Formazione professionale in ricerca e pratica
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Formazione professionale superiore al di fuori del sistema di formazione formale

42 Lausanne: una scuola di informatica aperta giorno e notte

Christophe Wagnière

Nel luglio 2021 è stata fondata la scuola di informatica «42 Lausanne». Fa parte della rete internazionale «42» e offre una formazione gratuita della durata di uno o due anni. In linea di principio, può accedervi chiunque abbia almeno 18 anni, anche se non possiede un titolo di studio post-obbligatorio. La selezione è tuttavia rigorosa. La scuola si posiziona come alternativa complementare alla formazione professionale duale in Svizzera. Anche dal punto di vista pedagogico, 42 Lausanne adotta un approccio innovativo: si basa infatti sull’apprendimento tra pari (peer learning) e su un sistema di valutazione collaborativo. Oltre a ciò, manca un orario tradizionale delle lezioni. 42 Lausanne è finanziata in gran parte dal settore privato, e nell’estate del 2026 dovrebbe aprire un campus anche nella regione di Zurigo.

Monitoraggio "bili" della CSFP

Circa il 4% degli apprendisti frequenta un insegnamento bilingue

La CSFP ha condotto un’indagine denominata «Monitoring bili» sull’insegnamento bilingue, nell’ambito del suo impegno a promuovere l’insegnamento bilingue nelle scuole professionali. Dall’indagine emerge, tra l’altro, che in venti Cantoni è offerto l’insegnamento bilingue (bili), presente in quasi il 40% delle scuole professionali. Circa l’80% delle offerte bili è facoltativo, mentre il 20% è obbligatorio. La quota di apprendisti che seguono un percorso bili a livello nazionale è del 3,9% per gli apprendisti AFC, dello 0,28% per gli apprendisti CFP e del 5% per gli apprendisti delle maturità professionali MP1+2. L’81% degli apprendisti iscritti segue corsi bili in inglese. In undici Cantoni, per accedere all’insegnamento bilingue gli apprendisti devono soddisfare determinati requisiti (media delle note, livello linguistico, raccomandazione degli insegnanti o altro). Sulla base del rapporto, la CSFP analizzerà i bisogni d’intervento e formulerà raccomandazioni per promuovere il plurilinguismo.

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Studio condotto presso la Scuola universitaria federale per la formazione professionale (SUFFP)

Impatto della realtà virtuale sulle prestazioni degli apprendisti

Nonostante le numerose ricerche sul potenziale degli ambienti virtuali (VR) per migliorare l’apprendimento, l’efficacia della realtà virtuale nella formazione professionale non è ancora stata sufficientemente esplorata. Nel presente studio (realizzato da Christopher Keller, Gaby Walker, Francesca Amenduni, Alice Tela e Alberto Cattaneo, tutti della SUFFP), sono state valutate le prestazioni di 81 apprendisti in un ambiente VR rispetto a un approccio basato su computer desktop. I risultati hanno mostrato che l’uso della VR con visori montati sulla testa (Head-Mounted Displays) ha portato a un netto miglioramento delle prestazioni rispetto all’approccio desktop. La motivazione e il senso di presenza sono stati identificati come fattori decisivi per il miglioramento dei risultati. Lo studio ha inoltre evidenziato una relazione complessa tra la sensazione di presenza e le prestazioni, indicando che né la motivazione né l’esperienza di flow fungono da mediatori diretti.

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Studio di Andrés Gomensoro, Marieke Heers, Chantal Kamm e Sandra Hupka-Brunner

I figli di migranti hanno ambizioni più alte? Sì, ma non sempre

I giovani con un background migratorio hanno aspettative educative più ottimistiche rispetto ai coetanei nativi. Questo dato è confermato anche da studi più recenti, ma non si applica in modo generalizzato: non conta solo il livello individuale, ma anche il contesto istituzionale e l’origine sociale dei giovani. È quanto emerge da un progetto di ricerca basato sui dati della rilevazione delle competenze fondamentali (ÜGK 2019). Dallo studio emerge, ad esempio, che i giovani provenienti da Italia, Spagna o Grecia sviluppano aspettative simili a quelle dei loro coetanei svizzeri, mentre i giovani originari dei paesi balcanici o dello Sri Lanka tendono a mantenere aspettative elevate indipendentemente dal percorso formativo intrapreso. Questo potrebbe portarli a scegliere vie educative indirette per raggiungere i propri obiettivi scolastici.

