Cercare un posto di tirocinio significa, per le giovani persone e per i loro genitori, dover scegliere non solo una determinata professione da imparare, ma anche un’azienda in cui formarsi. Ma quanto è importante trovare una buona azienda formatrice e cosa la rende tale? Questo articolo spiega come la buona riuscita di un percorso formativo dipenda anche dalla qualità della formazione ricevuta in azienda. Due fattori sono particolarmente importanti per le persone in formazione: avere la possibilità di trovare autonomamente le soluzioni e vedersi assegnare compiti diversificati. Questi due fattori, combinati tra loro, porterebbero a una riduzione del 15 per cento del numero degli insuccessi al termine del tirocinio.
Le persone che completano un programma di formazione professionale basato sulla scuola hanno maggiori probabilità di passare alla formazione superiore rispetto a quelle che completano un programma di formazione professionale duale (con lo stesso curriculum e la stessa qualifica). Una spiegazione è che il numero di persone con un diploma di maturità professionale è più […]
La cooperazione ufficiale allo sviluppo della Svizzera finanzia un gran numero di programmi di formazione professionale in Paesi partner. Molti di questi progetti, che si basano per lo più sul modello duale, sono rivolti, nella misura del possibile, alle fasce più povere della popolazione. Tuttavia, questa strategia deve essere riconsiderata. Di fatto, troppo spesso essa non tiene conto della realtà del mercato del lavoro locale. Questo articolo delinea una strategia alternativa che si concentra sulla formazione di base e continua a livelli di qualifica più elevati, riconoscendo la necessità di una solida formazione scolastica di base.
Nelle professioni infermieristiche manca sempre più personale: entro il 2029 saranno necessari circa ulteriori 15.900 professionisti di livello terziario in tutte le aree dell’assistenza. Le donne che hanno lasciato il lavoro per dedicarsi alla famiglia costituiscono in questo settore un importante bacino di manodopera qualificata. Il progetto “Comeback” ha analizzato le condizioni di successo di un loro reinserimento professionale. Inizialmente sono state intervistate verbalmente 14 donne che sono rientrate nel mondo del lavoro; in seguito, sono state intervistate ulteriori 147 persone, sia uomini che donne, tramite un questionario. Ne emerge che il piacere di lavorare con i pazienti e l’apprezzamento per il lavoro infermieristico sono elementi fondamentali per la permanenza nella professione successivamente al rientro. Al contrario, elementi di ostacolo sono le cattive condizioni di lavoro o l’insoddisfazione verso i colleghi.
L’aumento previsto, in molti cantoni svizzeri, del numero di giovani persone che hanno terminato il livello secondario I, solleva la domanda se in futuro verranno offerti sufficienti posti di tirocinio. Sull’esempio del Canton Zurigo, in questo articolo vengono illustrati campi d’azione per la promozione dei posti di tirocinio destinati a chi opera nella formazione professionale duale. In tal senso, si segnala la grande opportunità di attirare più persone, in particolare nelle professioni colpite da carenza di manodopera qualificata.
Uno studio della Swiss Leading House VPET-ECON (Daniel Goller, Chiara Graf e Stefan C. Wolter) esamina per la prima volta l’utilità delle fiere dei mestieri. Sorprendentemente, mostra che, contrariamente al loro obiettivo, le fiere presenziali tendono a restringere piuttosto che ad allargare il raggio di ricerca dei giovani per le varie professioni; le fiere virtuali, […]
È inquietante svolgere un lavoro che potrebbe essere automatizzato. Molte persone sono quindi disposte a ricevere un salario inferiore se in cambio si riduce il rischio di automazione. Lo dimostra uno studio condotto da Maria A. Cattaneo (SKBF), Christian Gschwendt e Stefan C. Wolter (entrambi dell’Università di Berna). Lo studio quantifica questo valore sulla base […]
In media, gli apprendisti impiegano 39 minuti per raggiungere l’azienda e 46 minuti per raggiungere la scuola professionale. L’85% (77%) degli apprendisti impiega meno di 60 minuti per raggiungere l’azienda (la scuola). Questi sono i risultati di un nuovo rapporto della serie “Tendenze in primo piano” (“Modelli di mobilità delle persone che frequentano la formazione […]
Quando si determinano i costi e i benefici della formazione professionale di base, si deve anche valutare in che misura questa contribuisca a evitare i costi di assunzione di lavoratori qualificati. Questa domanda è oggetto di uno studio recentemente pubblicato come Leading House Working Paper (Manuel Aepli, Samuel Mühlemann, Harald Pfeifer, Jürg Schweri, Felix Wenzelmann, […]
L’attuale dibattito sull’orientamento alle competenze operative si è finora per lo più concentrato sulla formazione professionale di base. Tuttavia, spesso si dimentica che anche la formazione professionale superiore è soggetta a questo paradigma. Questa prospettiva è stata affrontata in occasione del secondo evento della serie dedicata alla formazione professionale (Themenreihe Berufsbildung) dall’Alta scuola pedagogica di Zurigo. Ne è emersa una constatazione: i docenti qualificati della formazione professionale superiore si distinguono soprattutto per le loro competenze tecniche e pratiche – e meno per quelle pedagogiche.
Jan Hofmann, Markus P. Neuenschwander & Lukas Ramseier
Jan Hofmann, Markus P. Neuenschwander & Lukas Ramseier
I genitori che non dedicano sufficiente attenzione ai propri figli mettono a rischio anche il loro successo formativo. Lo dimostra il presente studio, che ha cercato di spiegare perché certi giovani non conseguono un titolo di formazione professionale dopo la scuola dell’obbligo. Lo studio mostra altresì che lo scioglimento prematuro di un contratto di tirocinio è associato a maggiori rischi rispetto al mancato superamento dell’esame finale. D’altra parte, anche se i bambini del quinto anno di scuola (settimo secondo Harmos) credono nella propria efficacia, ciò non elimina il rischio che rimangano privi di un titolo post-obbligatorio. Alte aspettative rispetto alla propria autoefficacia non li porta infatti a impegnarsi di più.
Al termine del percorso scolastico, i giovani che frequentano l’istruzione e la formazione professionale si ritengono in possesso di competenze interdisciplinari relativamente elevate; ciò ha un effetto positivo sulla loro percezione di quanto si sentano preparati per la loro futura carriera o per gli studi. Le autocompetenze, in particolare, sembrano avere un impatto significativo sul […]
Un posto di tirocinio su tre nel settore edile resta oggi non occupato. I numerosi abbandoni prematuri e l’alto tasso di bocciature all’esame finale rappresentano un ulteriore gravame per queste professioni. L’associazione della tecnica della costruzione suissetec si è posta alla ricerca di nuove soluzioni. I costi ammontano a oltre un milione all’anno.
Il tema della sostenibilità sta diventando sempre più importante per chi si rivolge ai servizi di consulenza professionale e di carriera. Sempre più persone desiderano infatti che il loro lavoro contribuisca a una società ecologicamente e socialmente sostenibile. Al contempo, sul mercato del lavoro si ricercano spesso specialisti motivati e formati per la transizione ecologica. Il nuovo strumento “Orientamento professionale e di carriera sulla base dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU” offre a queste persone la possibilità di trovare un lavoro o una formazione corrispondente alle loro aspirazioni.
Nessuno ha tanta influenza sulle scelte professionali dei giovani quanto i loro genitori. Purtroppo, come dimostra una ricerca, il peso del genere gioca a riguardo un ruolo ancora molto importante. Se spesso le ragazze sembrano essere adatte a svolgere anche professioni maschili, i genitori raccomandano spesso ai figli maschi professioni tipicamente maschili.
