Formazione professionale in ricerca e pratica

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Il punto di vista della SEFRI

Sviluppare insieme la formazione professionale

Rémy Hübschi

La necessità di allinearla di continuo alle esigenze del mercato del lavoro e agli sviluppi sociali fa sì che la formazione professionale non sia mai ferma. Anzi: Confederazione, Cantoni e organizzazioni del mondo del lavoro si adoperano costantemente per farla progredire con misure, programmi e iniziative pertinenti. Le riflessioni su questo sistema aiutano a verificare se siamo sulla giusta rotta o se dobbiamo adottare ulteriori provvedimenti.

Sostegno individuale speciale (SIS), casa editrice hep

Una rete di sostegno che funziona per davvero

Silke Fischer

Il sostegno individuale speciale (SIS) è una misura finalizzata ad aiutare gli apprendisti che presentano difficoltà di apprendimento o problemi di carattere scolastico o sociale e, di conseguenza, a portare a termine la propria formazione professionale di base e a integrarsi con successo nel mercato del lavoro. Negli ultimi 20 anni, il SIS è diventato un importante strumento di sostegno soprattutto nell’ambito della formazione di base con Certificato federale di formazione pratica (CFP). L’attuazione del SIS è regolata in modo diverso da Cantone a Cantone, ma in genere si basa sui fabbisogni individuali degli apprendisti. Un nuovo libro pubblicato dalla casa editrice hep ne illustra i fattori di successo.

Studio di Rolf Becker, Università di Berna

Come le origini influenzano le decisioni razionali

Quando i giovani scelgono di proseguire gli studi al termine della scuola dell’obbligo, lo fanno in modo molto razionale e orientato ai benefici. Lo dimostra uno studio di Rolf Becker basato su un concetto esteso della teoria della scelta razionale. I dati del panel mostrano che i giovani classificano le opzioni educative considerate in base ai loro benefici e che scelgono principalmente l’opzione che promette i benefici più elevati. I giovani si comportano in modo coerente con le loro origini: se si controlla il loro rendimento scolastico, i giovani della classe superiore – a differenza dei ragazzi della classe media e della classe operaia – decidono a favore di una carriera scolastica.

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Disoccupazione dopo la formazione professionale di base

Elevata specializzazione delle professioni di tirocinio: pro e contro

Irene Kriesi & Miriam Hänni

Se paragonata con altri Paesi, la Svizzera vanta un tasso di disoccupazione giovanile contenuto. Questo è spesso ricondotto al fatto che la maggior parte delle persone giovani svolge una formazione professionale di base che facilita il passaggio al mondo del lavoro e che le tutela dalla disoccupazione. Ciononostante, una parte di chi finisce la formazione deve fare i conti con dei periodi di disoccupazione all’inizio della propria carriera. Una situazione che aumenta il rischio di subire perdite salariali o una retrocessione professionale al momento del (re)inserimento nel mondo del lavoro. I risultati di un progetto nazionale di ricerca mostrano che tale rischio dipende dalle caratteristiche delle formazioni professionali di base, poiché varia in base alla proporzione di competenze specifiche alla professione rispettivamente alle competenze generali trasmesse durante il percorso formativo.

Rafforzamento delle competenze formative delle aziende

SwissEduPro: un sistema di formazione continua rende la formazione professionale migliore

Thomas Rentsch

Il rafforzamento della qualità della formazione in azienda è uno degli attuali compiti centrali della formazione professionale. I primi passi importanti sono stati realizzati con il certificato Azienda formatrice TOP. Ad oggi, oltre 400 aziende sono state certificate in tutte le regioni linguistiche. Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi. Sulla base del progetto Potenziamento delle competenze formative delle aziende (nel quadro dell’iniziativa Formazione Professionale 2030), è stato sviluppato il sistema di formazione continua SwissEduPro, rivolto alle associazioni settoriali, alle aziende e alle singole persone. La corrispondente associazione SwissEduPro è stata fondata il 17 gennaio 2025.