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Studio della SUFFP sui tre luoghi di formazione con esempi di buone pratiche

Compensazione degli svantaggi: tendenza a misure standardizzate

Uno studio sulla compensazione degli svantaggi incentrato sui tre luoghi di formazione mostra la grande importanza della loro collaborazione con gli uffici cantonali della formazione professionale. Inoltre, evidenzia punti critici, come le differenze Cantonali nei moduli di domanda. A seconda del Cantone, questi si applicano a tutta la durata dell’apprendistato, a singoli luoghi di formazione o separatamente alla procedura di qualificazione. Questo approccio può essere un ostacolo per le persone in formazione senza supporto e può comportare che persone in formazione con la stessa diagnosi ricevano misure diverse. Nella pratica si profila inoltre una tendenza a misure standardizzate (tempo extra, aula separata). Data la varietà delle diagnosi, ciò solleva delle domande. Occorre inoltre prestare particolare attenzione alla protezione dei dati. Le persone coinvolte hanno la possibilità di conoscere la misura prescritta, ma non la diagnosi che ne è alla base. Ciò rende più difficile il supporto alle persone in formazione. Infine, ci si chiede se sia sufficiente concentrarsi sulla procedura di qualificazione, dal momento che le persone in formazione trascorrono la maggior parte del loro tempo di formazione in azienda, dove le misure non entrano praticamente in considerazione e non sono previste dalla legge.

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Empower Peers 4 Careers – un progetto di prevenzione nell’orientamento professionale

Un aiuto rivolto a scolare e scolari per la loro scelta professionale

Claudia Schellenberg, Patrizia Röösli & Annette Krauss

I compagni di scuola costituiscono una fonte importante per lo sviluppo di competenze trasversali. Questa risorsa, come ha dimostrato un progetto della Interkantonale Hochschule für Heilpädagogik (Scuola universitaria intercantonale di pedagogia speciale), può essere sfruttata nell’ambito di discussioni di gruppo – e ciò è di grande utilità, per esempio, al momento della scelta della professione. La valutazione dell’importanza di tale scelta ne è infatti risultata decisamente aumentata. Ma anche il clima di classe, il senso di comunità o l’integrazione percepita ne hanno tratto vantaggio.

«Formazione professionale 2040 – Prospettive e visioni»: requisiti modificati per le professioni e per le aziende

Le organizzazioni del mondo del lavoro saranno indispensabili anche in futuro

Nicole Meier

Le organizzazioni del mondo del lavoro – insieme alla Confederazione e ai Cantoni – sono uno dei tre pilastri portanti del sistema di formazione professionale svizzero. Grazie alla loro prossimità al mercato del lavoro, le Oml sono infatti in grado di adattare i profili professionali al rapido e costante modificarsi delle sue esigenze. Le tendenze alla iper-regolamentazione, insieme a critiche spesso generiche e gratuite, danneggiano la reputazione e la funzionalità della formazione professionale. Le Oml devono essere rafforzate in modo che possano affrontare le sfide attuali.

Esperimento di scelta discreta dell’Università di Berna

Un’interruzione degli studi può comportare una significativa riduzione del salario

Interrompere gli studi universitari può avere un impatto negativo sulla carriera professionale. Lo evidenzia un esperimento di scelta discreta (Discrete-Choice-Experiment) condotto dall’Università di Berna (Andrea Diem, Christian Gschwend, Stefan C. Wolter) su un campione rappresentativo di oltre 2’500 responsabili delle risorse umane. Secondo lo studio, un’interruzione degli studi in una disciplina strettamente collegata al posto di lavoro messo a concorso produce effetti sul mercato del lavoro simili a quelli di chi non ha mai intrapreso un percorso universitario. Se invece non c’è alcun legame diretto tra gli studi interrotti e il posto di lavoro, l’abbandono degli studi porta a una riduzione significativa del reddito lungo l’intero arco della vita lavorativa. Inoltre, i responsabili del personale mostrano una chiara preferenza per le candidate che, pur non avendo completato gli studi, hanno utilizzato gli anni universitari per accumulare capitale umano in altri modi (ad es. tramite stage).