Dal 2020, il Cantone di Lucerna promuove le competenze di base di lettura, scrittura, aritmetica, conversazione e utilizzo del computer con voucher formativi e corsi gratuiti presso il Centro di formazione continua del Cantone di Lucerna (WBZ). È ora disponibile un’indagine sulla domanda effettiva. Il sondaggio mostra che l’argomento è di particolare interesse per le […]
Negli ultimi anni, la Leading House VPET-ECON ha pubblicato diversi studi sulla specializzazione delle professioni e sul loro impatto sul cambiamento economico. Una sintesi di questo lavoro è ora disponibile sotto forma di policy brief (numero 2/2024). Secondo questo studio, i cambiamenti del mercato del lavoro non colpiscono di per sé i lavoratori in professioni […]
Nell’ambito del progetto Digi-Care sono state sviluppate due tipologie di strumenti didattici in stretta collaborazione con i e le rappresentanti della pratica infermieristica, volti ad essere utilizzati nella formazione di base e continua del personale infermieristico. Essi sono stati concepiti con lo scopo di fornire degli strumenti didattici per lo sviluppo delle competenze digitali necessarie alla gestione di situazioni di trasmissione e documentazione delle informazioni cliniche relative ai e alle pazienti. La progettazione di questi strumenti si basa su un approccio di analisi del lavoro e adotta una metodologia di raccolta dati etnografica; questo ha comportato osservazioni e raccolte dati negli ospedali, nonché l’analisi di situazioni reali di attività di trasmissione di informazioni cliniche in ambito infermieristico. Il presente articolo illustra gli strumenti didattici sviluppati nel progetto di ricerca e descrive il loro processo di sviluppo.
Le scelte di carriera seguono ancora i modelli, come riassume Avenir Suisse nella pubblicazione “Scelta professionale: l’ultimo miglio delle pari opportunità?”. Tuttavia, si possono riconoscere dei progressi: Oggi il 25% delle donne (o degli uomini) dovrebbe cambiare categoria professionale affinché la distribuzione sia totalmente neutra dal punto di vista del genere, contro il 36% nel […]
Scelte professionali e carriere in Svizzera sono ancora fortemente influenzate dal genere. Oltre alla scelta della professione, il genere influenza la percezione di sé dei giovani adulti, l’anticipazione del loro ruolo familiare e il loro livello di retribuzione. In media, solo una persona su quattro sceglie una formazione professionale in cui entrambi i sessi sono ugualmente rappresentati. Numerosi studi basati sui dati TREE richiamano l’attenzione su tali correlazioni. I risultati, come rilevano gli autori della presente sintesi, sottolineano l’urgente necessità di un “degendering” delle traiettorie formative e occupazionali.
La SEFRI dovrebbe astenersi dal lanciare un’altra campagna «FormazioneProfessionalePlus». L’ampio impatto desiderato sui gruppi target e la mobilitazione dei partner di rete e degli stakeholder non hanno avuto sufficiente successo, nonostante l’elevato impiego di risorse. Allo stesso tempo, i partner della rete e altri stakeholder a tutti i livelli stavano già comunicando sulla formazione professionale. […]
Il quadro nazionale delle qualifiche (QNQ) per i titoli della formazione professionale è in vigore in Svizzera da quasi dieci anni. Fino a oggi, la sua reale rilevanza sul mercato del lavoro non è tuttavia quasi mai stata sistematicamente studiata. Alcuni singoli studi e alcune valutazioni condotte da organizzazioni del mondo del lavoro lasciano tuttavia pensare che il suo impatto sia pressoché nullo. Il presente contributo sostiene, al contrario, che il QNQ sia più efficace di quanto si creda, in particolare riguardo al raggiungimento di determinati obiettivi che la Confederazione e gli altri partner della formazione professionale intendevano esplicitamente raggiungere.
In un mondo del lavoro in costante evoluzione, è importante comprendere le esigenze e le aspettative dei giovani talenti in modo da fidelizzarli all’azienda. Con questo approccio, Helvetia Assicurazioni Svizzera ha sviluppato un programma di formazione modulare che si concentra sugli interessi e sull’individualità degli apprendisti – a cui, a fianco ai moduli obbligatori, viene data la possibilità di seguire ulteriori corsi o di svolgere compiti a loro scelta. Oltre a ciò, è possibile interrompere la propria formazione per un anno durante il quale viene data l’opportunità di lavorare all’estero.
Il Centro di formazione professionale e continua GBS (Gewerbliches Berufs- und Weiterbildungszentrum) di San Gallo ha unito le proprie forze a quelle di altre quattro scuole europee per sviluppare un programma di apprendimento teso a rafforzare le competenze degli apprendisti nelle professioni tecniche. Il programma Erasmus+ “vETskillinG” è una risposta alla crescente domanda di specialisti che non possiedano soltanto conoscenze tecniche, ma che siano anche in grado di comunicare efficacemente e di collaborare all’interno di team multidisciplinari. Jürg Pfeiffer è responsabile di questo progetto presso il GBS di San Gallo. In questa intervista ci spiega cosa ci si aspetta dallo scambio internazionale e come esso influisce sull’insegnamento.
Gli apprendisti commerciali di tutta la Svizzera hanno la possibilità di interrompere la propria formazione per un anno durante cui effettuare un soggiorno all’estero, fare un’esperienza lavorativa in un altro settore professionale e svolgere un progetto pratico. Lo rende possibile il modello KV4.0, appositamente sviluppato da un’associazione. L’offerta, sperimentata per la prima volta nell’anno scolastico 2020/2021, non è tuttavia ancora molto diffusa. Una valutazione ne ha recentemente rivelato il potenziale, soprattutto nell’area delle competenze interdisciplinari.
Nelle occupazioni più dure, con un’alta percentuale di competenze dure (“hard skills”) che decadono rapidamente, l’apprendimento permanente serve principalmente a proteggere dal rischio di disoccupazione e non ad aumentare i salari. Al contrario, il ruolo dell’apprendimento permanente nelle occupazioni più soft, in cui i lavoratori si fondano su una base più stabile di competenze soft, […]
Mediamente in Svizzera circa l’8% delle persone che inizia il liceo passa ad un altro ciclo di formazione prima del diploma – 5% a una formazione professionale. Tendenzialmente i Cantoni con tassi di maturità più elevati registrano anche più riorientamenti nella formazione professionale di base. Persone con l’attestato di maturità liceale, in proporzione, accedono raramente […]
Nell’ambito dell’iniziativa “Formazione professionale 2030”, la SEFRI ha redatto un rapporto sulla situazione delle persone sorde e deboli d’udito nell’ambito della formazione professionale. Il rapporto fornisce una panoramica dei vari programmi e delle opzioni di supporto, identifica le responsabilità e sottolinea i problemi. Nel complesso, esistono numerose possibilità di sostegno per gli apprendisti con disabilità. […]
Nell’attuale contesto di generale carenza di manodopera qualificata, si assiste a un rinnovato interesse verso la validazione degli apprendimenti acquisiti e le procedure alternative di riconoscimento delle competenze. Nell’ambito delle ricerche condotte dalla leading house GOVPET, abbiamo studiato la percezione di queste qualifiche alternative da parte dei datori di lavoro nel settore della custodia diurna dei bambini. I nostri risultati mostrano che, nel complesso, esse godono di una buona immagine, ma restano ancora leggermente meno apprezzate rispetto ai diplomi standard.
Circa vent’anni fa, la psicologa americana Angela Duckworth ha coniato il termine “Grit”, che combina i tratti della personalità della perseveranza e della passione. Queste caratteristiche sono importanti predittori di successo nell’istruzione e nel mercato del lavoro, come dimostra uno studio condotto da Stefan C. Wolter (Università di Berna), Janine Albiez (SKBF) e Maurizio Strazzeri […]
I genitori hanno una grande influenza sulle scelte professionali dei figli. Un esperimento di indagine randomizzata su adulti (N=5940) ha dimostrato che sono neutrali rispetto al genere quando consigliano una figlia, ma hanno una forte preferenza per le professioni dominate dagli uomini quando consigliano i figli. Le preferenze sono quasi identiche per genitori e non […]
Un anno di apprendistato scolastico di base per tutti potrebbe rafforzare la formazione professionale? Le scuole specializzate fanno parte del sistema della formazione professionale? L’orientamento alle competenze operative pratiche ha indebolito il ruolo delle scuole professionali? Queste domande sono state al centro del workshop invernale sulla formazione professionale tenutosi alla SUFFP di Zollikofen il 2 febbraio 2024, dove circa 50 ricercatori e stakeholder della formazione professionale hanno discusso le utopie per lo sviluppo del sistema svizzero di formazione professionale.