Il trasferimento lancia una serie di discussioni

Formazione professionale 2040: prospettive e visioni

La formazione professionale è in pericolo? Con questa domanda precisa, Transfer apre una serie di discussioni sul futuro dell’istruzione e della formazione professionale. Abbiamo invitato 15 autori, ricercatori e professionisti a riflettere su questo tema. La serie si chiama “Prospettive e visioni”. Ma forse si tratta semplicemente di buone domande su cui dovremmo riflettere. Daniel Fleischmann spiega la serie nel suo editoriale. La serie è aperta da Markus Maurer: “Occorre rafforzare la formazione scolastica”.

Tesi critiche sul "Mandato della scuola professionale"

Occorre rafforzare la formazione scolastica

Markus Maurer

La formazione professionale perde terreno, mentre cresce la formazione di cultura generale di livello secondario II. Nonostante le persone responsabili osservino con preoccupazione questa tendenza, le misure adottate per rafforzare la formazione professionale di base non appaiono sufficienti. A tale scopo, sarebbe peraltro importante invertire la perdita di rilevanza dalla formazione scolastica causata dalle riforme degli ultimi anni, tornando a rafforzare il ruolo della scuola professionale come luogo di formazione. Qui l’insegnamento professionale dovrebbe essere suddiviso in un'”area interprofessionale di base” e in un'”area di approfondimento professionale specifico”.

Quarto evento della serie dedicata dall’ASP di Zurigo alla formazione professionale

L’orientamento alle competenze operative nella formazione professionale è destinato a restare?

René Schneebeli

Gli atti normativi delle formazioni professionali di base descrivono le competenze operative che i giovani devono apprendere. Si tratta di un paradigma ormai consolidato. Ha tuttavia davvero senso? Non rappresenta forse una scorciatoia rispetto a ciò in cui dovrebbe consistere l’apprendimento professionale? E poi, cosa significa esattamente “competenza”? Domande come queste sono state al centro del quarto evento della serie di incontri dedicati alla formazione professionale presso l’ASP di Zurigo.

Studio del Politecnico di Zurigo

Promuovere l’occupazione STEM: Cosa significa?

“MINT” è l’acronimo di Matematica, Informatica, Scienze Naturali e Tecnologia – aree che sono viste e promosse come la chiave per utilizzare il potenziale tecnologico. Ma non tutti intendono le MINT allo stesso modo. Questo studio (Thomas Bolli, Lena Dändliker, Noah Golub, Ladina Rageth, Ursula Renold, Amela Zubovic, tutti del Politecnico di Zurigo) analizza la questione di come i lavoratori MINT possano essere classificati e descritti in modo stereotipato. I risultati sottolineano l’importanza di discutere esattamente quali lavoratori o campi STEM dovrebbero essere promossi.

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Conoscere i propri punti di forza e di debolezza per avere successo

L’impatto dell’intelligenza emotiva sulle professioni tecniche

Yoann Favre, Matilde Wenger & Marina Fiori

Il settore professionale dell’informatica, esigente e complesso, richiede ben più che mere competenze tecniche. Il presente studio dimostra che l’intelligenza emotiva (IE) – quella che permette di percepire, comprendere e gestire le proprie emozioni – ha un ruolo chiave nel successo delle persone in formazione in questo campo. Aiutando le persone in formazione ad autovalutarsi, a gestire lo stress e a mettere in campo le proprie risorse, l’IE diventa una competenza fondamentale per ottimizzare le loro prestazioni. Secondo i risultati dello studio, la promozione delle competenze emotive potrebbe concorrere alla riuscita della formazione professionale.

Sottoprogetto dell'Alta scuola pedagogica di Lucerna

Ecco come le scuole professionali fanno oggi uso dell’IA

Simone Ries & Jessica Thompson

La trasformazione digitale sta avendo un impatto significativo sulla società, sull’economia e sulla formazione – e anche il settore della formazione professionale è chiamato ad affrontare la sfida di adattarsi a questi cambiamenti. L’intelligenza artificiale (IA) generativa è un fattore chiave della trasformazione in corso: di fatto, ha il potenziale di rivoluzionare il modo in cui insegniamo e apprendiamo. L’entità di questo fenomeno è stata esaminata da un progetto di ricerca dell’Alta scuola pedagogica di Lucerna, i cui risultati suggeriscono nuove potenzialità e aree di sviluppo.

