Formazione professionale in ricerca e pratica
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Promuovere la soddisfazione lavorativa e di vita nella formazione duale in azienda

Cosa promuove il benessere degli apprendisti

Camilla Zambelli & Jenny Marcionetti

In generale, la letteratura conferma che buone relazioni e condizioni di lavoro hanno un effetto positivo sull’acquisizione delle competenze lavorative, ma anche sul benessere generale dei lavoratori. È ipotizzabile che questo valga anche per gli apprendisti. Per far luce sui processi che migliorano l’autoefficacia degli apprendisti sul posto di lavoro e la loro soddisfazione lavorativa e di vita, abbiamo analizzato le interazioni tra vari fattori come la personalità proattiva e le condizioni di lavoro. I risultati indicano che un atteggiamento proattivo e relazioni soddisfacenti, soprattutto con i colleghi, migliorano l’autoefficacia lavorativa e, direttamente o indirettamente, anche la soddisfazione lavorativa degli apprendisti.

Interface Politikstudien Forschung Beratung per la promozione delle competenze di base

Tra logica amministrativa e orientamento ai gruppi target

Secondo la FSEA (Federazione Svizzera per la Formazione Continua), in Svizzera circa mezzo milione di persone abili al lavoro non possiede sufficienti competenze di base – quali leggere, scrivere, parlare, fare calcoli matematici o usare applicazioni informatiche di base. Da molti anni, organizzazioni pubbliche e private lavorano per ridurre questa cifra, facendo tuttavia registrare successi moderati. L’eterogeneità dei gruppi target, il senso di vergogna delle persone interessate e il fatto che le offerte non siano orientate ai loro bisogni reali rendono infatti difficile questo compito. Uno studio di Interface Politikstudien Forschung Beratung analizza questi fattori in dettaglio e fornisce corrispondenti proposte. In particolare, una chiara definizione delle responsabilità tra i vari organi amministrativi sarebbe di grande importanza per rendere più efficace la cooperazione (interistituzionale). © Egelmair Photography

Studio dalla Swiss Leading House VPET-ECON

L’immigrazione di manodopera crea anche lavoratori aggiuntivi per gli svizzeri

L’effetto è sorprendente: l’immigrazione di lavoratori in seguito all’apertura del mercato del lavoro svizzero ai lavoratori provenienti dall’UE nel 2002 ha portato a un aumento dell’occupazione di lavoratori locali con qualifiche professionali medie e altamente specifiche. Lo dimostra uno studio condotto dalla Swiss Leading House VPET-ECON. Secondo gli autori dello studio (Damiano Pregaldini e Uschi Backes-Gellner), il risultato potrebbe essere dovuto al fatto che la forza lavoro immigrata riduce le lacune esistenti in termini di competenze, migliora la qualità dell’incontro tra lavoro e dipendente in Svizzera e riduce i vincoli di capacità delle aziende. Ciò ha permesso alle aziende delle regioni di confine di creare nuovi posti di lavoro e quindi di offrire maggiori opportunità di impiego a lavoratori mediamente qualificati con qualifiche altamente specializzate.

Per saperne di più (in inglese)

Lo scioglimento dei contratti di tirocinio nella formazione professionale di base biennale

Un problema di inadeguatezza?

Barbara Duc, Isabelle Bosset, Claudia Hofmann & Nadia Lamamra

Il fenomeno dello scioglimento dei contratti di tirocinio (SCT) richiama l’attenzione sui casi di interruzione anticipata del contratto di tirocinio per volontà consensuale o scelta unilaterale. Il presente articolo prende in esame i casi di SCT nel ciclo di formazione di due anni per il conseguimento del certificato federale di formazione pratica (CFP) al fine di verificare l’adeguatezza tra offerta di formazione e persone in formazione alle quali è rivolta. I due motivi più comuni per cui si annulla un contratto di apprendistato sono problemi di salute e una scelta professionale non ottimale (scelta predefinita).