In Svizzera, circa il 12% della popolazione attiva di età compresa tra i 25 e i 65 anni non possiede alcun titolo post-obbligatorio. Queste persone potrebbero costituire un gruppo target per fornire manodopera qualificata al mercato del lavoro. I programmi di formazione che consentono agli adulti di conseguire un titolo della formazione professionale devono essere adattati al gruppo target. La popolazione adulta si trova in situazioni di vita specifiche e ha esigenze che spesso non possono essere soddisfatte dai corsi standard. Quali programmi sono adatti a questo gruppo target e quali sono le sue esigenze specifiche?
Si adattano a circostanze incerte e mutevoli e ne traggono il meglio, sono “virtuosi dell’adattamento”. Philipp Gonon e Lena Freidorfer (Università di Zurigo) citano questo termine in un contributo in un libro sulla formazione degli insegnanti delle scuole professionali in Svizzera. L’articolo comprende uno sguardo alla storia della formazione degli insegnanti della formazione professionale, alle […]
L’orientamento alle competenze operative è la caratteristica costitutiva della formazione professionale di base. Tuttavia, questo paradigma, sancito dal 2002 dalla Legge sulla formazione professionale, pone ancora grossi problemi alle scuole. I suoi effetti sulla strutturazione didattica delle lezioni, sull’organizzazione degli esami e sulla formazione continua degli insegnanti sono infatti notevoli. L’Alta scuola pedagogica di Zurigo affronta questo tema in una serie di quattro eventi (Themenreihe Berufsbildung). Il primo di essi è stato dedicato a relazioni sulla pratica. Ne è emersa una constatazione: non sempre l’implementazione dell’orientamento alle competenze operative ha successo, e molte scuole vogliono troppo in una volta sola.
Il 90% delle aziende con un massimo di 50 dipendenti considera la formazione continua importante per il proprio successo. Circa tre quarti dei dipendenti sono motivati a seguire una formazione continua. Tuttavia, più della metà partecipa solo raramente alla formazione continua. Questi sono i risultati dello studio FSEA “Importanza e attuazione della formazione continua nelle […]
Gli apprendistati di prova o i tirocini – oltre all’autoconvinzione delle capacità individuali – hanno maggiori probabilità di portare a un proseguimento nella professione in questione se l’offerta di apprendistati è ampia. Ciò è dimostrato dai risultati del progetto WiSel di Jan Hofmann e Markus P. Neuenschwander (entrambi PH FHNW). Al contrario, l’ipotesi che un […]
La nuova legge sulla formazione professionale (VPETA) è stata introdotta in Svizzera nel 2004. La nuova base giuridica è riuscita a rendere la formazione professionale adatta alle esigenze del XXI secolo. Tuttavia, ci sono anche delle sfide. Tre esempi: La percentuale di giovani immigrati con qualifiche post-obbligatorie è ancora troppo bassa. È inoltre necessario discutere su come promuovere le qualifiche professionali per gli adulti. Infine, il finanziamento è un problema: alla luce del fatto che il governo federale determina i principali capisaldi della formazione professionale, questa percentuale è troppo bassa. Secondo il principio dell’equivalenza fiscale, la quota federale dovrebbe essere maggiore.
Anche l’OCSE intende sottoporre l’istruzione e la formazione professionale a uno studio di performance. L’obiettivo è quello di misurare le competenze degli apprendisti in cinque aree professionali poco prima del completamento della formazione professionale. Nel rapporto “PISA Vocational Education and Training (VET). Assessment and analytical framework”, l’OCSE ha gettato le basi teoriche per questo studio, […]
Uno dei problemi del sistema svizzero di formazione professionale è la mancanza di cooperazione fra i tre luoghi di formazione. La Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori delle scuole professionali (SDK-CSD) ha affrontato questo tema nell’ambito della sua conferenza autunnale, formulando otto tesi a riguardo. Essa ritiene che le scuole e il loro personale docente abbiano il dovere di assumere un ruolo guida nel migliorare la collaborazione fra i tre luoghi di formazione. A tal fine, è innanzitutto necessario creare una comprensione pedagogica e didattica comune. Inoltre, le competenze interdisciplinari dovrebbero essere rafforzate rispetto ai contenuti specifici delle materie.
L’adolescenza e la giovane età adulta sono una fase vulnerabile per chi è affetto da sintomi di ADHD. Sono necessari programmi di prevenzione e sostegno, anche nella formazione professionale. Lo dimostra la tesi di Annette Krauss (Intercantonal College of Special Needs Education, HfH), basata su un’indagine condotta su 907 persone affette da ADHD nella Svizzera […]
Chiunque sia in grado di modellare in modo attivo e indipendente la propria scelta di carriera e il proprio percorso professionale possiede buone “competenze di career shaping” (LGK). Dopo che un team di autori aveva già approfondito la questione in un articolo pubblicato su Transfer, è ora disponibile un’approfondita “Définition des compétences de gestion de […]
L’anno scorso, dieci scuole professionali hanno mostrato come combinano l’e-learning e l’insegnamento in presenza. Blended learning: come funziona nella quotidianità? Ciascuna delle dieci scuole ha costituito altrettante tappe di un Tour de Suisse durante le quali i partecipanti hanno ricevuto risposte concrete a questa domanda. Il rapporto finale della SUFFP è ora disponibile. Fra gli altri, un dato risulta particolarmente interessante: grazie al blended learning, si sono ridotte le distanze temporali fra la concezione e l’attuazione di formazioni relative a nuovi profili professionali nelle scuole. Ciò sottolinea la crescente importanza della rappresentanza delle scuole professionali nell’ulteriore sviluppo dei profili professionali stessi.
Il pretirocinio di integrazione (PTI) è un successo. Oltre l’80% dei partecipanti lo ha completato con successo. Successivamente, circa il 70% ha completato un corso di formazione professionale di base di due o tre anni (AFC o CFP). Questo è quanto emerge dall’ultima valutazione del programma da parte dell’Alta scuola pedagogica di Berna. La valutazione include anche risultati qualitativi: per esempio, i formatori percepiscono i partecipanti come persone particolarmente impegnate. Quasi tre quarti di essi raggiungono il livello linguistico desiderato nell’orale e circa il 90% nello scritto. Nei primi cinque anni del programma, più di 4000 persone hanno preso parte a un PTI. A partire dall’estate 2024, il programma federale sarà reso permanente come offerta regolare nei Cantoni partecipanti.
I docenti di insegnamento professionale hanno di solito alle spalle una ricca e interessante carriera. Queste persone sono cioè sia professionisti sia pedagogisti. E devono confrontarsi con le condizioni quadro eterogenee tipiche della formazione professionale. Il presente studio analizza il modo in cui essi affrontano questa situazione. Prendendo ad esempio docenti di insegnamento professionale nei campi dell’automazione, dell’installazione elettrica e dell’informatica, sono emersi tre profili tipici: i costruttori di ponti, gli istruttori e gli sviluppatori. Lo studio ha formulato quindi una serie di raccomandazioni, tra cui il postulato che è necessario creare una corrispondenza tra gli obiettivi di apprendimento dei piani di formazione orientati alle competenze e i metodi di esame anch’essi orientati alle competenze.
viamia, il servizio gratuito di valutazione e consulenza professionale, è stato implementato con successo in tutti i cantoni svizzeri. La soddisfazione dei partecipanti è molto alta. Si osservano anche effetti positivi sullo sviluppo personale e sulla situazione lavorativa. Lo dimostra la valutazione di viamia, commissionata dalla SERI. La valutazione è cauta sulla questione della concorrenza di viamia con i programmi privati; dopo tutto, la sovrapposizione tra viamia e i programmi privati è piuttosto “gestibile”.