Inchiesta tra docenti e responsabili dei CI sull’autoefficacia nella didattica digitale inclusiva

Didattica digitale inclusiva: quali prospettive per il futuro della formazione professionale?

René Wüthrich

Quanto meno dalla pandemia in poi, le tecnologie digitali sono diventate una componente fissa della formazione professionale di base; lo dimostra per esempio l’attuazione di programmi BYOD (bring your own device) o di blended-learning presso le scuole professionali o nei corsi interaziendali (CI). Il loro potenziale, ad ogni modo, è notevole anche dal punto di vista della pedagogia inclusiva. La didattica digitale inclusiva combina le tematiche dell’inclusione e delle tecnologie digitali in un concetto comune, con l’obiettivo di creare ambienti di apprendimento a cui tutte le persone in formazione abbiano modo di partecipare. Da un sondaggio condotto presso la SUFFP emerge che studentesse e studenti ritengono importanti tali ambienti di apprendimento e si sentono anche in grado di realizzarli.

Jürg Schweri sullo studio salariale dell’Unione sindacale svizzera

«Non riteniamo vi sia una svalutazione della formazione professionale»

Daniel Fleischmann

“Gelernte haben mehr verdient!” (i lavoratori qualificati dovrebbero guadagnare di più) – questo il titolo di una recente analisi comparativa sui salari di persone con un tirocinio rispettivamente con uno studio universitario condotta dall’Unione sindacale svizzera (USS). L’economista della formazione Jürg Schweri (SUFFP) afferma invece che la formazione professionale consente opportunità di carriera altrettanto interessanti rispetto a quelle offerte dalle formazioni universitarie.

Studio PIAAC dell'OCSE e rapporto dell'Ufficio federale di statistica

Competenze di base in Svizzera: luci e ombre

In lettura, matematica quotidiana e risoluzione di problemi, gli adulti in Svizzera hanno punteggi superiori alla media rispetto ad altri Paesi. Tuttavia, il 30% dei giovani tra i 16 e i 65 anni ha ancora scarse competenze in almeno una delle tre aree citate, ovvero non riesce a rispondere correttamente a testi molto semplici o a domande di matematica. Gli adulti che non sono in grado di conseguire ulteriori qualifiche al termine della scuola primaria sono particolarmente colpiti. Questi sono i risultati principali dello studio PIAAC (“Programme for the International Assessment of Adult Competencies”) dell’OCSE, su cui l’Ufficio federale di statistica ha redatto un rapporto nazionale.

Studio PIAAC (inglese o francese)

Rapporto UST

Comunicato stampa federale

Studio di Avenir Suisse

Professioni a prova di futuro? – Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il mercato del lavoro svizzero

Le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale mettono a rischio alcune professioni e ne arricchiscono altre. Lo dimostra uno studio di Avenir Suisse. Ad esempio, le professioni con un alto grado di responsabilità e con compiti non strutturati hanno maggiori probabilità di subire effetti di sostegno da parte dell’IA, mentre le professioni con un alto grado di routine e un basso profilo di requisiti hanno maggiori probabilità di essere sostituite dall’IA. In particolare, i lavoratori d’ufficio potrebbero essere sempre più messi alla prova dall’IA. Avenir Suisse propone ulteriori programmi di formazione e una maggiore mobilità professionale per trarre vantaggio dal cambiamento digitale.

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Prime esperienze dall’implementazione pratica

Impiegate/i di commercio 2023 – Il nuovo esame scolastico finale

Eva Höpfer, Reto Wegmüller & Andrea Rosser

L’apprendistato commerciale è la formazione professionale di base più scelta in Svizzera, svolta da quasi un quinto degli apprendisti e delle apprendiste. Già solo per questo motivo, la riforma introdotta dagli atti normativi in materia di formazione per questa professione ha ricevuto molta attenzione e il suo orientamento radicale al modello delle competenze operative ha generato vivaci dibattiti. Dopo l’ingresso dei primi apprendisti e delle prime apprendiste nel percorso di formazione riformato la scorsa estate, ora lo sguardo si rivolge alla procedura di qualificazione. In che modo si possono ideare esami di qualità che siano pertinenti, validi e impugnabili? A occuparsi di questioni di questo tipo vi è ora una Direzione nazionale Procedura di qualificazione Impiegati di commercio, di recente istituzione. Sono ora pronte le serie zero e ha già avuto luogo un esame di prova.