Analisi dell'efficacia del PiBS da parte di econcept AG

In che modo il “bachelor con pratica integrata” può combattere la carenza di personale qualificato nel settore MINT

Flavia Amann, Marco Lügstenmann & Nicole Kaiser

Con l’introduzione dei cicli di studio di bachelor con pratica integrata (PiBS), dal 2015 il Governo federale consente l’accesso a una scuola universitaria professionale in determinati settori MINT a chi ha conseguito una maturità liceale anche senza il possesso dell’esperienza lavorativa di un anno normalmente richiesta. L’analisi di efficacia dei PiBS ha esaminato l’offerta e la domanda del nuovo modello di studi nel 2023 e i conseguenti effetti sui laureati PiBS e sulle aziende, nonché sul sistema formativo. L’analisi mostra che, da un lato, il contributo dei PiBS alla riduzione della carenza di lavoratori qualificati nei settori MINT deve essere considerato in modo differenziato; dall’altro lato, che i temuti effetti negativi dei PiBS sul sistema formativo non si sono verificati.

Studio della SUFFP nell’ambito di un progetto del Fondo nazionale

Svolgere compiti diversificati all’interno dell’azienda formatrice garantisce maggior successo alle persone in formazione

Jürg Schweri & Pontus af Burén

Cercare un posto di tirocinio significa, per le giovani persone e per i loro genitori, dover scegliere non solo una determinata professione da imparare, ma anche un’azienda in cui formarsi. Ma quanto è importante trovare una buona azienda formatrice e cosa la rende tale? Questo articolo spiega come la buona riuscita di un percorso formativo dipenda anche dalla qualità della formazione ricevuta in azienda. Due fattori sono particolarmente importanti per le persone in formazione: avere la possibilità di trovare autonomamente le soluzioni e vedersi assegnare compiti diversificati. Questi due fattori, combinati tra loro, porterebbero a una riduzione del 15 per cento del numero degli insuccessi al termine del tirocinio.

Studio della Swiss Leading House VPET-ECON

Programmi di formazione professionale scolastici e duali: vantaggi da entrambe le parti

Le persone che completano un programma di formazione professionale basato sulla scuola hanno maggiori probabilità di passare alla formazione superiore rispetto a quelle che completano un programma di formazione professionale duale (con lo stesso curriculum e la stessa qualifica). Una spiegazione è che il numero di persone con un diploma di maturità professionale è più alto nei programmi di formazione professionale scolastici che in quelli duali. Questo è il risultato di uno studio condotto nell’ambito della Swiss Leading House VPET-ECON. Al contrario, l’analisi mostra che la formazione professionale duale è più efficace quando si tratta di trovare un primo impiego. Ad esempio, le persone che hanno completato un programma di formazione professionale di tipo scolastico sono più spesso NEET (né in formazione né in occupazione) dopo aver completato il loro programma di formazione professionale. Ciò si verifica soprattutto nelle professioni con tassi di disoccupazione relativamente elevati, per gli uomini e per le persone tendenzialmente demotivate. Secondo l’interpretazione dell’autore dello studio Samuel Lüthi (Università di Berna), la formazione professionale duale è particolarmente efficace nello sviluppo di competenze non cognitive.

Per saperne di più (Documento di lavoro 227, in inglese)

Formazione professionale come parte della politica di cooperazione allo sviluppo svizzera

Le priorità devono essere ripensate

Markus Maurer

La cooperazione ufficiale allo sviluppo della Svizzera finanzia un gran numero di programmi di formazione professionale in Paesi partner. Molti di questi progetti, che si basano per lo più sul modello duale, sono rivolti, nella misura del possibile, alle fasce più povere della popolazione. Tuttavia, questa strategia deve essere riconsiderata. Di fatto, troppo spesso essa non tiene conto della realtà del mercato del lavoro locale. Questo articolo delinea una strategia alternativa che si concentra sulla formazione di base e continua a livelli di qualifica più elevati, riconoscendo la necessità di una solida formazione scolastica di base.

