Formazione professionale in ricerca e pratica
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Progetto di ricerca della ZHAW e di emplution

L’intelligenza artificiale insieme alla consulenza personale: Co-pilota per la formazione continua destinato alle PMI

Claudia Pölderl, Marius Gerber, Jonas Probst & Olivier Oswald

Le PMI incontrano crescenti difficoltà nel trovare, all’interno di un’offerta molto ampia ma poco chiara, le formazioni continue adeguate al proprio personale. A tale scopo possono essere d’aiuto sia applicazioni basate sull’intelligenza artificiale sia la consulenza da parte di persone concrete. Il progetto di ricerca «Co-pilota per lo sviluppo professionale (Co-Pilot für berufliche Entwicklung)», sostenuto dalla SEFRI, si è chiesto come potrebbe essere strutturata una consulenza di carattere ibrido a tale riguardo. Il presente contributo illustra un concetto di base intersettoriale che comprende, oltre al processo di consulenza articolato in due fasi e al modello di IA specifico per il settore, anche aspetti legati alla protezione dei dati e a futuri modelli di titolarità.

Il D-VET Hub sostiene la trasformazione digitale nella formazione professionale

I potenziali degli ambienti di apprendimento digitali

Peter Bühlmann

L’intelligenza artificiale – anche se sarebbe meglio parlare di machine learning – si sta facendo strada anche nel campo della formazione professionale. Il D-VET-Hub dell’EPFL (École Polytechnique Fédérale de Lausanne) si occupa dello sviluppo di ambienti di apprendimento che ne sfruttano il potenziale. Esso prosegue le attività di Dual-T ed è finanziato dalla SEFRI come Leading House «Tecnologie per la formazione professionale». Una sua applicazione è, per esempio, «PharmaSim», una farmacia virtuale per l’apprendimento basato su scenari.

Conferenza inaugurale di Markus Maurer all'Università di Zurigo

Troppo poco insegnamento teorico: la formazione professionale di base rischia di essere danneggiata nella sua immagine

Markus Maurer (professore di didattica della formazione professionale presso l’Alta scuola pedagogica di Zurigo) ha formulato tesi critiche sulla “missione delle scuole professionali”. Le sue osservazioni costituiscono ora anche l’oggetto della sua conferenza inaugurale (Privatdozentur) all’Università di Zurigo il 27 maggio 2025, in cui formula la constatazione che siamo di fronte ad un “restringimento funzionale” alla sola area dell’utilizzo operativo dell’insegnamento nelle scuole professionali (nel senso di un orientamento alle competenze d’azione) – e di una strisciante erosione del mandato legale (più ampio) delle scuole professionali che impone loro di insegnare i “fondamenti teorici della pratica professionale”. Markus Maurer teme che l’immagine dell’istruzione professionale di base sarebbe danneggiata se l’insegnamento della teoria fosse sempre più o addirittura completamente delegato alla maturità professionale. La domanda centrale è: come devono essere le procedure di qualificazione che testano in modo credibile le competenze pratiche e allo stesso tempo contribuiscono a garantire che gli studenti abbiano le “basi teoriche della pratica professionale” al termine della loro formazione di base?

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La Scuola di Formazione della FHNW ha sviluppato un nuovo strumento

Triago – uno strumento di consulenza nell’ambito dello sviluppo delle competenze di base per gli adulti

Il governo federale e i cantoni sono tenuti a promuovere le competenze di base degli adulti (lingua, matematica, tecnologie dell’informazione e della comunicazione). La cattedra di Educazione degli adulti e formazione continua dell’Alta scuola pedagogica della FHNW (Ulla Klingovsky e Martin Schmid) ha ora sviluppato e pubblicato due strumenti per la valutazione di tali competenze. Sono rivolti principalmente agli operatori dei servizi sociali, della consulenza di carriera o dell’inserimento professionale. Il primo strumento è una serie di schede per la valutazione a sostegno di un colloquio di consulenza nell’area delle competenze di base, mentre il secondo è disponibile online e può essere utilizzato anche dagli stessi interessati o nelle aziende. Secondo recenti indagini, c’è un grande bisogno di questi strumenti, come ha dimostrato uno studio di base di Interface (francese). Gli strumenti sono disponibili gratuitamente in tedesco, francese e italiano.