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Progetto di ricerca dell’Università di Zurigo

Effetti di sollievo, ma anche perdite, nell’impiego della realtà virtuale nella formazione professionale

L’uso della realtà virtuale (VR) facilita l’esercizio ripetuto e l’acquisizione di conoscenze dichiarative, elementi fondamentali della competenza professionale. Tuttavia, non riesce a trasmettere la variabilità e le sensazioni aptiche, anch’esse necessarie per lo sviluppo completo della competenza professionale. È quanto emerge da un progetto di ricerca dell’Università di Zurigo, condotto in collaborazione con la Scuola universitaria professionale per la formazione insegnanti di Zurigo e la Scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo (Katrin Kraus, Martin Berger, Thomas Keller, Elke Brucker-Kley). Lo studio mostra anche che gli apprendisti traggono beneficio da uno spazio di apprendimento con maggiore autonomia e minore pressione emotiva quando utilizzano i visori VR. Tuttavia, sperimentano meno interazioni personali, che potrebbero sostenere il loro apprendimento. I formatori sono in qualche modo sollevati quando gli studenti imparano nel loro spazio di apprendimento creato con la tecnologia VR; al contrario, gli apprendisti sentono esclusi come risultato.

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Studio nell’ambito del Leading House VPET-ECON

Molti sopravvalutano il salario delle persone con un titolo di studio universitario

Più della metà della popolazione, in particolare i giovani, tende a sopravvalutare il salario derivante da una formazione accademica rispetto a quella professionale. È quanto emerge da un’analisi di Maria A. Cattaneo (CSFO) condotta nell’ambito del programma Leading House VPET-ECON. Lo studio evidenzia un’ampia variabilità nelle aspettative salariali relative ai due percorsi formativi, nonché forti differenze nelle percezioni in base a genere, età, status socioeconomico, regione di residenza e origine migratoria. Chi ha seguito una formazione professionale tende a sopravvalutare maggiormente i salari dei laureati rispetto a chi ha un background accademico. Viceversa, le persone con un titolo universitario tendono a sovrastimare gli stipendi di chi ha seguito una formazione professionale. Inoltre, le donne valutano in generale più al ribasso i salari legati sia alla formazione professionale sia a quella accademica rispetto ai valori reali. (Fonte: CSFO)

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Studio presso il Politecnico federale di Losanna (EPFL)

ChatGPT potrebbe ottenere un diploma in ingegneria?

Quanto bene se la cava l’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT, negli esami universitari? Un team dell’EPFL guidato da Antoine Bosselut ha cercato di rispondere a questa domanda. Hanno sottoposto le versioni GenAI GPT-3.5 e GPT-4 a domande d’esame tratte da 50 corsi, coprendo un ampio spettro di discipline MINT, tra cui informatica, matematica, biologia, chimica, fisica e scienza dei materiali. Risultati: GPT-4 ha risposto correttamente in media al 65,8% delle domande, se queste erano formulate in uno stile accessibile a chi non ha competenze specifiche in intelligenza artificiale. Con una strategia di prompting più mirata, il modello ha raggiunto addirittura l’85,1% di risposte corrette. Secondo i ricercatori, questi risultati suggeriscono la necessità di ripensare il design dei sistemi di valutazione a livello di programma di studio nell’istruzione universitaria.

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Il progetto XReate della GBS di San Gallo

Apprendere e insegnare nel metaverso

Mike Gadient

Il progetto XReate apre nuove dimensioni all’insegnamento scolastico, creando un ambiente di apprendimento nel metaverso, vale a dire in quello spazio che nasce dall’interazione tra realtà virtuale, aumentata e fisica. Un esempio: grazie a un visore VR, gli apprendisti potranno in futuro sedersi in un’aula virtuale in qualsiasi parte del mondo e prendere parte insieme a una lezione. Il progetto, finanziato da Movetia e guidato dal GBS di San Gallo con la partecipazione di quattro partner internazionali, si concentra da un lato sui requisiti tecnici e, dall’altro, sull’elaborazione delle competenze di base per l’insegnamento e l’apprendimento nel metaverso.