Progetto "Comeback" della Scuola Universitaria Professionale di Berna, Dipartimento Professioni Sanitarie

Come è possibile reinserirsi nelle professioni infermieristiche?

Iris Lipp & Sabine Hahn

Nelle professioni infermieristiche manca sempre più personale: entro il 2029 saranno necessari circa ulteriori 15.900 professionisti di livello terziario in tutte le aree dell’assistenza. Le donne che hanno lasciato il lavoro per dedicarsi alla famiglia costituiscono in questo settore un importante bacino di manodopera qualificata. Il progetto “Comeback” ha analizzato le condizioni di successo di un loro reinserimento professionale. Inizialmente sono state intervistate verbalmente 14 donne che sono rientrate nel mondo del lavoro; in seguito, sono state intervistate ulteriori 147 persone, sia uomini che donne, tramite un questionario. Ne emerge che il piacere di lavorare con i pazienti e l’apprezzamento per il lavoro infermieristico sono elementi fondamentali per la permanenza nella professione successivamente al rientro. Al contrario, elementi di ostacolo sono le cattive condizioni di lavoro o l’insoddisfazione verso i colleghi.

Studio OBS-SUFFP

Garantire la manodopera qualificata in modo duraturo: promozione dei posti di tirocinio in periodi di espansione demografica

Belinda Aeschlimann, Lukas Graf, Jörg Neumann, Filippo Pusterla & Jürg Schweri

L’aumento previsto, in molti cantoni svizzeri, del numero di giovani persone che hanno terminato il livello secondario I, solleva la domanda se in futuro verranno offerti sufficienti posti di tirocinio. Sull’esempio del Canton Zurigo, in questo articolo vengono illustrati campi d’azione per la promozione dei posti di tirocinio destinati a chi opera nella formazione professionale duale. In tal senso, si segnala la grande opportunità di attirare più persone, in particolare nelle professioni colpite da carenza di manodopera qualificata.  

Studio della Swiss Leading House VPET-ECON

Le fiere dei mestieri virtuali sono più utili di quelle presenziali

Uno studio della Swiss Leading House VPET-ECON (Daniel Goller, Chiara Graf e Stefan C. Wolter) esamina per la prima volta l’utilità delle fiere dei mestieri. Sorprendentemente, mostra che, contrariamente al loro obiettivo, le fiere presenziali tendono a restringere piuttosto che ad allargare il raggio di ricerca dei giovani per le varie professioni; le fiere virtuali, come quelle sviluppate durante la pandemia, non fanno questo effetto. Le fiere virtuali, inoltre, aumentano l’intensità della ricerca dei posti vacanti più delle fiere presenziali. Le fiere virtuali sono più economiche e possono essere offerte senza restrizioni geografiche. Secondo lo studio, ciò apre la possibilità di migliorare il processo di ricerca del lavoro per i giovani.

Per saperne di più (Working Paper 224, in inglese)

Esperimento a scelta discreta dell'Università di Berna

I salari possono diminuire se questo riduce il rischio di automazione

È inquietante svolgere un lavoro che potrebbe essere automatizzato. Molte persone sono quindi disposte a ricevere un salario inferiore se in cambio si riduce il rischio di automazione. Lo dimostra uno studio condotto da Maria A. Cattaneo (SKBF), Christian Gschwendt e Stefan C. Wolter (entrambi dell’Università di Berna). Lo studio quantifica questo valore sulla base di un esperimento di scelta discreta con quasi 6.000 partecipanti; secondo lo studio, gli intervistati sono disposti ad accettare una riduzione del salario di quasi il 20% del loro stipendio medio annuo lordo pur di lavorare in un posto di lavoro con un rischio di automazione inferiore di 10 punti percentuali. L’affermazione si riferisce a lavori con un rischio di automazione compreso tra il 30 e il 60%, anche se, secondo le stime, la maggior parte dei lavori in Svizzera rientra in questa fascia. Gli uomini, i più giovani, le persone con un livello di istruzione più elevato e le persone con una maggiore tolleranza al rischio mostrano una minore disponibilità a pagare.