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Working Paper (242) della Swiss Leading House VPET-ECON

I salari minimi rafforzano la disponibilità delle aziende a investire nella formazione continua

Diversi cantoni svizzeri hanno recentemente introdotto salari minimi elevati e fortemente vincolanti. Secondo uno studio di Katarina Zigova e Thomas Zwick, ciò ha avuto un impatto positivo sulla formazione professionale continua. Le aziende hanno investito di più nella formazione continua formale durante l’orario di lavoro. L’effetto sarebbe “considerevole”, più forte tra i lavoratori a basso salario, che si collocano al di sotto o di qualche punto percentuale al di sopra del nuovo livello salariale minimo. A quanto pare, i datori di lavoro preferiscono aumentare la produttività della loro forza lavoro dopo l’introduzione di salari minimi significativi piuttosto che sostenere i costi di assunzione di lavoratori più qualificati. Questo risultato contrasta con la maggior parte degli studi teorici ed empirici precedenti, che sostengono, sulla base della teoria classica del capitale umano, che i salari minimi riducono o, nel migliore dei casi, non hanno alcun impatto sulla formazione sul posto di lavoro. I ricercatori dimostrano inoltre che i salari minimi non hanno un impatto negativo sulla disponibilità delle aziende a fornire formazione.

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Formazione professionale 2040 – prospettive e visioni: il punto di vista dell'associazione settoriale Swissmem

La formazione fra politica e mercato del lavoro

Sonja Studer

La formazione professionale di base si orienta ai fabbisogni del mercato del lavoro. Ciò si manifesta in modo particolare nella revisione delle ordinanze sulla formazione, come dimostra il progetto di riforma “Futuremem”. Ciò che sembra così semplice, tuttavia, diventa anche sempre più impegnativo, a causa sia delle esigenze sempre più eterogenee delle aziende sia del crescente ritmo di innovazione dell’economia. È qui che la gestione tripartita della formazione, concepita per il bilanciamento degli interessi, raggiunge i suoi limiti. A ciò si aggiungono sempre più spesso temi politici e sociali che si desidera integrare nella formazione professionale di base. Richieste generiche, quali un maggior numero di maturità professionali parallele allo svolgimento della formazione di base, non sono d’aiuto.

Studio di WorkMed che ha intervistato 45.000 apprendisti

Tre giovani su quattro vivono bene l’apprendistato, ma alcuni hanno bisogno di più sostegno

Alla fine del 2024, a circa 45.000 apprendisti in Svizzera è stato chiesto come stanno andando nel loro apprendistato, come affrontano le sfide e lo stress e cosa li aiuta a svilupparsi positivamente. Risultato: tra l’80% e il 90% dichiara di trovarsi piuttosto bene o molto bene nel proprio apprendistato, di trovare l’apprendistato stimolante e di essere orgoglioso di lavorare presso la propria azienda formatrice. Il 56% raccomanderebbe la propria azienda formatrice ad altri, il 33% in qualche misura e l’11% per niente. Allo stesso tempo, il 61% degli apprendisti sperimenta “problemi psicologici” in senso lato durante l’apprendistato (da pensieri e sentimenti negativi a crisi psicologiche e malattie). Si può ipotizzare che circa il 25-30% degli apprendisti sia confrontato con problemi che dovrebbero essere affrontati più attivamente. Secondo lo studio, sono necessari ulteriori sforzi da parte di tutti i soggetti attivi nell’istruzione e nella formazione professionale.

Sintesi dello studio

Transfer. Formazione professionale in ricerca e pratica pubblicherà i risultati dello studio in quattro lunghi articoli dopo le vacanze estive.

Studio sulla formazione continua non formale orientata al lavoro nel settore edifici

Le offerte di formazione continua tengono il passo con gli obiettivi energetici e climatici?

Stefan Rieder & Adea Barileva

La Svizzera si è posta l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Al settore edifici spetta in questo ambito un ruolo chiave: circa un terzo delle emissioni di CO₂ in Svizzera è infatti causato dal parco immobiliare. Uno studio condotto da Interface mostra quanto i professionisti del settore siano preparati ad affrontare questo compito. I risultati evidenziano l’esistenza di un’offerta di formazione continua relativamente ampia riguardo alle “energie rinnovabili” e all'”utilizzo di materiali ed elementi vantaggiosi”, mentre in altri ambiti, quali la “riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti” o la “riduzione dei rifiuti”, ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Lo studio formula altresì una serie di raccomandazioni – per esempio l’ampliamento dell’offerta relativa ai cosiddetti “Soft Skill”.