Il 62% degli apprendisti sente o parla due o più lingue sul posto di lavoro. È quanto emerge da uno studio basato su un’indagine condotta su 674 apprendisti in undici professioni della Svizzera orientale e del Liechtenstein; le autrici sono Esther Styger (insegnante di inglese presso il Buchs Sargans Vocational and Further Education Centre) e […]
Le procedure della validazione degli apprendimenti acquisiti sono un’importante misura di politica educativa per aumentare la permeabilità del sistema educativo. Tuttavia, non riescono a raggiungere l’obiettivo socio-politico di aiutare i lavoratori poco qualificati a ottenere qualifiche riconosciute. Ciò richiederebbe uno scaglionamento delle procedure di validazione che preveda anche la promozione della qualificazione e una combinazione […]
Thomas Bolli, Lena Dändliker, Ladina Rageth & Ursula Renold
Thomas Bolli, Lena Dändliker, Ladina Rageth & Ursula Renold
In Svizzera, circa 370.000 persone occupate non possiedono alcun titolo post-obbligatorio: si tratta di un gruppo numeroso che potrebbe potenzialmente far riconoscere i propri apprendimenti acquisiti attraverso una procedura di validazione. In realtà, tuttavia, soltanto circa 5600 persone all’anno ottengono un titolo di formazione professionale in questo modo. Il presente studio, condotto dalla Cattedra di sistemi formativi (Professur für Bildungssysteme) del Politecnico federale di Zurigo indica come questo tasso si collochi a livello internazionale. Oltre a ciò, illustra come la maggior parte di queste procedure siano svolte ai fini dell’ottenimento di una dispensa, mentre le cosiddette certificazioni parziali/piene risultano meno comuni. Le ragioni sono da ricercare in vari ostacoli, come la mancanza di informazione, la complessità delle procedure, gli ostacoli finanziari e i problemi di coordinamento tra i partner della formazione professionale.
Uno dei fattori chiave della prosperità della Svizzera è la capacità d’innovazione della sua economia e della sua società. Le innovazioni sorgono tuttavia dall’ispirazione, ovvero dall’opportunità di potere esaminare criticamente le proprie abitudini e di venire a conoscenza di nuovi modelli. Questo vale anche per la formazione professionale. I progetti di mobilità internazionale, come quelli resi possibili dal progetto svizzero di Movetia Swiss-CoVE “innoVET”, servono proprio a questo scopo. Oltre a ciò, offrono agli insegnanti l’opportunità di conoscere altre scuole.
La risoluzione prematura di un contratto di tirocinio non costituisce sempre un problema: molti giovani iniziano infatti con successo una nuova formazione in un’altra professione o in un’altra azienda. Tuttavia, oltre un terzo delle persone interessate ha bisogno di più di un anno per trovare una nuova soluzione.
Martin Frieden, Georg Ninck, Thomas Jäggi, Thomas Staub & Lars Balzer
Martin Frieden, Georg Ninck, Thomas Jäggi, Thomas Staub & Lars Balzer
Cinque anni fa, la scuola professionale gibb di Berna ha lanciato il programma «Formazione informatica 4.0». In tale contesto è stata introdotta la possibilità di adeguare l’ordine in cui si svolgono i moduli d’insegnamento alle esigenze individuali. Il programma si completa con offerte per l’apprendimento auto-organizzato e una piattaforma di studio e verifica online. Nel frattempo, si è conclusa anche la fase di valutazione di queste innovazioni. Uno dei risultati rivela che la flessibilizzazione dell’insegnamento dell’informatica è insufficiente se limitata al solo ordine in cui si affrontano le varie discipline: l’individualizzazione nel campo della formazione deve andare oltre.
L’insegnamento bilingue è in forte espansione in Svizzera, soprattutto a livello secondario superiore. Lo dimostra l’Inventario svizzero dell’educazione bilingue 2022, che Daniel Elmiger, dell’Università di Ginevra, ha commentato in un articolo su Transfer (in franacese o tedesco). L’inventario comprende anche un database online con tutti i corsi. Nell’ambito del progetto di ricerca sull’insegnamento bilingue in […]
Su mandato del Canton Ticino, la SUFFP ha analizzato che cosa serve al personale infermieristico per lavorare a lungo termine nel settore sanitario e come può essere reinserito il personale di cura non più attivo in tale professione. I risultati mostrano l’importanza di investire negli aspetti psicosociali del benessere e in particolare in quattro aree […]
L’istituzione delle scuole universitarie professionali (SUP) alla fine degli anni ’90 ha aperto nuove opportunità di accesso alla formazione terziaria per le persone con una qualifica professionale. Tobias Schultheiss, Curdin Pfister e Uschi Backes-Gellner (Leading House VPET-ECON) hanno analizzato le attività delle persone con e senza diploma di SUP sulla base degli annunci di lavoro. […]
Le transizioni di carriera sono sempre più frequenti nel corso della vita. La ricerca su questo tema è aumentata in modo significativo negli ultimi anni, ma è frammentata tra le varie discipline e si concentra principalmente su transizioni specifiche, una tantum (ad esempio, dalla scuola al lavoro, dalla disoccupazione al lavoro, dal lavoro alla pensione). […]
L’introduzione di ChatGPT ha portato a un calo del 7,5% delle ricerche di apprendistato su berufsberatung.ch. Le professioni con elevati requisiti linguistici sono particolarmente colpite (-15,1%; lingue straniere -16,0%), mentre le professioni con elevati requisiti matematici (-6,1%) e le professioni con un’alta percentuale di attività manuali (-5,4%) sono meno colpite. Non sono state riscontrate differenze […]
Poco più della metà dei posti di tirocinio si concentra sulle dodici professioni più comuni (vale a dire solo il 4,8% delle professioni di apprendistato). Il sistema della formazione professionale è quindi tutt’altro che «distribuito normalmente». Questo articolo illustra la distribuzione altamente diseguale del totale degli apprendistati analizzando quattro dimensioni diverse (professione di apprendistato, settore, azienda e regione) sulla base dei dati attuali della popolazione. Si tratta di schemi noti, tuttavia l’entità della distribuzione diseguale non è mai stata descritta in modo così dettagliato.
Quali sono le caratteristiche che determinano le preferenze specifiche di genere nella scelta degli studi? Un esperimento integrato nello studio TREE con due soggetti artificiali affronta questa domanda. I risultati mostrano le maggiori differenze di genere nelle preferenze per le caratteristiche relative allo stile di pensiero (astratto contro creativo) e all’affinità con i compiti lavorativi […]
Philipp Gonon, Maria Luisa Schmitz, Dominik Petko & Tessa Consoli
Philipp Gonon, Maria Luisa Schmitz, Dominik Petko & Tessa Consoli
Nelle scuole di livello secondario II i media digitali sono per lo più utilizzati per attività di apprendimento passive. Le forme di apprendimento attive, costruttive e interattive sono ancora una rarità – anche nelle scuole professionali, dove le tecnologie digitali sono comunque utilizzate più intensamente che in altri tipi di scuole. Questo è il risultato dello studio DigiTraS II (Digitale Transformation der Sekundarstufe II). Alcuni casi di studio indagano le ragioni di questo ritardo.