«Formazione professionale 2040 – prospettive e visioni»: Il punto di vista di Travail.Suisse

Quattro approcci per aumentare l’attrattività della formazione professionale

Gabriel Fischer

La formazione professionale sta perdendo terreno rispetto alla formazione di cultura generale. Tale sviluppo, tuttavia, avviene per determinati motivi e può essere fermato con misure adeguate. Per esempio, va arrestata la concorrenza diretta tra i titoli della formazione professionale superiore e i programmi di formazione continua (CAS, DAS, MAS) delle scuole universitarie. Anche a livello della formazione professionale di base esistono misure semplici in grado di migliorare l’attrattivà, tra cui l’aumento delle ferie per gli apprendisti, una migliore preparazione dei responsabili della formazione aziendale e l’incentivazione delle opportunità di scambio e mobilità.

Studio della SUFFP sulla mobilità delle persone in formazione nella formazione professionale di base duale

I confini linguistici limitano la scelta dei posti di tirocinio

Andreas Kuhn & Jürg Schweri

I confini linguistici in Svizzera limitano la mobilità delle giovani persone in formazione nella formazione professionale di base duale. Un’indagine della SUFFP mostra che la frequenza prevista con cui pendolano tra due comuni è mediamente inferiore di circa il 75% se devono superare una frontiera linguistica. Questo effetto negativo corrisponde all’incirca allo stesso ordine di grandezza che si otterrebbe aumentando di circa il 50% il tempo di percorrenza delle persone in formazione.

Valutazione delle competenze trasversali nelle scuole professionali

La promozione delle competenze trasversali è un compito dell’intera scuola

Stephanie Appius & Amanda Nägeli

Le competenze trasversali, quali il pensiero critico, la creatività, la comunicazione e la collaborazione, stanno assumendo sempre più importanza, soprattutto in relazione agli attuali sviluppi globali e progressi tecnologici. La loro promozione è particolarmente rilevante nel livello secondario II. Prendendo come esempio i dati della valutazione di una scuola professionale, il presente contributo illustra da un lato lo stato delle scuole in merito alla promozione delle competenze trasversali negli apprendisti; dall’altro lato, il set di dati consente di affrontare la questione di come possano essere create strutture e condizioni quadro nelle scuole che siano in grado di stimolare un processo di sviluppo dell’insegnamento e della scuola nonché di ancorare l’idea delle competenze trasversali nell’insegnamento.

Partecipazione digitale delle persone con disabilità alla formazione professionale

Partecipazione digitale: un dato non scontato

Gabriela Antener & Julia Bannwart Garibovic

Le tecnologie digitali offrono alle persone con disabilità nuove opportunità di partecipazione. Tuttavia, se non ne è garantita l’accessibilità, esse comportano anche rischi di esclusione. Ciò vale anche per la formazione professionale. Un progetto di ricerca mostra che le organizzazioni di formazione si impegnano ancora troppo poco per l’inclusione degli apprendisti con disabilità. La ragione principale è una scarsa consapevolezza delle loro difficoltà di partecipazione e la mancanza di strategie per eliminarle. Oltre a ciò, mancano mezzi e strumenti di attuazione, così come responsabilità chiare e direttive precise.

«Formazione professionale 2040 – prospettive e visioni»: Due esperti a colloquio

Esami orientati alle competenze operative nella procedura di qualificazione: obiettivo irraggiungibile?

Daniel Schmuki & Jürg Schweri

Due esperti di lungo corso discutono sulle sfide attuali degli esami nella formazione professionale. Mentre l’esperto di didattica Daniel Schmuki mette in guardia dall’abolizione degli esami scritti, raccomandando piuttosto di orientarli alle competenze e di separare in modo molto più coerente la fase di apprendimento dalla fase di prestazione, l’esperto di economia della formazione Jürg Schweri mette in discussione l’obbligo di assegnazione di note per i corsi interaziendali (CI), sostenendo che questi ultimi devono essere dedicati principalmente all’apprendimento.

Studio della Scuola universitaria pedagogica della Svizzera nordoccidentale (PH FHNW)

Come genitori e docenti possono motivare i giovani nella loro formazione

Quali fattori, già al quinto anno scolastico, possono prevedere con una certa attendibilità se un giovane interromperà prematuramente il contratto di apprendistato o non supererà l’esame finale di qualificazione? Questa è la domanda centrale di uno studio condotto da Jan Hofmann, Markus P. Neuenschwander e Lukas Ramseier (tutti affiliati alla PH FHNW).