Progetto di ricerca presso la Leading House VPET-ECON

Le donne evitano le professioni ad alto contenuto di matematica

Più matematica, meno donne: questa formula riassume ciò che accade nella scelta di una carriera. Lo dimostra un progetto di ricerca della Leading House VPET-ECON (Thea S. Zöllner, Working Paper 237). Mentre i risultati suggeriscono solo un piccolissimo divario di genere a favore degli uomini nelle occupazioni con requisiti scientifici più elevati, esiste un divario di genere statisticamente significativo nelle occupazioni con requisiti matematici più elevati; in media, ciò corrisponde a un divario retributivo di circa il 12% nell’arco dell’intera vita lavorativa.

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Meta-analisi di 66 studi internazionali

Cosa prepara meglio le persone al mercato del lavoro: la formazione professionale o l’istruzione generale?

Il Politecnico di Zurigo (cattedra di Sistemi educativi, Ursula Renold) ha analizzato 66 studi internazionali sul grado di preparazione della formazione professionale e dell’istruzione generale al mercato del lavoro (occupazione, salari). Si tratta della prima sintesi di questo tipo. Sulla base di 39 studi che confrontano gli effetti dell’IFP con quelli dell’istruzione generale, i risultati sul mercato del lavoro dell’IFP rispetto all’istruzione generale sono minimamente migliori, ma tendono a zero nel tempo. Sulla base degli altri 27 studi (che confrontano l’IFP con un gruppo di controllo senza restrizioni), l’impatto dell’IFP è medio e mostra un aumento significativo dell’occupazione e dei guadagni/salari. Gli autori dello studio spiegano i benefici complessivi piuttosto ridotti dell’IFP con il fatto che molti studi si sono concentrati esclusivamente su programmi di IFP basati sulla scuola (compresi molti community college statunitensi), che difficilmente sono allineati con la domanda del mercato del lavoro.

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Studio dell'Università di Zurigo

I compagni di studio produttivi plasmano la nostra personalità

Qualche tempo fa, Claudio Schilter, Samuel Luethi e Stefan C. Wolter hanno dimostrato che i compagni di classe competitivi contribuiscono alla scelta e all’ottenimento di carriere meglio retribuite (e più impegnative) (Working Paper 228, Swiss Leading House VPET-ECON). Uno studio dell’Università di Zurigo ha ora fatto emergere risultati simili per il settore accademico. Secondo i risultati, gli studenti diventano più competitivi, aperti e coscienziosi quando lavorano con compagni che presentano queste caratteristiche in misura maggiore. I ricercatori Ulf Zölitz (UZH) e Xiaoyue Shan (National University of Singapore) parlano di chiari effetti di “spillover” della personalità. Ulf Zölitz: “I nostri risultati suggeriscono che l’influenza dei tratti produttivi della personalità dei coetanei può essere altrettanto decisiva del livello di rendimento accademico dell’ambiente”. Non sono stati riscontrati effetti significativi per l’estroversione, la gradevolezza e il nevroticismo.

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Analisi longitudinale dell'Ufficio federale di statistica (UST)

Grande impatto della situazione socioeconomica dei giovani sull’ottenimento di un titolo di livello secondario II

L’8,2% dei giovani che hanno compiuto 15 anni tra il 2011 e il 2013 dopo dieci anni non aveva titoli di studio di livello secondario II. Questa quota sale al 13% per i giovani che vivevano in economie domestiche facenti parte del 20% con il reddito da lavoro netto equivalente più basso e sale addirittura al 24% per i giovani beneficiari di aiuto sociale finanziario. Al contrario, il 73% dei giovani delle famiglie ad alto reddito (il quinto più ricco delle famiglie) ha un diploma di maturità e solo l’1% ha un certificato federale di formazione pratica (CFP). Questi sono i principali risultati di una nuova pubblicazione dell’Ufficio federale di statistica (UST) basata sull’analisi longitudinale di quasi 82 000 giovani.