Le persone che completano un apprendistato sono mentalmente sane quanto gli studenti universitari. Nel dettaglio: gli studenti hanno un’autostima leggermente più alta, un’autoefficacia leggermente più bassa, un’affettività più negativa e una maggiore sensazione di stress. Lo dimostra uno studio rappresentativo (2070 studenti e 3755 non studenti; Kaspar Burger e Diego Strassmann Rocha, università di Zurigo). […]
Le medaglie vinte ai campionati mondiali delle professioni (WorldSkills) influenzano la scelta professionale dei giovani. Questa è la conclusione di una ricerca (inglese) dell’Università di Berna. Una medaglia d’oro comporta un aumento medio del 7% delle ricerche legate alla professione in questione su orientamento.ch e un incremento del 2,5% del numero di contratti di tirocinio firmati. […]
“Le tematiche ambientali stanno diventando sempre più rilevanti nell’economia”: frasi come queste lasciano pensare, anche nell’orientamento professionale, a professioni “verdi” come lo scienziato ambientale o il riciclatore. Nel contesto del progetto “Jobs for Future”, questa visione viene radicalmente ampliata: di fatto, ogni professione è rilevante dal punto di vista ambientale. Oltre a ciò, tale prospettiva aggiunge agli obiettivi professionali la componente dell’efficacia. Il progetto “Jobs for Future” si basa su un’intensa collaborazione con numerose classi scolastiche e operatori dell’orientamento professionale. Ne è scaturita una serie di strumenti pratici per orientatori professionali, insegnanti, associazioni, piattaforme professionali, giovani e genitori.
La gestione degli apprendisti mentalmente stressati rappresenta una sfida importante per i formatori professionali nelle scuole e nelle aziende. Uno studio su questo tema, pubblicato anche in Transfer, costituisce la base per informazioni su come gli apprendisti e i formatori nelle aziende possano essere meglio supportati in futuro. I documenti sono facilmente accessibili sul sito […]
Eveline Gutzwiller-Helfenfinger, Susan Müller, Georg Berger & Manfred Pfiffner
Eveline Gutzwiller-Helfenfinger, Susan Müller, Georg Berger & Manfred Pfiffner
Avere un pensiero critico e risolvere i problemi, mostrare iniziativa, sviluppare idee creative e innovative, riconoscere e cogliere le opportunità: queste sono solo alcune delle competenze che stanno diventando sempre più importanti nel mondo del lavoro. Tutto ciò richiede capacità imprenditoriali. Tuttavia, di solito queste non vengono promosse sistematicamente nelle scuole professionali svizzere. L’iniziativa «Mentalità e agire imprenditoriale nelle scuole professionali della Svizzera» (MAI) nel 2018 ha affrontato questo problema con un progetto pilota finanziato dalla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) e inizialmente ha avviato l’implementazione nelle classi di cultura generale (CG) di un collaudato programma di apprendimento. A tal fine, gli insegnanti di CG in quattro cantoni pilota (Berna, Soletta, Ticino e Vallese) sono stati formati per implementare il programma myidea con le persone in formazione. Dalla fine del progetto pilota nel 2022, l’iniziativa MAI e il programma di apprendimento myidea sono stati costantemente sviluppati.
Per le persone affette da autismo è di estrema importanza che le loro esigenze vengano riconosciute. Come ha mostrato un sondaggio, la pensa così anche la maggioranza dei direttori scolastici di livello secondario II: il 65% di essi ritiene infatti che il tema dell’autismo nella scuola sia di attuale rilevanza, mentre solo il 35% non concorda (del tutto) con questa affermazione. A questo sondaggio hanno partecipato 80 direttori scolastici – e i dati raccolti costituiscono una solida base a partire da cui formulare conclusioni. Fra l’altro, è raccomandabile che siano chiaramente definite le persone di contatto e le responsabilità all’interno di ogni scuola per tutti i soggetti coinvolti in caso di concrete necessità di intervento e di domande.
Christine Anna Hämmerli, Patrizia Salzmann, Jörg Neumann, Carmen Baumeler & Sonja Engelage
Christine Anna Hämmerli, Patrizia Salzmann, Jörg Neumann, Carmen Baumeler & Sonja Engelage
Sebbene la convalida delle prestazioni di formazione sia un obiettivo in materia di politica della formazione in Svizzera, le pratiche di convalida sono poco trasparenti in particolare a livello terziario. Questo studio su scala nazionale ha esaminato in che modo la convalida delle prestazioni è messa in atto e motivata nelle scuole specializzate superiori (SSS), focalizzandosi in particolare sulla convalida della formazione continua e della formazione informale, più difficili da convalidare rispetto alla formazione formale. In collaborazione con stakeholder dalla pratica sono state sviluppate raccomandazioni per la promozione della convalida delle prestazioni di formazione.
L’agenzia nazionale Movetia promuove e sostiene gli scambi e la mobilità nella formazione generale e continua, nonché nel campo dell’animazione giovanile extrascolastica in Svizzera, in Europa e nel mondo. Movetia, con il supporto della Confederazione e dei Cantoni, offre numerosi programmi di sovvenzione per i soggiorni formativi – per allievi e allieve, giovani in formazione, studenti e studentesse, insegnanti, animatori e animatrici giovanili, ma anche per formatori e formatrici.
Ormai è noto: il sistema di formazione professionale, così come è nella tradizione di Paesi come la Svizzera o la Germania, non può essere “esportato”; molti progetti si sono infatti dimostrati poco sostenibili. Ciò che è possibile, tuttavia, è il trasferimento di elementi della formazione professionale duale. Il prof. em. Dieter Euler lavora da anni su come ciò possa avvenire – e in questo articolo analizza percorsi e temi dei possibili trasferimenti, inquadrando la questione non come l’esportazione di un sistema, ma come un trasferimento graduale di conoscenze.
Le aspirazioni professionali dei giovani, tra la scuola e il mercato del lavoro, si sviluppano costantemente verso l’alto – sia che essi frequentino una formazione professionale di base sia che frequentino un liceo. Ciò indica che il sistema formativo e il mercato del lavoro svizzeri sono costantemente in grado di offrire a tutti prospettive interessanti. Tuttavia, il livello di queste aspirazioni è fortemente legato al percorso scolastico, al background sociale e al genere. Ciò è dimostrato dall’analisi dei dati dello studio panel DAB, che documenta le traiettorie formative e occupazionali di scolare e scolari a partire dalle scuole medie.
Nei cantoni di Ginevra e di Basilea Città, il numero di lavoratori provenienti dai Paesi confinanti è particolarmente elevato. La presenza di queste persone consente da un lato di gestire bene il fabbisogno congiunturale di manodopera; dall’altro, l’afflusso di personale non-locale compromette tuttavia la formazione di giovani professionisti locali. La misura di tale fenomeno è oggetto della presente dissertazione.
I giovani uomini nelle regioni con norme di genere tradizionali più forti (che possono essere determinate dai risultati delle votazioni) hanno maggiori probabilità di candidarsi a professioni tipicamente maschili e minori probabilità di candidarsi a professioni tipicamente femminili. Questa correlazione non esiste per le giovani donne. Lo dimostrano i risultati di uno studio della Swiss […]
Il legislatore svizzero stabilisce che gli svantaggi delle persone disabili devono essere prevenuti – in maniera esplicita anche nel campo della formazione. Tuttavia, riguardo all’attuazione dell’inclusione ci troviamo ancora agli inizi. In due progetti cofinanziati dalla SEFRI, Travail.Suisse Formation contribuisce a migliorare l’accesso alla formazione continua delle persone con disabilità.
La promozione di competenze trasversali, l’apprendimento autodeterminato e l’impiego di mezzi di apprendimento digitali sono elementi importanti della riforma in corso della formazione professionale di base nel commercio al dettaglio. Una grande azienda ha già implementato questi elementi per una nuova cultura dell’apprendimento. In questo modo, contribuisce all’avanzamento sociale delle persone in formazione, come lo dimostra un progetto di ricerca della SUFFP e dell’Università di Friburgo. Non da ultimo, aumenta il prestigio della professione.