Per saperne di più (in inglese)

Rapporto della serie «Tendenze in primo piano» della SUFFP

Gli apprendisti impiegano in media 39 minuti per raggiungere la propria azienda di formazione

In media, gli apprendisti impiegano 39 minuti per raggiungere l’azienda e 46 minuti per raggiungere la scuola professionale. L’85% (77%) degli apprendisti impiega meno di 60 minuti per raggiungere l’azienda (la scuola). Questi sono i risultati di un nuovo rapporto della serie “Tendenze in primo piano” (“Modelli di mobilità delle persone che frequentano la formazione professionale di base duale”). Questi valori sono più alti rispetto al resto della forza lavoro. Secondo lo studio, la ragione principale è la scelta del mezzo di trasporto, poiché molti spostamenti all’interno della Svizzera sono più lunghi con i mezzi pubblici che con l’auto. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, il 72% degli apprendisti intervistati ha dichiarato di raggiungere il luogo di formazione con i mezzi pubblici, mentre un altro 12% si sposta a piedi o in bicicletta.

Per saperne di più

Studio di BIBB, SUFFP, LMU di Monaco e Università di Berna

I costi di assunzione più elevati aumentano la disponibilità a formare apprendisti

Quando si determinano i costi e i benefici della formazione professionale di base, si deve anche valutare in che misura questa contribuisca a evitare i costi di assunzione di lavoratori qualificati. Questa domanda è oggetto di uno studio recentemente pubblicato come Leading House Working Paper (Manuel Aepli, Samuel Mühlemann, Harald Pfeifer, Jürg Schweri, Felix Wenzelmann, Stefan C. Wolter). Lo studio esamina l’impatto dell’aumento dei costi di assunzione, dovuto alla rigidità dei mercati del lavoro locali, sul numero di contratti di formazione stipulati dalle aziende tedesche e svizzere. Sulla base di una serie di indagini aziendali, si dimostra che il numero di contratti di formazione stipulati nelle aziende svizzere reagisce in modo elastico ai costi di assunzione di manodopera qualificata: Un aumento dell’1% dei costi di assunzione porta a un aumento dell’1,4% dei contratti di formazione, il che può essere considerato un effetto economico significativo. In Germania, questa correlazione è molto meno pronunciata.

Per saperne di più (in inglese)

Secondo evento della serie dedicata dall’ASP di Zurigo alla formazione professionale

Orientamento alle competenze operative nella formazione professionale superiore

René Schneebeli

L’attuale dibattito sull’orientamento alle competenze operative si è finora per lo più concentrato sulla formazione professionale di base. Tuttavia, spesso si dimentica che anche la formazione professionale superiore è soggetta a questo paradigma. Questa prospettiva è stata affrontata in occasione del secondo evento della serie dedicata alla formazione professionale (Themenreihe Berufsbildung) dall’Alta scuola pedagogica di Zurigo. Ne è emersa una constatazione: i docenti qualificati della formazione professionale superiore si distinguono soprattutto per le loro competenze tecniche e pratiche – e meno per quelle pedagogiche.

Perché certi giovani non conseguono un titolo post-obbligatorio

L’attenzione ricevuta dai genitori protegge dall’abbandono della formazione

Jan Hofmann, Markus P. Neuenschwander & Lukas Ramseier

I genitori che non dedicano sufficiente attenzione ai propri figli mettono a rischio anche il loro successo formativo. Lo dimostra il presente studio, che ha cercato di spiegare perché certi giovani non conseguono un titolo di formazione professionale dopo la scuola dell’obbligo. Lo studio mostra altresì che lo scioglimento prematuro di un contratto di tirocinio è associato a maggiori rischi rispetto al mancato superamento dell’esame finale. D’altra parte, anche se i bambini del quinto anno di scuola (settimo secondo Harmos) credono nella propria efficacia, ciò non elimina il rischio che rimangano privi di un titolo post-obbligatorio. Alte aspettative rispetto alla propria autoefficacia non li porta infatti a impegnarsi di più.