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Risultati di un'indagine orientata agli spazi sociali e corrispondenti raccomandazioni

Allestimento e appropriazione di luoghi di apprendimento innovativi

Katrin Kraus & Lynette Weber

L’appropriazione di un nuovo edificio scolastico da parte degli insegnanti è stata oggetto di un’indagine orientata agli spazi sociali nell’ambito del programma di ricerca “Luoghi di apprendimento” (Orte des Lernens) della cattedra di formazione professionale e formazione continua (Lehrstuhl für Berufs- und Weiterbildung) dell’Università di Zurigo. Il lavoro si è svolto adottando la prospettiva degli insegnanti. Utilizzando un approccio etnografico basato su osservazioni, interviste e schizzi spaziali, l’indagine ha indagato come gli insegnanti si approprino di questo luogo di apprendimento nell’ambito della loro attività didattica e come si rapportino all’idea di flessibilità e individualizzazione in esso implementata. A tal fine, è stato ricostruito ciò che gli insegnanti fanno nelle singole situazioni didattiche, e come lo fanno.

Ricerca presso della Scuola universitaria federale per la formazione professionale SUFFP

Salute delle persone in formazione: tra protezione e rischi

Nadia Lamamra, Barbara Duc, Mathilde Romanens & Gilles Descloux

Il sistema di formazione professionale svizzero dispone di requisiti legali chiari per proteggere la salute e la sicurezza delle persone in formazione. Nella pratica, tuttavia, questi requisiti passano talvolta in secondo piano, come dimostra un progetto di ricerca della SUFFP. La salute mentale e i rischi psicosociali associati all’ambiente di lavoro, per esempio, assumono così un ruolo secondario. Nel complesso, l’orientamento alle competenze operative, i meccanismi di banalizzazione del rischio e il fatto che nel sistema sanitario l’accento è posto sulla responsabilità individuale contribuiscono a una definizione opaca della salute sul posto di lavoro.

Formazione professionale 2040 – Prospettive e visioni: nuovi ambienti di apprendimento, tecnologie intelligenti e competenze sociali come chiave della formazione professionale di domani

Scuola professionale 2040: “escape” verso il futuro

Claudia Hug

La scuola professionale del futuro sarà molto più di un semplice luogo di apprendimento – ma diventerà una piattaforma per l’innovazione, uno spazio sociale per lo sviluppo della personalità e un motore per l’agire sostenibile nel contesto di un mondo del lavoro dinamico. Per far sì che questa visione diventi realtà, serve un coerente sviluppo delle scuole professionali – sul piano tecnologico, didattico e culturale. Se alcuni di questi elementi sono ancora una visione, altri sono già stati realizzati presso il Centro di formazione Limmattal.

Workshop della SUFFP sulle sfide della formazione professionale

Qualità! Obiettivo o slogan per la formazione professionale?

Matilde Wenger, Thomas Ruoss & Lorenzo Bonoli

Ogni anno, il Winter Workshop organizzato dalla Scuola universitaria federale per la formazione professionale (SUFFP) riunisce esperti/e, ricercatori e ricercatrici e operatori e operatrici del settore della formazione professionale per discutere le sfide e le questioni attuali. L’edizione 2025 è stata dedicata a una questione particolarmente controversa: la qualità nella formazione professionale è un obiettivo tangibile o soltanto uno slogan? Uno dei risultati: La qualità non dovrebbe essere pensata come una griglia rigida, ma piuttosto come un processo di negoziazione e di riflessione continua sugli obiettivi educativi e sui ruoli delle varie parti interessate.

«Formazione professionale 2040 – prospettive e visioni»: Le future sfide della formazione professionale

L’apprendistato diventa sempre più una tappa verso la formazione terziaria – con conseguenze

Daniel Oesch

Negli ultimi decenni, la formazione gode di una sempre più alta considerazione, e un numero crescente di giovani aspira oggi a conseguire un titolo di livello superiore. In particolare, un titolo di livello terziario sta ormai diventando la nuova norma in Svizzera, mentre la formazione professionale di base è sempre più considerata come un trampolino verso successivi percorsi formativi. La formazione professionale dovrà in futuro non soltanto preparare a una specifica professione, ma anche costituire le basi per una formazione ulteriore. La maturità professionale e il rafforzamento delle competenze di base durante la formazione professionale di base sono pertanto destinate ad assumere sempre più importanza. Oltre a ciò, si pone la questione dello sviluppo di percorsi di studio duali.