La creatività, insieme ad altre competenze, è una delle abilità più importanti di cui gli apprendisti hanno bisogno per avere successo nel mondo del lavoro di domani. Data la vicinanza al mondo del lavoro, l’implementazione di queste future competenze nella formazione professionale (FP) è particolarmente importante. Tuttavia, la promozione della creatività non ha ancora avuto […]
L’offerta di formazione continua in Svizzera è molto variegata, ma anche particolarmente complessa. Se nemmeno i consulenti professionali, di formazione e di carriera, ne possiedono una visione d’insieme, come possono orientarsi i responsabili delle PMI? Oltre a ciò, spesso mancano il tempo o le risorse umane sufficienti a gestire l’attività lavorativa quotidiana se una parte del personale si allontana per seguire un corso. Nell’ambito del progetto finanziato dalla SEFRI “Coaching formazione continua per le PMI – Analisi del fabbisogno e prototipazione di strumenti settoriali per lo sviluppo del personale”, un team di progetto della ZHAW e di emplution, insieme alle associazioni professionali JardinSuisse e Fiduciari|Suisse, ha analizzato le attuali sfide che i responsabili delle PMI devono affrontare a questo riguardo. Sulla base dei risultati ottenuti sono state sviluppate corrispondenti proposte, successivamente testate per verificarne l’accettazione da parte dei responsabili delle PMI.
Corona ha stravolto l’insegnamento nelle scuole superiori da un giorno all’altro. Un nuovo rapporto “Tendenze in primo piano” dell’OBS SUFFP mostra quanto siano duraturi i cambiamenti apportati a livello dell’insegnamento e dell’organizzazione scolastica. In sintesi, si possono individuare tre strategie per affrontare la trasformazione digitale: innovazioni nell’impostazione dell’insegnamento, innovazioni strutturali dei formati didattici e stagnazione, […]
Nonostante il ruolo centrale che svolgono nel sistema di formazione professionale duale, le persone formatrici di apprendiste e apprendisti in azienda sono state oggetto di rari studi. Mettendo in luce la diversità del rapporto che esse intrattengono con il loro ruolo, una recente tesi di dottorato si propone di colmare questa lacuna (Besozzi, 2022). In questo lavoro viene proposta una tipologia basata su due assi di analisi: la soddisfazione per la funzione formativa (bassa o alta) e la rappresentazione delle apprendiste e degli apprendisti (allieve/i o lavoratori/trici). Emergono quattro profili ideal-tipici di formatori: gli “imprenditori di sé stessi”, i “garanti del mestiere”, i “riconvertiti” e i “rassegnati”. Questa tipologia fornisce una comprensione dettagliata delle finalità che le persone formatrici attribuiscono alla formazione dei giovani e delle giovani nonché delle scelte effettuate in termini di supporto pedagogico. La tipologia indicata permette anche di essere utilizzata per formulare raccomandazioni alle istituzioni coinvolte nella formazione iniziale duale.
Francisco Wilhelm, Andreas Hirschi & Dawa Schläpfer
Francisco Wilhelm, Andreas Hirschi & Dawa Schläpfer
L’autogestione della propria carriera è diventata oggi più impegnativa a causa della natura altamente dinamica del mercato del lavoro – e non dovrebbe essere tematizzata solamente in momenti di crisi. Con il concetto di autogestione della carriera, la ricerca ha creato un termine che indica l’insieme delle attività con cui gli individui svolgono e controllano le azioni legate allo sviluppo della propria carriera. Questo articolo illustra sette comportamenti chiave di sviluppo e impiego delle proprie risorse sociali, motivazionali e di conoscenza.
Quali sono i fattori decisivi per attrarre, sviluppare e trattenere a lungo termine i talenti delle professioni tra i 18 e i 27 anni in Svizzera? A tal proposito, SwissSkills ha sviluppato lo studio rappresentativo «Le aspettative della Gen Z nei confronti del mondo del lavoro» per indagare le esigenze e le motivazioni dei migliori […]
Nonostante il loro potenziale per risolvere il problema della carenza di personale qualificato, le scuole specializzate nel settore professionale della sanità, a differenza della formazione professionale di base per operatrice sociosanitaria / operatore sociosanitario, sono scarsamente promosse a livello politico se non perfino osteggiate nella Svizzera tedesca. Il profilo di tali scuole e quello della formazione professionale di base sono fra loro in ogni caso diversi. Questo contributo lo dimostra sulla base di quattro casi di studio cantonali.
Un ambiente di lavoro collegiale e le opportunità di avanzamento di carriera sono i fattori più importanti per i giovani adulti quando scelgono un nuovo lavoro. Le donne attribuiscono grande importanza alle prospettive di carriera del nuovo lavoro, ma in misura minore rispetto agli uomini della stessa età; esse sono inoltre meno disposte a dare […]
Quattro persone su cinque intraprendono uno studio di livello terziario nei 54 mesi successivi al conseguimento di una maturità professionale (MP). La MP offre dunque un importante contributo al principio di permeabilità del sistema formativo svizzero. Il presente studio indaga le motivazioni che si trovano dietro alle decisioni formative dei giovani in possesso di una MP a indirizzo commerciale. Per quanto esse appaiano fra loro particolarmente diverse, l’autore individua quattro tipologie caratteristiche, due delle quali divergono dal settore professionale in cui è stata conseguita la maturità. Un ruolo importante è svolto a riguardo anche dal rapporto con i propri formatori.
Oltre alla formazione tecnica di livello universitario (Politecnico di Zurigo e Scuola Politecnica di Losanna), la formazione professionale è l’unico settore del sistema formativo svizzero a godere di riconoscimento giuridico a livello federale. Questo articolo riassume i risultati di una dissertazione sulla legittimazione del principio di responsabilità condivisa (partenariato) e della corrispondente competenza legislativa della Confederazione in merito alla formazione professionale. Questo principio, infatti, non è sempre evidente come appare. Negli anni Novanta, nel contesto della nuova impostazione della perequazione finanziaria, si è cercato di restituire ai Cantoni la competenza legislativa in materia di formazione professionale. Perché hanno fallito?
Nella formazione continua universitaria, così come nella formazione professionale, assistiamo sempre più ad una spinta verso pratiche più sostenibili. Il tema è infatti di grande attualità, sia nel dibattito politico, sia nella letteratura scientifica. Le istituzioni scolastiche di tutti i livelli sono considerate attrici chiave per promuovere il cambiamento di mentalità che deve accompagnare la diffusione di una cultura della sostenibilità. Nel 2022, in occasione della pubblicazione del suo primo rapporto di sostenibilità, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) ha lanciato uno studio pilota per investigare lo stato dell’arte dei contenuti e delle pratiche relative alla sostenibilità nella formazione continua. Lo studio, oltre a fornire una fotografia della situazione attuale, aveva anche uno scopo formativo: intendeva infatti incoraggiare i responsabili e le responsabili dei programmi di formazione continua a promuovere ulteriormente una cultura della sostenibilità attraverso il contenuto e la progettazione di un corso. Infatti, i professionisti e le professioniste che seguono la formazione continua, grazie al loro legame con organizzazioni e aziende del territorio, favoriscono la diffusione di una cultura della sostenibilità innescando un effetto a cascata nell’intera società.
Le persone prive di un titolo formale possono utilizzare la validazione degli apprendimenti acquisiti per rendere visibili e per far riconoscere le proprie competenze professionali. Un’analisi economica di questo strumento mostra che, da un punto di vista individuale, non sono tanto gli stimoli di carattere economico a motivare le persone a procedere alla validazione delle proprie competenze, in quanto non si osservano aumenti retributivi significativi successivamente al completamento della procedura. Piuttosto, ciò ha una funzione segnaletica sul mercato del lavoro, che può svolgere un ruolo importante se si vuole cambiare posto di lavoro o ridurre il rischio di disoccupazione. Un titolo di livello secondario II reca con sé diverse opportunità di realizzazione: maggiore mobilità sul mercato del lavoro, possibilità di ottenere ulteriori qualifiche e riconoscimento sociale e professionale.