Presentazioni della leading house «Didattica dei campi professionali»

Condizioni quadro curriculari e didattiche delle competenze trasversali

Antje Barabasch

La promozione delle competenze trasversali figura tra i postulati più recenti esplicitamente formulati nella formazione professionale. La descrizione teorica di tali competenze e lo sviluppo di concetti metodologico-didattici per la loro promozione sono tuttavia complessi. Nell’ambito del congresso annuale della Società svizzera di ricerca in educazione (SSRE) 2024 a Locarno, la leading house «Didattica dei campi professionali» ha presentato gli ultimi risultati di ricerca. La presentazione ha coperto vaste aree, dalla discussione teorica concettuale a quella metodologico-didattica, con risultati tangibili.

Indagine della fondazione MyHandicap

Consigli per una formazione professionale inclusiva

Michel Lanker & Celina Heiniger

Un’indagine condotta dalla Fondazione MyHandicap mostra che le giovani persone con disabilità o malattie croniche incontrano spesso ostacoli nel passaggio al mondo del lavoro, benché la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta dal Consiglio federale, preveda il loro diritto a lavorare nel mercato del lavoro regolare. Il presente articolo mostra quali condizioni devono essere soddisfatte per il successo di una formazione professionale inclusiva e quali vantaggi ne derivano sia per le persone interessate sia per le aziende formatrici.

Monitorare la digitalizzazione dell'educazione dal punto di vista degli allievi

L’apprendimento automatico è arrivato nelle scuole

L’apprendimento automatico (AI) è arrivato nella formazione professionale, anche se in misura minore rispetto ai licei. Lo dimostra un’indagine condotta su quasi 6.000 allievi in Svizzera nell’ambito di un programma di monitoraggio del Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa (CSRE). Un buon 40% dei giovani utilizza modelli linguistici generativi come ChatGPT a scuola o a casa per scopi didattici; questa cifra è pari a un buon 50% nei licei/SMS. E oltre il 50% degli allievi della formazione professionale di base utilizza strumenti di traduzione a scuola almeno una volta alla settimana o più frequentemente (licei/SMS: circa il 70%). Il monitoraggio comprende una serie di altri aspetti della digitalizzazione dell’educazione.

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Inchieste standardizzate nelle classi dell’ultimo annoInchieste standardizzate nelle classi dell’ultimo anno

Quanto sono soddisfatti gli apprendisti dei loro insegnanti?

La maggior parte dei giovani è soddisfatta dei propri insegnanti nelle scuole professionali. Lo dimostrano le «Inchieste standardizzate nelle classi dell’ultimo» 2022 dello ZEM CES. Questo valore è particolarmente alto tra gli apprendisti del programma di formazione di base biennale (CFP). Un esempio: il 76% degli apprendisti CFP ritiene che i loro insegnanti siano contenti di lavorare con loro, in tutto o in parte; questa percentuale è del 61% per gli apprendisti AFC e del 58% per gli apprendisti in maturità professionale. Sono stati analizzati dodici item per la formazione professionale e sei item per le scuole di formazione generale. Hanno partecipato all’indagine 197 scuole con 19.600 apprendisti provenienti da tutta la Svizzera.

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La SUFFP pubblica il Rapporto sulle tendenze 6

La procedura di qualificazione sul banco di prova

Il 99% degli apprendisti che partecipano a una procedura di qualificazione la porta a termine con successo. Questa affermazione vi sorprende? Il dato tiene conto anche delle ripetizioni e dimostra che un unico insuccesso alla QV non è una ragione importante per non ottenere una qualifica di livello secondario II. Questo è uno dei tanti risultati del Trend Report 6 della SUFFP “La procedura di qualificazione sul banco di prova”. Il documento esamina i fattori di rischio, l’uso dell’IA e sottolinea i problemi nel reclutamento di esperti di sesso femminile. Non si risponde alla domanda se si possa fare a meno degli esami scritti; ciò richiederebbe ulteriori ricerche.

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