Studio dell’Università di Zurigo

Falsa dualità tra formazione generale e formazione professionale

Il rapporto tra formazione generale e competenze specifiche è da sempre un tema centrale nella ricerca e nello sviluppo nel campo della formazione. Katrin Kraus e Lena Freidorfer (entrambe dell’Università di Zurigo) mostrano, in uno studio appena concluso sul pensiero critico e sulla capacità di risolvere problemi, quanto questa questione possa rivelarsi complessa nella pratica. Le autrici sostengono che le competenze trasversali possono essere sia generali, come suggerisce il nome, sia specifiche per una professione. Questo richiede non solo una comprensione approfondita di queste competenze, ma anche un’analisi più approfondita sulla relazione tra lavoro e formazione all’interno della teoria della formazione professionale. A tal fine, possono essere utili prospettive teoriche che colleghino la formazione specifica, riferita a un’attività professionale concreta, con la formazione generale – ad esempio attraverso un approccio culturale alla comprensione delle culture professionali, che si esprimono anche in una specifica interpretazione professionale delle competenze interdisciplinari.

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Leading House Working Paper (236) di Claudio Schilter

Più concorrenza – meno ragazze e figli di migranti

Sottolineare un’elevata selettività nel processo di assunzione riduce in modo significativo il numero di candidate altamente qualificate e di figli di migranti. Il principale meccanismo che genera questo effetto è l’aumento della percezione di competizione tra pari durante le presentazioni informative sulle carriere. È quanto emerge da un esperimento sul campo randomizzato condotto da Claudio Schilter nel contesto di eventi informativi professionali. I risultati suggeriscono che le aziende possono promuovere efficacemente la diversità riducendo la selettività nei loro processi di assunzione, soprattutto quando i potenziali candidati interagiscono tra loro.

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Esperimento di scelta condotto dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale (HES-SO)

Promozione dei posti di apprendistato nel Cantone Ginevra: il contante è la misura preferita dalle aziende

Durante la pandemia di Covid-19, il Cantone Ginevra ha introdotto una serie di misure per incentivare la creazione di posti di apprendistato, tra cui:

  • Il rimborso dei primi tre mesi di salario dell’apprendista
  • Un premio di CHF 3’000 per l’assunzione di un apprendista per la prima volta
  • Un premio di CHF 10’000 per le aziende che creano una nuova rete per assumere apprendisti congiuntamente

In un esperimento di scelta, José V. Ramirez e Sylvain Weber (entrambi HES-SO) hanno dimostrato che il rimborso del salario è in assoluto la misura preferita dalle aziende, indipendentemente dalla loro dimensione o dalla loro esperienza formativa (aziende formatrici o non formatrici).

Le altre misure finanziarie risultano meno desiderabili, ma esercitano comunque un’influenza positiva sulle decisioni delle piccole imprese.

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Per una MP2 su dieci in Svizzera viene pagata una retta scolastica

Apprendisti nelle formazioni professionali di base private a pagamento

Luca Preite

In gran parte ignorati dalla ricerca e dalla politica nel campo della formazione, vi sono sempre più apprendisti che assolvono la propria formazione professionale di base e che conseguono la maturità professionale presso scuole di formazione professionale private a pagamento. Queste scuole si trovano non solo in contrasto con le concezioni di base del sistema svizzero della formazione professionale, fortemente caratterizzato in senso aziendale, ma – con l’eccezione delle scuole specializzate d’arte – ne aggirano le logiche selettive, in quanto l’accesso non è regolato né da criteri di ammissione basati sulle note né da procedure di candidatura. L’unico fattore determinante è il poter pagare la retta scolastica. Basato su uno studio qualitativo finanziato da una fondazione, il presente contributo mostra quali apprendisti se lo possano permettere e in quali circostanze.

Studio di Ecoplan su incarico della SEFRI

Situazione attuale sul riconoscimento delle qualifiche professionali estere

Chi desidera lavorare in Svizzera con un diploma professionale conseguito all’estero ha accesso al mercato del lavoro in molte professioni. Questo non vale per un numero limitato di professioni, come quelle nel settore medico o infermieristico, che sono soggette a regolamentazione statale e richiedono il riconoscimento del titolo di studio. Secondo uno studio condotto da Ecoplan, il riconoscimento delle qualifiche professionali estere per queste professioni funziona generalmente bene. Tuttavia, possono sorgere problemi quando i Cantoni sono responsabili della regolamentazione delle professioni, mentre il riconoscimento dei titoli è di competenza federale. Inoltre, il mercato del lavoro svizzero è strutturato secondo il principio della professione: le competenze richieste a un professionista qualificato sono definite in un titolo di studio formale, ben conosciuto dai datori di lavoro – mentre le qualifiche estere risultano più difficili da valutare. Le certificazioni di livello potrebbero rappresentare una possibile soluzione; tuttavia, il loro reale beneficio è controverso, come evidenzia lo studio.

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