I bambini provenienti da famiglie con un background migratorio sono spesso caratterizzati da elevate aspirazioni educative; questo è stato recentemente dimostrato nell’articolo “Kinder aus schlechter gestellten Familien: Trotz allem erfolgreich” pubblicato su Transfer. David Glauser e Rolf Becker hanno ora rivolto la loro attenzione alle differenze di genere negli effetti di scelta etnica. Essi concludono […]
La formazione professionale duale in Svizzera vanta una storia secolare. La sua genesi è segnata dal rapporto tra iniziativa privata e controllo statale. Il partenariato pubblico-privato – si potrebbe pensare che questo sia il DNA della formazione professionale. Ma non è necessariamente così, come dimostra un caso di studio sui recenti sviluppi in Bangladesh. Tre […]
Stefanie Findeisen, Lukas Ramseier & Markus P. Neuenschwander
Stefanie Findeisen, Lukas Ramseier & Markus P. Neuenschwander
La discontinuità dei percorsi formativi non è un fenomeno raro nella formazione professionale, come dimostrano gli alti tassi di scioglimento prematuro dei contratti di tirocinio. Sebbene tale fenomeno possa essere problematico per alcuni giovani, esso rappresenta un mezzo per correggere la scelta della professione o dell’azienda formatrice – a patto che non provochi il completo abbandono della propria formazione. Uno studio della Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale FHNW sottolinea come lo scioglimento prematuro dei contratti di tirocinio sia essenzialmente una correzione delle scelte formative: la stragrande maggioranza dei giovani continua infatti a formarsi in un’altra professione o in un’altra azienda. I risultati mostrano anche che le due forme di scioglimento dei contratti, vale a dire il cambiamento di professione e il cambiamento di azienda, sono ampiamente prevedibili tramite indicatori predittivi. Tuttavia, i cambiamenti di professione appaiono avere luogo per lo più per iniziativa dei giovani tirocinanti; quelli di azienda più per iniziativa delle aziende stesse.
Il 3 febbraio scorso, la Scuola universitaria per la formazione professionale (SUFFP) ha accolto a Zollikofen una cinquantina di ricercatori e operatori del settore della formazione professionale per discutere del ruolo della critica nello sviluppo del sistema svizzero di formazione professionale. Distinguendosi da conferenze accademiche o incontri ufficiali, questo workshop ha offerto l’opportunità di discutere apertamente di questioni che spesso faticano a emergere nel dibattito pubblico, come il rapporto tra la formazione professionale e la critica scientifica e i “punti di forza” e le “debolezze” del sistema svizzero.
Il successo della cooperazione tra i luoghi di formazione è considerato un requisito fondamentale per una formazione di alta qualità – e la trasformazione digitale si sta facendo sentire anche in questo ambito. Nel contesto del progetto finanziato dalla SEFRI “Futuri modelli di cooperazione tra i luoghi di formazione”, l’Istituto per il management e per le tecnologie della formazione (Institut für Bildungsmanagement und Bildungstechnologien IBB) dell’Università di San Gallo ha analizzato il potenziale della digitalizzazione per la cooperazione tra i luoghi di formazione – in particolare in merito a data analytics e intelligenza artificiale (IA). Nella fase finale della ricerca sono state sviluppate raccomandazioni per la creazione di un ecosistema della formazione professionale e per lo sviluppo di futuri modelli di cooperazione tra i luoghi di formazione basati sull’IA.
Student Driven Studies (SDS) – gli studenti e le studentesse di questa nuova struttura di studio presso la SUFFP non assistono a lezioni nel senso tradizionale del termine, né frequentano moduli predefiniti. Future specialiste e futuri specialisti nel campo dell’apprendimento impostano i propri contenuti didattici e lo svolgimento della loro formazione come fossero «insegnanti», lavorando su progetti personali. In questo modo sperimentano cosa possono raggiungere con l’apprendimento autonomo e autogestito. Negli SDS, l’orientamento alla competenza e allo sviluppo è vissuto coerentemente. Viene inoltre attribuita grande importanza all’apprendimento cooperativo.
I media digitali possiedono un grande potenziale per l’integrazione delle persone con disabilità nella formazione professionale. Come dimostra uno studio della Scuola di lavoro sociale della Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale (FHNW), questo potenziale è tuttavia in gran parte non sfruttato. Ciò conferma l’impressione che, a nove anni dalla sua ratifica, l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità lasci ancora a desiderare. Il presente documento identifica le principali sfide alla partecipazione digitale delle persone con disabilità nella formazione professionale – quali in particolare la mancanza di consapevolezza sulla loro inclusione, le barriere digitali e la mancanza di strutture organizzative nelle organizzazioni educative.
È noto come i cantoni francofoni incontrino diverse difficoltà in materia di formazione professionale. A Ginevra, soltanto il 21% dei giovani segue una formazione professionale di base duale, accedendovi in media a circa 20 anni. Il presente articolo analizza le ragioni di questo fenomeno e illustra una serie di misure introdotte dal Cantone per contrastarlo. In 18 programmi di formazione professionale, per esempio, è stato istituito un anno di base; il Cantone incentiva inoltre le aziende ad aderire al sistema della formazione professionale favorendole nell’assegnazione di determinati appalti pubblici.
Commenti critici sulla formazione professionale in Svizzera sono relativamente rari. Fanno eccezione gli articoli di Dieter Euler, appena pubblicati in forma di libro. Nei suoi interventi, il Prof. Euler sottolinea l’alta qualità della formazione professionale svizzera ma richiama l’attenzione anche sui suoi aspetti negativi. A suo avviso, la forza della formazione professionale elvetica si basa su una rigida selezione degli studenti nell’accesso al liceo. Per quanto possa avere senso dal punto di vista dell’economia, ciò va tuttavia a scapito delle pari opportunità.
L’attuale Legge sulla formazione professionale, entrata in vigore quasi vent’anni fa, ha dato il via a un gran numero di innovazioni a cui, nell’ambito dei Piani di formazione e delle Ordinanze, si è mirato applicando una strategia pragmatica per tentativi ed errori. Per quanto queste innovazioni fossero ampie, è sorprendente che finora non si siano effettuate articolate valutazioni teoriche ed empiriche dello sviluppo e dell’implementazione di Ordinanze e Piani di formazione e dei risultati ottenuti. Così, senza che si svolgesse un dibattito critico, si è potuto imporre il modello cosiddetto per competenze operative quale paradigma strutturante delle disposizioni adottate. Fra le conseguenze di questo orientamento emergono la marginalizzazione di un sapere strutturato sotto forma delle materie tradizionali, il predominio di una didattica impostata radicalmente per obiettivi di apprendimento e, in generale, l’imporsi di una logica economica e di controllo nella formazione professionale svizzera. Per il futuro della formazione professionale servono un bilancio critico e un dibattito costruttivo.
Le scuole sono luoghi in cui gli allievi devono sentirsi a proprio agio. Contrariamente a un diffuso malinteso, ciò non è affatto in contraddizione con elementi quali la disponibilità allo sforzo, le prestazioni o il rispetto. Recentemente si è diffuso il concetto di “educazione positiva”, con cui questo tema assume contorni più netti – in riferimento sia agli studenti sia agli insegnanti. Una nuova pubblicazione dell’editore hep Verlag indica un modello in quattro fasi per l’attuazione concreta dell’educazione positiva nelle scuole e nell’insegnamento. In questo articolo, l’autore Christoph Städeli ne delinea gli elementi più importanti e li collega a varie idee e modelli su come potranno essere strutturati in futuro sia l’insegnamento sia in generale la scuola.
La Società svizzera per la ricerca applicata in materia die formazione professionale (SRFP) pubblica la rivista online Transfer dal 2016, all’epoca solo in tedesco. Grazie al sostegno della SEFRI, è stato in seguito possibile offrire anche articoli in francese. E ora, finalmente, anche in italiano. Transfer pubblica i più importanti risultati della ricerca sulla formazione […]
Claudia Hug, Stephanie Hess, Lars Balzer & Véronique Eicher
Claudia Hug, Stephanie Hess, Lars Balzer & Véronique Eicher
n47e8 è un concetto pedagogico elaborato dal Centro di formazione Limmattal (Bildungszentrum Limmattal) che combina in modo significativo l’orientamento alla competenza operativa, l’individualizzazione e l’esperienza di autoefficacia in spazi di apprendimento digitali e fisici. Esso è implementato per mezzo di un Learning Management Systems (LMS) in cui gli apprendisti lavorano, secondo i propri ritmi, in situazioni di apprendimento concrete in classi di cultura generale e di materie professionali sulla base di “missioni”. Le missioni consistono in strumenti e informazioni per lo sviluppo delle competenze nonché in campi di pratica individuali orientati all’azione e in opportunità di consolidamento in cui le competenze vengono applicate in situazioni concrete e in cui sono possibili primi passi di trasferimento. Il progetto è stato valutato dal Servizio di valutazione della SUFFP dal 2019 al 2022.