Il principale risultato dello studio evidenzia che lo stile educativo dei genitori e il valore attribuito alla formazione già al quinto anno di scuola sono elementi di fondamentale importanza. Entrambi influenzano in modo significativo la motivazione dei giovani a impegnarsi e a portare a termine la loro formazione.

L’educazione è particolarmente efficace quando è “responsiva”, ovvero quando i genitori:

  • dedicano tempo ai propri figli,
  • offrono loro la libertà di esprimere ciò che è importante per loro,
  • li incoraggiano e li lodano quando raggiungono un risultato positivo.

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Ricerche della SUFFP sulla trasformazione digitale nella formazione di livello secondario II

Quanto è digitale l’insegnamento – e quali profili di docenti emergono?

A che punto siamo con la trasformazione digitale nella formazione professionale e scolastica di livello secondario II? Questa è la domanda centrale del progetto di ricerca condotto dalla Scuola universitaria federale per la formazione professionale (SUFFP) in collaborazione con l’Università di Zurigo. Lo studio analizza lo stato di avanzamento e i fattori chiave di questo processo.

Recentemente, sono stati pubblicati due contributi in merito. Una ricerca conferma che l’integrazione delle tecnologie nella didattica è generalmente elevata in tutti i contesti formativi. Inoltre, dimostra che, tra i fattori scolastici, la chiarezza degli obiettivi della digitalizzazione è un elemento determinante per le attività didattiche che favoriscono l’apprendimento. Questo elemento incide anche su tre fattori personali fondamentali per i docenti analizzati nello studio:

  • convinzioni positive riguardo alla digitalizzazione,
  • competenze digitali,
  • competenze tecnologico-pedagogiche.

Un secondo studio ha identificato tre profili di docenti in base all’uso delle tecnologie digitali. I risultati evidenziano che la maggior parte degli insegnanti utilizza le tecnologie digitali per sostenere attività di apprendimento passive e attive. Solo una minoranza le impiega anche per promuovere attività costruttiviste, ovvero basate su un apprendimento attivo e partecipativo.

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Perché le scuole medie orientate ai settori professionali ricevono poca attenzione politica

All’ombra dei «percorsi privilegiati»: formazione professionale e liceo

Le scuole medie di indirizzo professionale e le scuole specializzate registrano un’alta percentuale di passaggio verso le scuole universitarie professionali. Inoltre, queste scuole favoriscono l’accesso delle giovani donne a percorsi di studio tradizionalmente maschili e attraggono studenti con un elevato rendimento scolastico provenienti da contesti migratori.

Nonostante ciò, queste scuole medie orientate ai settori professionali ricevono poca attenzione politica. Le ragioni di questa scarsa considerazione sono oggetto di uno studio condotto da Raffaella Esposito, realizzato nell’ambito del progetto GovTrans (Governance delle transizioni) presso la Scuola universitaria pedagogica della Svizzera nordoccidentale (PH FHNW).

Esposito analizza come, nel quadro della governance della formazione secondaria II, gli attori coinvolti consolidino e riproducano costantemente un’idea di “percorso privilegiato” verso la formazione accademica. Questo avviene attraverso strumenti cognitivi come indicatori statistici, grafici, dichiarazioni di politica educativa e siti web, che rafforzano il valore attribuito ai percorsi accademici tradizionali. Al contempo, le scuole medie di orientamento professionale vengono posizionate come percorsi alternativi meno visibili.

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«Formazione professionale 2040 – prospettive e visioni»: Una prospettiva politico-sociale

Perché un diverso interesse per la formazione professionale?

Regula Julia Leemann

Il calo della percentuale di giovani che scelgono una formazione professionale di base viene spesso percepito come un problema. Per comprenderlo realmente, è necessario uno sguardo obiettivo sulle cause di questa diminuzione, insieme a una chiara rappresentazione degli interessi coinvolti. Questo è l’obiettivo del presente contributo. Vengono inoltre proposte soluzioni per rafforzare l’apprendistato. Secondo la tesi esposta, esso dovrebbe essere collegato meglio rispetto al passato con i punti di forza del percorso di cultura generale e con quello scolastico.