulen. Hamburger eLMagazin, 13(4), S. ,28-34.

EDI: Übereinkommen der UNO über die Rechte von Menschen mit Behinderungen. Zugriff: 19.02.2023

Kempf, Matthias. (2013): Digitale Teilhabe und UN-Behindertenrechtskonvention.In: SIEGEN:SOZIAL.Analysen, Berichte, Kontroversen. 18(1), S. 16-23.Zugriff:19.02.2023.

Scheibler, E. & Hess-Klein, C. (2022): Aktualisierter Schattenbericht. Bericht der Zivilgesellschaft anlässlich des ersten Staatenberichtsverfahrens vor dem UN-Ausschuss für die Rechte von Menschen mit Behinderungen. Bern 2022: Editions Weblaw, S. 74

UN United Nations (2006): Convention on the Rights of Persons with Disabilities.Zugriff: 19.02.2023.

Citazione

Garibovic, J. B. (2023). Potenziali non sfruttati. Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica 8(5).

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