Studio nell'ambito dell'indagine standardizzata sulle classi di laurea (SAB)

Come valutano i giovani le loro competenze generiche?

Al termine del percorso scolastico, i giovani che frequentano l’istruzione e la formazione professionale si ritengono in possesso di competenze interdisciplinari relativamente elevate; ciò ha un effetto positivo sulla loro percezione di quanto si sentano preparati per la loro futura carriera o per gli studi. Le autocompetenze, in particolare, sembrano avere un impatto significativo sul loro futuro professionale o di studio. Lo dimostra uno studio condotto nell’ambito delle inchieste standardizzate nelle classi dell’ultimo anno (IS-CUA). Secondo gli autori dello studio (Seraina Leumann e Simone Ambord, entrambi dello ZEM CES), è sorprendente che gli studenti dell’istruzione generale valutino le loro competenze interdisciplinari in misura maggiore rispetto agli studenti dell’istruzione e formazione professionale. Tuttavia, trattandosi di autovalutazioni degli studenti, non ci sono misurazioni oggettive.

Per saperne di più (in tedesco >wissenschaftliche Artikel)

suissetec reagisce alla carenza di personale qualificato con l'introduzione di coach per le aziende formatrici

«Il nostro coaching costituisce una pietra miliare per la formazione professionale»

Daniel Fleischmann

Un posto di tirocinio su tre nel settore edile resta oggi non occupato. I numerosi abbandoni prematuri e l’alto tasso di bocciature all’esame finale rappresentano un ulteriore gravame per queste professioni. L’associazione della tecnica della costruzione suissetec si è posta alla ricerca di nuove soluzioni. I costi ammontano a oltre un milione all’anno.

Orientamento professionale e di carriera sulla base dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU

Ecco come scoprire un lavoro dotato di senso

Eva Holzmann & Daniel Jungo

Il tema della sostenibilità sta diventando sempre più importante per chi si rivolge ai servizi di consulenza professionale e di carriera. Sempre più persone desiderano infatti che il loro lavoro contribuisca a una società ecologicamente e socialmente sostenibile. Al contempo, sul mercato del lavoro si ricercano spesso specialisti motivati e formati per la transizione ecologica. Il nuovo strumento “Orientamento professionale e di carriera sulla base dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU” offre a queste persone la possibilità di trovare un lavoro o una formazione corrispondente alle loro aspirazioni.

Studio dell'Università di Berna

Scelta della professione: non sempre i genitori consigliano i figli in forma neutra rispetto al genere

Daniel Fleischmann

Nessuno ha tanta influenza sulle scelte professionali dei giovani quanto i loro genitori. Purtroppo, come dimostra una ricerca, il peso del genere gioca a riguardo un ruolo ancora molto importante. Se spesso le ragazze sembrano essere adatte a svolgere anche professioni maschili, i genitori raccomandano spesso ai figli maschi professioni tipicamente maschili.

Valutazione nel Cantone di Lucerna

I voucher educativi dimostrano il loro valore

Dal 2020, il Cantone di Lucerna promuove le competenze di base di lettura, scrittura, aritmetica, conversazione e utilizzo del computer con voucher formativi e corsi gratuiti presso il Centro di formazione continua del Cantone di Lucerna (WBZ). È ora disponibile un’indagine sulla domanda effettiva. Il sondaggio mostra che l’argomento è di particolare interesse per le aziende. Gli intervistati vedono il maggior bisogno di supporto nell’area delle lingue (60%), il 29% nell’area delle TIC e il 6% nell’area della matematica. Il governo del Cantone di Lucerna ha deciso di continuare a offrire voucher per l’istruzione dal 2025 al 2028. I cantoni di Lucerna, Svitto, Zugo e Obvaldo stanno ora lavorando in stretta collaborazione.

Per saperne di più (in tedesco)