Regula Julia Leemann, Sandra Hafner & Raffaella Simona Esposito
Regula Julia Leemann, Sandra Hafner & Raffaella Simona Esposito
La formazione professionale sta perdendo terreno: così Stefan C. Wolter ha commentato il Rapporto sul sistema educativo 2023, elaborato sotto la sua guida, in cui la scuola media specializzata viene identificata come responsabile del fenomeno. Tre ricercatori dell’Alta scuola pedagogica della Svizzera nord-occidentale (Pädagogische Hochschule Nordwestschweiz) contestano questa interpretazione. La descrizione di tale scuola fornita da Wolter è a loro avviso incompleta e fuorviante. Oltre a ciò, essa ignora il contributo apportato dalla scuola media specializzata alla mancanza di personale qualificato. Non per ultimo, la richiesta di Wolter di una contingentazione delle offerte educative non è compatibile con l’ordinamento sociale liberal-democratico della Svizzera.
Le scuole private, ampiamente ignorate dal mondo accademico e da quello politico, offrono una formazione professionale (sia formazione di base sia maturità) dietro pagamento di una retta. A differenza dei licei, delle scuole medie specializzate e del mercato dell’apprendistato, esse non prevedono procedure di selezione dei candidati o restrizioni di ammissione. Sulla base dei dati LABB (Analisi longitudinali nell’ambito della formazione) dell’Ufficio federale di statistica, il presente articolo cerca di fornire una panoramica della portata e dello sviluppo della formazione professionale a pagamento. Si tratta di un fenomeno diffuso principalmente nella Svizzera tedesca, particolarmente accentuato nell’ambito della maturità professionale.
Che ruolo possono assumere le tecnologie educative nel supportare ed eventualmente potenziare la formazione professionale? Questa è la domanda al centro del lavoro svolto dal progetto “Dual-T”, e del libro recentemente pubblicato in occasione della sua conclusione. In questo articolo proviamo a riassumerne i punti principali e a rileggere l’intera esperienza tra passato, presente e futuro per tracciarne un bilancio spontaneo. Forse il più grande risultato del Dual-T è il modello pedagogico dell’Erfahrraum. Esso consente lo scambio di esperienze di apprendimento attraverso i confini dei tre luoghi di apprendimento della formazione professionale. Questo rende molto più evidente agli studenti il collegamento tra ciò che imparano sul posto di lavoro e ciò che imparano a scuola.
Regula Julia Leemann, Bettina Weller & Andrea Pfeifer-Brändli
Regula Julia Leemann, Bettina Weller & Andrea Pfeifer-Brändli
I percorsi che conducono alla frequenza di un’alta scuola pedagogica da parte di chi ha concluso una formazione professionale di base stanno assumendo un’importanza sempre maggiore anche in termini di politiche della formazione, non da ultimo a causa della carenza di insegnanti nella scuola elementare. Le conoscenze in merito a tali percorsi sono tuttavia ancora scarse. Quante persone decidono di frequentare una formazione per diventare insegnante dopo avere concluso una formazione professionale di base? Quali itinerari sono percorribili? Quali ostacoli devono essere superati? Quali fattori agevolano il cammino verso questa ulteriore qualificazione professionale? I risultati del presente contributo mostrano che circa un sesto dei diplomati della scuola secondaria II che intraprendono una formazione come insegnante proviene da una precedente formazione professionale di base. Le analisi dei dati quantitativi e qualitativi indicano tuttavia come, per queste persone, le vie di accesso alle alte scuole pedagogiche siano spesso complesse e poco chiare. Un ruolo importante è altresì giocato da fattori quali il sesso, la specifica formazione professionale precedentemente completata (con un numero più o meno alto di ore scolastiche) e la permeabilità tra i diversi settori formativi.
I computer, i robot e l’intelligenza artificiale possono svolgere sempre più attività lavorative precedentemente svolte dall’uomo. Se negli Stati Uniti già un numero massiccio di lavoratori ha perso il proprio lavoro perché è stato sostituito da tecnologie digitali durante i periodi di crisi, in Svizzera i cambiamenti appaiono più graduali e meno dolorosi. Ciò è probabilmente dovuto innanzitutto al sistema di formazione professionale elvetico, che si orienta all’occupazione preparando attivamente i giovani alle professioni e fornendo loro le corrispondenti competenze. Anche in Svizzera, le opportunità di promozione e di reinserimento delle persone con un livello di formazione medio-basso sono in ogni caso peggiorate. Politiche attive in materia di formazione e di mercato del lavoro sono pertanto sempre più necessarie per contrastare le conseguenze economiche, politiche e sociali indesiderate della crescente digitalizzazione.
Le reti di aziende formatrici, vale a dire quelle reti grazie a cui è possibile lo svolgimento di un apprendistato presso diverse aziende, esistono già da molto tempo. Jomb sta oggi trasformando questa idea in una vera e propria impresa, sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia informatica per l’automatizzazione di molti compiti di amministrazione e di comunicazione. Il potenziale appare molto promettente.
Per la prima volta una ricerca scientifica ha sottoposto a indagine gli esami che costituiscono la base per la determinazione delle note dei luoghi di formazione nell’area disciplinare di economia e società dell’apprendistato per impiegato di commercio. Lo studio conclude che, a causa delle differenze riscontrate nel campione, i diversi esami e le diverse corrispondenti note dei luoghi di formazione non possono essere considerate fra loro equivalenti. Sono state infatti riscontrate differenze tra le regioni linguistiche (Svizzera tedesca, Svizzera francese/Ticino), tra le diverse scuole e perfino internamente alle singole scuole. Di seguito vengono descritti i problemi individuati e formulati alcuni suggerimenti, anche e soprattutto in vista dell’attuale riforma della formazione commerciale di base.
Il Rapporto sul sistema educativo è probabilmente la più importante pubblicazione scientifica sulla formazione in Svizzera. In esso vengono raccolti e commentati i dati più significativi provenienti dalle statistiche, dalla ricerca e dagli organi amministrativi. Per quanto riguarda la formazione professionale, alcuni dei risultati dell’ultimo rapporto 2023 sono sorprendenti. Per esempio, emerge che solo circa la metà dei giovani frequenta una formazione professionale di base direttamente dopo aver completato la scuola dell’obbligo. Oltre a ciò, il rendimento scolastico risulta determinante per i futuri successi formativi. Come afferma Stefan C. Wolter, direttore del rapporto, basta dare un’occhiata alla situazione della formazione professionale superiore per rendersi conto che la politica si sta occupando dei problemi sbagliati.
Martin Berger, Katrin Kraus, Thomas Keller, Elke Brucker-Kley, Janick Michot & Reto Knaack
Martin Berger, Katrin Kraus, Thomas Keller, Elke Brucker-Kley, Janick Michot & Reto Knaack
La “prima verifica” di un impianto elettrico è una competenza cruciale che deve essere posseduta dagli elettricisti professionisti. Tuttavia, il suo apprendimento pone sfide considerevoli ai centri di formazione, come dimostrano i preoccupanti risultati delle procedure di qualificazione. Un progetto di innovazione interdisciplinare dell’Alta Scuola Pedagogica di Zurigo e dell’Università di Scienze Applicate ZHAW affronta questo problema sfruttando il caso della prima verifica degli impianti elettrici per indagare il potenziale della realtà virtuale (VR) nella formazione. Nel progetto è stato sviluppato il prototipo di un ambiente di apprendimento VR rivolto agli apprendisti del settore, valutandone quindi gli effetti nell’ambito di uno studio sul campo.